Andreazzoli: "Terzo posto? Chi non ha sogni ha già finito di vivere. De Rossi sta decisamente meglio". FOTO! AUDIO!
Aurelio Andreazzoli ha da poco terminato la conferenza stampa riguardante la sfida di domani sera contro il Genoa. Queste le sue parole:
Allenamento intenso oggi?
“No, semplicimente ci siamo dilungati un po’. Abbiamo tante cose da fare, non sono riuscito a completare quello che mi ero prefisso, proseguiremo la prossima settimana”.
Marquinhos?
“L’abbiamo convocato ma poi valuteremo. Ha un risentimento muscolare alla coscia sinistra”.
Dopo due vittorie che aspettative ci sono per questa partita?
“L'aspettativa è sempre alta anche se abbiamo vinto due partite”.
Quanto può crescere la Roma ancora?
“Abbiamo margini di miglioramento, non riusciamo a farci bastare il tempo che è il nostro principale nemico. Sul gioco possiamo migliorare, la partecipazione è già buona, così’ come l’attenzione. Per una fisionomia di gioco spiccata servirà ancora tempo”.
Come giudica la stagione di Borriello e Bertolacci?
“Marco è in gran spolvero, l’ho visto molto bene domenica scorsa. Fa reparto da solo. Per Bertolacci ho una particolare simpatia, è un caro ragazzo al di là delle qualità tecniche”.
Obiettivo terzo posto. Sono dei sognatori i giocatori o è giusto crederci?
“Non è un peccato essere sognatori, chi non ha sogni ha già finito di vivere. Poi c’è la realtà, che è problematica in termini di punteggio. Non voglio fare programmi a lunga scadenza, non hanno senso. Dobbiamo vedere l’impegno successivo in maniera maniacale, questo ha senso”.
Napoli-Juventus, da appassionato di calcio e studioso dei calci da fermo, come fare per evitare che in Italia ci siano sempre falli in area? Cosa dice ai suoi giocatori in quelle situazioni?
“Cosa si può fare? Nel basket difendono a zona per evitare gli 1 contro 1, nel calcio non si può fare, sarebbe una limitazione. Bisognerebbe chiederlo a chi deve far rispettare le regole. Il numero degli arbitri è anche aumentato, andando verso il rispetto delle regole sarebbe tutto più semplice. Di fatto alla seconda gara di campionato tutto è dimenticato, come sempre succede nel nostro paese verso le regole”.
Ha notato progressi in De Rossi nella condizione atletica e psicofisica? Lo vede come possibile soluzione in difesa nel caso dovesse rinunciare a Marcos?
“Sta decisamente meglio. Parlavamo di due-tre settimane per essere ottimisti, per riportarlo in una condizione che piace a tutti. Devo dire che ha fatto un bel passo in avanti. Riguardo alla posizione da difensore, lo può fare e anche bene. Però credo che io eventualmente ho anche altre possibilità, intendo andare secondo logica”.
I giocatori parlano di lei in maniera entusiasta. Quali sono i pro e contro di questo?
“Se io intravedessi dei contro agirei in maniera diversa. Sono tutti pro per me, basterebbe venire nel nostro ambito lavorativo. Io sono molto esigente e ho a che fare con delle persone che sono rispettose, direi moltissimo”.
Il Genoa viene da un buon momento, c’è qualcosa in particolare che ha studiato con il cambio d’allenatore?
“Sono molto compatti, equilibrati. Difficile che subiscano reti, ripartono molto bene e combatte. Credo che come caratteristiche siano la squadra meno adatta da affrontare ora”.
A questo punto, c’è qualcosa che la preoccupa per il prosieguo della stagione?
“Non ho preoccupazioni particolari, ho un gruppo che si sta ricompattando nella quasi totalità. Castán ritorna in gruppo nella prossima settimana, Destro c’è da aspettare. I ragazzi sono disponibili. Credo che potremmo giocare con due squadre con risultati quasi identici. Il tempo è il mio nemico, ho un numero limitato di partite ed è veramente un inseguimento”.
Come cambia la Roma in base a chi gioca tra Balzaretti, Marquinho e Florenzi?
