Luis Enrique: "Contento per la dedica di Totti. Borriello? Deciderà la società. Lamela può giocare in tutti i ruoli, Pizarro non è ancora pronto" FOTO!
Alle 11.30 Luis Enrique parlerà in conferenza stampa alla vigilia della trasferta di Bologna. Segui la diretta testuale su Vocegiallorossa.it.
Il Bologna non dà le stesse motivazioni di Juve e Napoli, può essere questa la difficoltà?
"Quasi sempre è così, è più facile essere motivato contro una grande squadra ma il premio poi è lo stesso. La gara vale sempre tre punti e bisogna avere le stesse motivazioni".
Non ricordiamo in questi anni una dedica di Totti a caldo al suo allenatore, per una vittoria. Che significato ha?
"L'allenatore deve essere coinvolto dai calciatori e viceversa. Ho un rapporto con tutti molto buono, anche col Capitano, ve l'ho sempre detto. E' normale poi avere diversi punti di vista, ci confrontiamo, ci chiariamo. Sono contento per la vittoria e sono contento per la dedica a me, a tutto lo staff e alla società. Mi piacerebbe fare la dedica ai tifosi, che fanno sempre il tifo e ci sono fedeli".
Cosa deve fare ora la Roma? Sente sua questa Roma?
"Ho parlato di equilibrio difensivo e offensivo perché altrimenti è impossibile vincere una gara. Abbiamo visto una Roma più completa in queste ultime partite. Dobbiamo continuare così, dobbiamo dare la stessa importanza alla fase difensiva e offensiva, attaccando tutti assieme e difendendo tutti assieme. Di fronte avremo un avversario che farà la sua proposta, non sarà facile".
Meglio avere un attaccante con un attaccante fumantino come Osvaldo che però segna...
"Ogni gruppo si forma di tantissime personalità, ognuo deve rispettare il gruppo e la società. Rappresentiamo una squadra seguita da tantissimi tifosi. Poi vale il rendimento sportivo e Osvaldo l'abbiamo preso per la sua forza, la sua personalità ma tutto deve essere indirizzato per il gruppo".
Borriello?
"E' nella rosa, sta facendo il suo lavoro e migliora di giorno di giorno. Il resto chiedetelo alla società, io devo solo ottenere il massimo rendimento dalla squadra poi la società deciderà"
Domani sarà la terza gara in dieci giorni, c'è bisogno di qualche cambio fisico?
"Non c'è mai stato alcun problema a livello fisico. Magari mi preoccupa pià qualche colpo che è difficile recuperare in così pochi giorni. Ieri alcuni non si sono potuti allenare e oggi valuteremo la situazione".
Il Bologna inzialmente giocava con due punte, ora solo con una e due incursori, ti preoccupa questo del Bologna o la fisicità del centrocampo?
"E' una squadra forte che ha necessità di fare punti. Di Vaio, Diamanti e Ramirez sono rapidi. Mi preoccupano le ripartenze, la qualità delle punte, la consistenza difensiva, sarebbe un buon finale di anno se riuscissimo a fare la nostra partita, una partita completa per battere il Bologna".
E’ sorpreso dal rendimento di Juan? Se Juan è questo e se De Rossi può fare il centrale, la Roma ha bisogno di rinforzi?
“La qualità calcistica di Juan non si scopre ora. E’ un calciatore internazionale, il suo era un problema fisico. Ora è tornato dopo due mesi di allenamenti differenziati, si trova molto meglio. Ha fatto le ultime due partite a un livello molto buono. Per il mercato, è un discorso della società. Questa è una squadra ampia, preferisco lavorare con meno giocatori, è più facile. Finora è stato così perché dobbiamo rispettare i contratti dei calciatori, ora la società farà la sua scelta e io parlerò con la società per dire quello che penso, ma dopo l’infortunio di Burdisso è una posizione delicata. Se la società non prenderà nessuno non sarà un problema”.
Cosa è successo con Llorente a Napoli?
