De Rossi: "Se la Roma accettasse un'offerta andrei via, ma mai in Italia"

26.05.2010 14:22 di  Alessandro Carducci   vedi letture
De Rossi: "Se la Roma accettasse un'offerta andrei via, ma mai in Italia"
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

La conferenza stampa integrale di Daniele De Rossi dal ritiro del Sestriere:

"L'interesse del Real Madrid? Non so nulla, sto qui e penso solo al Mondiale. Io non lo dimentico, voglio fare un grande Mondiale perchè quello precedente per me è stato un po' così così. Chi mi è vicino sa che non mi deve rompere su queste cose. Il resto lo leggo sui giornali, non sento nulla, leggo comunque delle grosse smentite da parte della società. Chiedetelo a loro. Il presidente e l'allenatore hanno chiaramente detto che io rimarrò quindi io sono l'ultima persona cui chiedere queste cose. Mi fa piacere la smentita della dottoressa Sensi, mi piacere l'affetto da parte dei tifosi ma non è una cosa nuova. L'interesse del Real dovrebbe confermarlo il Real Madrid, io non so nulla. Il fatto di essere accostato a queste grandi squadra ovviamente mi piacere, significa che sto lavorando bene. Mourinho? Non ho mai avuto alcun problema con lui né lui con me per cui se dovesse diventare l'allenatore della Roma in futuro non avrei problemi. Se la società mi dicesse che c'è bisogno di cedermi o che sia giusto per problemi tecnici o societari accetterei, del resto non andrei a giocare al Pizzighettone con tutto il rispetto e ribadisco con rispetto. Se accettassero un'offerta per me andrei via, non potrei certo smettere di giocare a pallone. Se è mia ambizione vincere qualcosa? Chiunque vuole vincere, io non ho vinto niente e questo un po' mi pesa ma penso che quando vincerò qualcosa con la Roma sarà ancora più bello. Dichiarazioni d'amore per la Roma? Forse le ho finite. Non c'è bisogno di fare dichiarazioni. C'è bisogno di fare valutazioni. Finchè non mi mandano via io resto lì. Lasciare Roma per 50-60 milioni? Fermo restando che non vado in guerra per la Roma, se dovessi andare via accetterei quello che ogni mio altro collega avrebbe accettato da anni. Lasciare sarebbe un sacrificio anche per me perchè io a Roma sto bene. Ma so che andare all'estero sarebbe anche una bella esperienza. Non ho mai cambiato squadra, a parte quando a 11 anni sono andato via dall'Ostia Mare per andare alla Roma. Difficile quindi per me valutare. In Italia non giocherò mai con nessun'altra squadra al di fuori della Roma. Non ci riuscirei mai. L'Italia è la Roma per me. E se l'opzione sarà il Real Madrid ci sarà poco da scegliere. Ranieri? Mi ha detto: 'voglio che tu faccia un gran Modiale'. Capello? A lui devo tutto. È uno dei più forti in assoluto. È diverso da tutti gli altri, ma vincente come pochi. Spero che rimanga in Inghilterra per provare a vincere con gli inglesi e non venga all'Inter a vincere con loro. Prandelli invece l'ho conosciuto pochissimo ma siamo sempre rimasti in rapporti cordiali. C'ho lavorato troppo poco per dare una valutazione. Se sarà lui l'allenatore, perchè ancora non è ufficiale, penso che farà bene. Ben venga. Lippi è rimasto simile a quello del 2006. Aveva una grande carica prima di partire per la Germania e ha una grande carica adesso. Come persona mi sembra abbastanza simile. Lo scetticismo non è paragonabile a quello che c'era nel 2006. C'era pessimismo e un distacco totale per quello che era successo un mese prima. È difficile paragonare quella squadra a questa. Quella aveva fatto cose strepitose. Ripetersi sarà difficilissimo ma non impossibile. Totti? Francesco manca in gruppo perchè è simpatico, divertente e manca anche il suo gioco. Però basta parlare di chi non c'è. Il titolo 2006 lo sento mio, però io voglio sempre essere protagonista e lì non lo sono stato. Sicuramente il rigore e quell'ultima ora in finale mi hanno fatto sentire più vicina quella coppa, ma non è stata la stessa cosa come quando gioco 40 partite con la Roma e vinco. Un'Italia in stile Roma? È difficile fare un paragone con giocatori che lavorato tutti i giorni insieme e magari escono anche insieme o sono vicini di casa. Si creano delle alchimie diverse. Adriano? È un fuoriclasse che fa la differenza e che l'ha fatta in passato. Ha avuto incidenti di percorso, ma a Roma siamo un gruppo che aiuta a superare anche i momenti difficili. Avrà una grandissima voglia di dimostrare che non è quel giocatore che tutti dipingono. Se si integrerà può farci fare il salto di qualità. Le parole di Materazzi? Le ho prese molto tranquillamente. Le cose cambiano, le persone cambiano. Quel mondiale penso che abbia cambiato un po' tutti noi. Se devo dire certe cose le dico, le dico a mia madre o a mio padre figuriamoci se non le dico a lui. La tessera del tifoso? La schedatura non mi sembra corretta. Se la tessera dovesse cancellare tutti i problemi, ben venga. Non è quella la via per evitare scontri. E poi schedi una persona prima che faccia qualsiasi cosa? Non mi sembra una cosa normale. Il calcio italiano è ostaggio di tante cose, una di queste possono essere anche gli ultrà. Ma il calcio italiano è ostaggio pure delle televisioni e degli sponsor. Io penso che l'ultrà sia una parte positiva del calcio. Almeno parlo per quelli della Roma. Non voglio entrare in certe polemiche ma allora dovrebbero fare una tessera anche per il poliziotto. I tifosi che fanno a coltellate non sono gente normale, ma non mi sta neanche bene che un poliziotto prenda a cazzotti un ragazzetto".