Pallotta: "Il Presidente sono io, nel bene e nel male. Il resto sono speculazioni. Vogliamo essere in Champions per i prossimi 20 anni"
Il presidente della Roma, James Pallotta, ha risposto alle domande di alcuni tifosi ai microfoni di Tele Radio Stereo. Ecco le sue dichiarazioni.
Qual è la sua idea di gestione societaria?
"Sembra che sia da Boston, noi parliamo quotidianamente con tutto il management sul territorio di Roma che rappresenta perfettamente cosa vogliamo fare. L’impressione che le cose procedano quando vengo a Roma è sbagliato, parliamo continuamente con Zanzi e gli altri".
Alla Roma chi è che comanda?
"Il presidente della Roma sono io, nel bene e nel male. Sono io il boss, anche se non mi piace questa parola".
Servono investitori per essere competitivi?
"C’è una strategia: tutto quello che abbiamo detto lo abbiamo fatto, se poi leggete qualcosa di differente da quello che diciamo noi è del tutto sbagliato. Se volete sapere qualcosa dovete parlare con me. Il resto sono speculazioni o informazioni riportate male. Io credo che se guardate quello che abbiamo investito con il grande lavoro di Franco e Walter abbiamo la capacità di competere con i top team. Per quanto concerne il capitale ci vogliono risorse e flessibilità per essere competitivi. Abbiamo messo tutti i soldi, abbiamo un impegno che vogliamo rispettare".
Lo sceicco?
"Non voglio entrare nei dettagli: abbiamo fatto tutti i controlli che potevamo fare ed è stato firmato un contratto preliminare, se poi lui non l'ha onorato pazienza. Abbiamo perso un po' di tempo e di risorse, ma non soldi. Il giorno che la storia non è andata a buon fine, io già guardavo avanti. Abbiamo annunciato accordi importanti, come quello con Nike".
Lo stadio?
"Abbiamo annunciato che vogliamo costruirlo, abbiamo trovato un grande socio e il terreno. Tutto quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto. Se ci saranno complicazioni le affronteremo. Il piano va avanti come avevamo detto. Il mio impegno ha continuato a crescere. Chi non ci crede guardi il mio conto in banca: ci sono meno soldi lì che a Roma".
Quale sarà la cifra stanziata per il prossimo mercato?
"Non credo che sia una questione di soldi. Walter e Franco hanno fatto un lavoro grandissimo, quando compri 14 giocatori nuovi ci vuole del tempo. Non è una questione di spendere di più, ma di spendere intelligentemente. Walter l'ha fatto nell'ultimo mercato. Noi spendiamo molto, si tratta di spenderli in modo intelligente".
Quando crede che potremo essere competitivi per il primo posto?
"Mi chiedete quando saremo competitivi per il primo posto e poi mi accusate di pensare troppo al futuro. Il primo obiettivo è essere competitivi e giocare la Champions e ci siamo vicini. Essere i numeri uno un anno e poi l'anno successivo sesti o settimi, non è un modo reale per fare una grande squadra. Noi stiamo lavorando per costruire una Roma che stia stabilmente tra le prime squadre. Quando guardi la Serie A da fuori, pensi alla Juventus: il nostro obiettivo è essere in ogni Champions League per i prossimi 20 anni. Dobbiamo costruire un sistema per stare sempre lì: essere primi l'anno prossimo è il modo migliore per far contento qualcuno, ma non è quello per creare una squadra che sia di livello mondiale".
Ha capito cosa significa essere tifoso della Roma?
"Non credo che quello che succede con la Roma sia molto diverso da quello che vivo io da 50 anni come tifoso dei Celtics o come proprietario. Certe volte mi chiedo come abbiamo fatto a perdere con quella squadra. Sono questi bassi che dobbiamo eliminare. Mi arrabbio tantissimo, come nessun altro. Dobbiamo eliminare quelle che io chiamo special situations. Forza Roma!".