Florenzi: "Giocare nella squadra per cui si tifa è il sogno di ogni bambino"
Alessandro Florenzi è stato protagonista della video chat organizzata da AS Roma Membership. Il centrocampista giallorosso ha risposto alle domande postate in tempo reale dagli utenti del portale. Ecco le sue parole.
Com’è stato giocare senza le curve?
"Non è stato semplice, si sa che a Roma il tifo è caldo e anche la Nord era squalificata. I tifosi per noi sono importanti, ci danno il supporto giusto per tirare fuori quella cosa in più che hai dentro e che ti serve per fare la prestazione".
Quale ruolo preferisci?
"Nasco come centrocampista, come mezzala, come giocatore d'attacco. Il ruolo che mi ha cucito il mister è secondo me quello dove sto dando di più e posso fare di più".
Sogni di diventare capitano?
"Sinceramente non ci sto pensando ora. Penso a giocare, davanti ho due leggende per la Roma come Francesco e Daniele. Speriamo di diventare capitano ma tra tanti anni, significherebbe che Francesco e Daniele hanno dato tanto. Sarebbe bello fare la loro carriera".
Cosa ti ricordi del tuo primo gol e di Crotone?
"Il gol è stata una emozione che mi porterò sempre dentro. Ricordo bene tutta l'azione, il cross di Francesco, giocavo come centrocampista con mister Zeman. Purtroppo poi è stata una brutta stagione. Crotone la porterò nel cuore, mi ha segnato come giocatore e come uomo: ti segna. Hai 19 anni, vivi da solo per la prima volta, impari a gestire i soldi per l’affitto. Mi ha portato solo cose buone, ho ancora amici che frequento e sento quotidianamente".
Com’è giocare nella squadra che si tifa?
"È il sogno di ogni bambino che vive nella propria città, vale per Roma, Milano, Napoli... Si sogna sempre di giovare per la squadra che si tifa con i giocatori che si vedevano in campo da piccoli".
Quale gara vorresti giocare e quale rigiocare?
"Vorrei giocare una bella finale di Champions. Rigiocherei sicuramente il 26 maggio".
Quanto vi ha segnato il 26 maggio?
"Ci ha segnato, ha segnato i tifosi in negativo. Abbiamo ripreso il cammino e reagito alla grande contro i pronostici, con un mister che nessuno conosceva e forse anche noi non lo conoscevamo. È entrato con grande umiltà e ora sta facendo bene".
De Rossi ha detto di aver vissuto male la sconfitta in finale, tu?
"La mia reazione è stata di delusione, per non aver potuto dare quel qualcosa in più. Non ero deluso per non aver giocato, ma per il risultato, per come stavano i tifosi".
Le tue condizioni in vista della gara di Napoli?
"Ieri sono tornato in gruppo, sento ancora un piccolo fastidio, ma sopportabile".
Cosa ti senti di dire ai tuoi coetanei che vogliono diventare calciatori?
"Prima di tutto ho sempre pensato a divertirmi. Quando poi è diventato un mestiere, il più bello del mondo, è cambiato tutto. Parte tutto dalla famiglia, dall’umiltà, dai valori che hai dietro. Se non avessi avuto una famiglia così non sarei qui a fare questa intervista".
Ti pesa la fama?
"È una bella sensazione essere fermato, non è la prima volta che me lo chiedono. Dico sempre la stessa cosa: diventerà un problema quando non mi fermeranno più. Mi ritengo fortunato. Ci fermiamo a firmare autografi perché magari ci attendono per ore qui fuori per così poco. Non è un problema per nessuno".
Passioni?
"Sono un ragazzo semplice, amo stare a casa con la mia fidanzata, magari andare cinema. Poi ho due hobby: la Playstation e biliardo".
Come si fa a non perdere la testa? A rimanere umile?
"Penso a tutto ciò che ho fatto per arrivare qui, all’anno in cui sono stato lontano dalle persone con cui ho condiviso e condividerò tutta la mia vita. È importante l’umiltà, ripensare ai loro sacrifici, pensare di divertirsi. Faccio un mestiere che tutti vorrebbero fare".
Come finisce il campionato?
"Continuiamo così, ci leveremo belle soddisfazioni".