“Cambia la prestazione individuale. Il sistema è definito per come utilizzi i calciatori e per come riescono ad assolvere i compiti loro assegnati. All’interno del nostro sistema, chi riesce a esprimere una condizione migliore ti dà il vantaggio. Noi andiamo dietro a un’idea di gioco. Hanno caratteristiche diverse, loro tre ti mettono in grande imbarazzo perché sono in forma. Due devono rimanere fuori, poi possono essere usati in altri ruoli”.
In settimana Osvaldo ha recuperato? Lo reputa un titolare inamovibile?
“Sì, è titolare e gioca. Ti dico sinceramente, lui ha fatto una buona gara domenica tatticamente, è stato splendido. Ha fatto tutto ciò che gli avevo chiesto. Anche con un risultato importante perché qualche situazione è nata da questi atteggiamenti che gli avevo richiesto. Se il parametro è la partita con la Juventus, allora forse ha giocato un po’ sotto a Bergamo. Lo vorremmo sempre vedere in quella maniera, è importante che l’espressione che un calciatore dà un campo sia quella programmata. Lui l’ha fatto, alla grande”.
I giocatori mettono in risalto il dialogo con l’allenatore, possibile che la svolta sia dovuta solo a questo? Cosa è cambiato veramente?
“Tante cose, anche piccole, però messe tutte insieme fanno il vagone di cui parlavo. Difficile elencarle, penso che in qualsiasi attività associativa serva la condivisione. Senza, l’obiettivo lo inquadri ma non lo raggiungi, forse parzialmente. Regole che riguardano l’applicazione, il rispetto in generale, tutto diventa più facile da raggiungere. Io faccio questo, ho l’impressione di farlo anche con voi. Anche se di qualcosa non sono contento qualche volte, cerco di essere molto disponibile. Sempre nel rispetto del mio e del vostro lavoro. Senza condivisione non si va da nessuna parte”.
Secondo lei è arrivato il momento in cui si deve voltare pagina senza pensare alla alla Roma di Zeman? Il pareggio in casa sarebbe soddisfacente domani?
“Dipende come viene. Il risultato va accettato, se dovesse venire dopo una prestazione che rispecchia le esigenze del pubblico allora potremmo essere soddisfatti. Chiaramente la sconfitta non la considero. Il passato? Auspicavo che già oggi non se ne parlasse più. Ora andiamo per la nostra strada, è anche irriverente verso Zeman fare continui confronti. Lui ha fatto il suo lavoro e per me lo ha fatto bene. Nel rispetto di Zeman credo che sia inopportuno continuare a fare paragoni. Parliamo di come esprime ciò che può esprimere la squadra. Mettiamo un paletto e poi guardiamo ciò che riusciremo a darvi. La valutazione sarà fatta su quello”.
Dal 4 febbraio in che cosa il gruppo si è ricompattato?
“Io ho l’impressione che i calciatori si divertano a fare l’allenamento. Facciamo la seduta alle 11 e alle 8:15 c’è già gente che viene a fare colazione e se la prende comoda. Quelli che arrivano tardi giungono alle 9:30. Questo per me è un successo. Ora abbiamo questa condizione, ti giudico questo”.
Per caratteristiche, Lamela è il giocatore che salta l’uomo con più velocità. Nelle ultime partite sembra che abbia voglia di dimostrare qualcosa. Secondo lei tatticamente sta facendo ciò che richiede?
“Hanno grande vigore, specialmente i giovani, come Erik. Vorrebbero fare tutto e subito, tutto in un tempo magari. Chi è un po’ più navigato sa che deve diluire la propria partecipazione nella partita. Ha una disponilità enorme, la sua qualità nel saltare l’uomo è richiesta, a volte va fatto e altre no”.
Romagnoli non ha mai giocato dal primo minuto. Lo giudica troppo acerbo ancora per esordire? O sarebbe pronto?
“Quando Zeman ha fatto giocare Marcos, pensavamo fosse un 18enne immaturo. E poi ha dimostrato di essere un 30enne maturo. Per Romagnoli è lo stesso discorso. E’ pronto, non avrei nessun problema a schierarlo. Mi farebbe una gara da giocatore di Serie A”.
Conferenza Andreazzoli pre Roma-Genoa 2.3.13 by Vocegiallorossa.it