“E’ una caz…ta, in buon senso. Devi capire che non parlo bene l’italiano, per me è frustrante. Non posso parlare come voglio, in spagnolo ti risponderei benissimo. Il posto che ha Llorente per me è chiave, è una persona importantissima nella quale ho fiducia, sa benissimo cosa succede nello spogliatoio di qualsiasi sport. Mi piace il tifo passionale, mi piace che i giocatori lascino tutto in campo e che giocano bene. Quando ottieni una squadra passionale con qualità, vedi una cosa diversa. Voglio giocatori di qualità che sappiano difendere ed attaccare. E’ facile convincere un attaccante a difendere perché ha qualità, non l’inverso. Llorente è stata una scelta prioritaria per venire qui, è uno della Curva Sud vicino a noi”.
Lamela meglio da esterno?
“Con Lamela succede una cosa diversa e molto gradevole. E’ un ragazzo di 19 anni che ha tanta fame, arriva da 4-5 mesi con problemi alla caviglia, si è allenato da solo. Ora in gruppo, può giocare in qualsiasi ruolo perché ha fame e voglia di farlo. Ha giocato come trequartista, posizione ottima per lui, ma può farlo come punta o come interno e mi piacerebbe tantissimo, una squadra che ha un interno come Lamela ha qualità davanti, in futuro non scarto questa soluzione perché sa saltare l’uomo e ha qualità e fame. E’ una sorpresa molto gradevole, aspetto che continui così”.
Taddei è il titolare a sinistra?
“Non penso mai a un titolare. Taddei è un professionista, ha aspettato il suo momento. Era pronto per giocare dal primo giorno perché si allena come un matto e fa una vita da professionista. Adesso per noi è importantissimo, è un terzino che fa la fase offensiva ed è difficile da superare, ma non parlo mai di titolari”.
Comincerà a guardare un po’ di più la classifica?
“Sì, ma so che ancora siamo lontani da dove credo che possiamo essere. La realtà è quello che abbiamo fatto, dopo tante partite non ci sono ingiustizie. Per quello non penso mai a 1 o 2 partite, dieci giornate prima della fine vedremo dove stiamo e che cosa abbiamo fatto”.
La fase di sperimentazione è completata? Ha trovato una Roma-base?
“No, abbiamo vinto a Napoli ma con grande fortuna. La seconda parte non mi è piaciuta, mi è piaciuto l’atteggiamento ma voglio che si giochi come la prima parte, con superiorità a centrocampo per approfittare degli spazi. La mia identità non è cambiata, vedendo la qualità e le caratteristiche dei giocatori ci sono situazioni difficili, ma penso le stesse cose rispetto alla prima volta. Mi piacerebbe sempre avere il possesso di palla e uscire controllando il pallone, ci sono tante cose che si possono fare per arrivare alla porta avversaria con più velocità, se vinco in un modo diverso è perché nel secondo tempo il Napoli sapeva di dover rischiare. E’ più importante sapere perché hai vinto. L’ho detto dopo la partita, abbiamo avuto fortuna come avremmo avuto sfortuna se avessimo pareggiato o perso. E’ importante vincere, ma è più importante che loro sappiano che facendo ciò che dico sarà più facile”.
Meno pressing nella metà campo avversaria e più ripiegamenti. E’ una sua direttiva?
“Mi piace il pressing alto, ma per farlo devi farlo bene e devi avere 11 ragazzi nella stessa condizione. Se non succede e 1-2 calciatori non sono in posizione corretta, la pressione va via e la punizione è maggiore. Per quello in campo devono capire quando si deve fare il pressing alto e quando non si può fare è meglio mettersi dietro la linea del pallone e fare pressing a trequarti campo. Prima prendiamo il pallone, più vicini siamo alla porta avversaria”.
Ha trovato la chiave per far rendere meglio la squadra?
“Magari… Non credo di aver trovato la chiave, perché è stata una partita fortunata. Ricordo tante palle gol dell’avversario, quello che non si può dimenticare è che era contro il Napoli, squadra che fa la Champions League. Solo Inler non c’era l’anno scorso, è una squadra fatta di livello indiscutibile. Se vediamo la partita come spettatori è stata bellissima, come allenatore voglio lo stesso rendimento in fase offensiva ma non ricevere tante palle gol in quella difensiva, non saremo sempre così fortunati”.
Chi è più avanti tra Gago e Pizarro?
“Pizarro non è ancora al 100%, Gago è andato fuori per un problema al ginocchio, questa settimana è improbabile che fosse nella formazione col Napoli, ma ieri ha fatto tutto l’allenamento. Può essere nella lista, dipende dall’allenamento di oggi. Pizarro non è ancora pronto”.
Cosa è cambiato per quanto riguarda Simplicio?
“Come si è allenato quando è tornato, il rendimento delle sue partite. E’ un caso simile a quello di Taddei, anche se diverso perché non era neanche andato in ritiro. Ma quando vedo un calciatore che sa cambiare ruolo e impegnarsi non ho problemi a cambiare il mio pensiero. E’ un esempio per i compagni, se lavori bene e giochi a quel livello, mi piaci tantissimo. Non pensavo fosse tanto forte, ora sta aiutando la squadra in un momento difficile”.
In tre casi la Roma ha segnato subito e poi ha sofferto. E’ successo per pigrizia mentale o forza degli avversari?
“Né pigrizia né appagamento, semplicemente quando fai gol le squadre avversarie prendono più rischi per andare a pareggiare. E’ una delle chiavi difficili da ottenere quella di giocare sempre allo stesso modo. E’ successo più con la Juve che col Napoli, dove a centrocampo abbiamo trovato più spazi e dove sono stato contento della prima parte. E’ una di quelle cose che le grandi squadre devono fare, noi ancora non siamo una grande squadra. E’ normale, è nella mentalità dei calciatori. Non è questione di vita o di morte, se prendi un rischio non succede nulla”.
Che cosa vorrebbe da questo primo anno?
“Ogni giorno succedono tante cose per cui non ho obiettivi. Mi dispiace, ma non ho traguardi né mi metto voti, né faccio quello che a voi piacerebbe. Continuo a lavorare giorno per giorno, non ti so dire qual è il mio traguardo. Mi piacerebbe salire velocemente in classifica, ma dipende da tante cose. Non ci penso, ho tanto lavoro e dopo vediamo”.
Ha detto che le caratteristiche di Cavani sono quelle che vorrebbe in ogni giocatore. Quello che si è visto a Napoli è quello che gli attaccanti devono fare?
“Credo di aver parlato di Cavani come esempio, non per le punte della Roma ma di qualsiasi squadra. Lo vedo con Villa, Sanchez, Ronaldo, Benzema, Di Maria, Matri e qualsiasi calciatore di alto livello. Nel caso di Cavani è una cosa per me molto apprezzabile. Per quanto riguarda noi, è una delle chiavi. Anche quando noi stiamo attaccando, i difensori devono attaccare. Non è un messaggio per le sole punte, ma per essere forti penso che dobbiamo avere l’appoggio di tutti. Non si attacca solo con le tre punte o solo con i due interni, si attacca tutti insieme e si difende tutti insieme. Se vogliamo diventare una squadra difficile da battere, dobbiamo fare questo. A Napoli sono stati bravi tutti, vediamo contro il Bologna. Sarà una prova per tutti”.
Quanto farà la differenza l’autostima?
“Credo che già lo sanno, sanno che possono essere una squadra più forte. La motivazione la danno i risultati, se vinci a Napoli puoi pensare di farlo anche a Bologna. Dobbiamo cercare di avere intensità, ci sono tre punti in palio. I risultati ci rendono più sicuri e contenti e quello aiuta, è la chiave per un calciatore”.
Possiamo dire che uno dei punti forti della Roma sono stati i cambi?
“Penso sempre questo. Una squadra è più forte con 20 calciatori che sanno chiaramente di poter giocare. Se 11 giocatori sanno di poter giocare rischiano di rilassarsi. Quasi sempre giocano 5-6 uomini che io reputo siano chiave, ma se quei 5-6 non sono al livello che io reputo corretto, ci saranno altri giocatori al loro posto. Ognuno sceglie il suo e lo vediamo in qualsiasi squadra. Ci sono allenatori bravissimi, ci sono altri allenatori che fanno in modo diverso”.
Lo scandalo scommesse?
“E’ successo prima della stagione con i 6 punti in meno dell’Atalanta. Mi dispiace perché nel mio paese finora non è successo. E’ un peccato sapere che ci sono giocatori coinvolti in un processo, ma è così. C’è una giustizia che fa il suo lavoro e mi sembra ottimo che lo facciano. Mi aspetto che nessuno lo faccia di nuovo”.