Sabatini: "Sarò il DS finché la Roma lo vorrà. Nel mercato bisogna puntare più alla qualità che alla quantità"
Il direttore sportivo della Roma Walter Sabatini è intervenuto ai microfoni di Rete Sport:
Roma alla vigilia dell’importante sfida al Milan. Come sta la squadra? Secondo lei ci vuole coraggio e bisogna giocare all'attacco?
“E’ l’unica maniera che abbiamo per esprimerci, non abbiamo modi alternativi. Spero che ci avvicineremo con una consapevolezza nuova, perché questa squadra ancora non sa bene quale sia il suo peso e cosa possa esprimere. E’ una grande occasione e i ragazzi lo sanno”.
Senza parlare di nomi, sono previsti interventi importanti sul mercato su tutti i reparti o solo su alcuni?
“Premesso che sarebbe ingeneroso parlarne, parlando di un integrazione è evidente che abbiamo bisogno di due o tre calciatori di livello accertato, con curriculum e prestazioni già fornite. Poi ci saranno altri ragazzi sulla scia di quello che abbiamo fatto. Non usciamo dal percorso intrapreso, ci sarà l’uno e l’altro”.
I ragazzi non vanno considerati nell’alto profilo?
“Sono discorsi diversi, dobbiamo interessarci a quella fascia di mercato. Non possiamo pensare che ragazzi di 19-20 anni possano cambiare il destino di una squadra, ma ci sono giocatori che già giovanissimi possono fare bene. Sono dell’idea che possano essere molto importanti per la società”.
Qual è la situazione di Marco Borriello? C’era un accordo per il riscatto del giocatore?
“E’ un’opzione libera, non c’è nessun obbligo. Queste considerazioni vengono fatte per una scia emotiva, un’analisi del momento che non credo possa essere definitiva. La Juventus sarà in lotta per lo Scudetto fino alla fine, se il ragazzo fornirà prestazioni importanti e gol pesanti la situazione cambierà. Niente è deciso, sia per lui, sia per Marquinho, sia per Kjaer”.
Difensori a gennaio?
“Ho messo nei guai l’allenatore, facendo scelte sbagliate”.
Ci sono grandi giocatori affermati al centro della difesa da prendere?
“E’ evidente che scorrendo le formazioni c’è una certa zoppia da questo punto di vista. Anche guardando la storia di Thiago Silva, è quantomeno singolare, tecnicamente controversa. Si è affermato a 25-26 anni nel Milan che ha fatto una scelta importante. In quel ruolo, calciatori di grandissimo livello sono difficili da trovare. Qualcosa troveremo, siamo molto attivi”.
All’estero i giovani sono più preparati rispetto all’Italia?
“L’abisso lo mostriamo noi dirigenti con nostre paure e idee sbagliate. Bisogna avere un po’ di coraggio per mandare avanti calciatori meritevoli, le differenze le fanno le qualità intrinseche dei calciatori. Questo è un discorso un po’ più ampio, qui non siamo intellettualmente esuberanti nel cercare di creare o agevolare la crescita dei ragazzi attraverso la disputa di campionati strutturati in altra maniera o altre iniziative non realizzate. C’è anche la drammatizzazione del risultato, e io sono il primo che lo drammatizza, ma in altri campionati al di là di come ci si struttura col campionato riserve e altre modalità di trasferimento c’è un coraggio diverso da parte dei dirigenti, in altri campionati prestigiosi giocano 20enni senza che vengano considerati responsabili delle sconfitte”.
Il discorso non riguarda la Roma?
“No, ci riguarda meno”.
Dopo il secondo derby perso lei ha dichiarato che sarebbe rimasto. Il contratto sta arrivando o quelle dichiarazioni erano di sostegno?
“In certi momenti bisogna mettersi allo scoperto e combattere insieme a tutti gli altri. Quella storia era ficcante, il fatto di stare o non stare alla Roma faceva riferimento ad altro, ma in quel preciso momento questioni sul contratto non ne potevo più fare, io la firma l’ho messa poi decide la Roma. Qualsiasi discorso personale era fuori luogo, io sono il DS della Roma fin quando la Roma vorrà”.
Il calcio italiano ha un ambiente conservatore. Qual è il suo calcio ideale?
“E’ una cosa complessa, dovrei prendere troppo tempo per dare una risposta esaustiva. Mi piace il calcio che sta facendo la Roma, che non è un calcio esclusivo. Facciamo un calcio normale, fatto di considerazioni un po’ diverse. Ci siamo affidati ad un allenatore che predilige la costruzione di un progetto di calcio. A distanza di qualche mese so con certezza che abbiamo fatto bene. Lo stiamo facendo attraverso l’acquisizione di un certo tipo di calciatore, la gente che va allo stadio deve saper sopportare la sconfitta ma non deve sopportare le brutture del calcio espresso in modo tecnicamente grossolano”
Le è piaciuto Palacio contro la Roma? Ha notizie su Isla?
“Potremmo defnirle domande tendenziose (ride, ndr). Non c’è bisogno di vederlo giocare contro la Roma, lo conosco dai tempi del Banfield. Si sta affermando compiutamente adesso, non è mai stato un giocatore in doppia cifra. Questo per dire quanto il percorso di un calciatore possa cambiare, ora ha trovato anche il gusto del gol. E’ piaciuto anche a voi immagino. Di Isla non ho notizie ma ho notizie di Burdisso, son calciatori sfortunati, gli auguro di tornare su un campo. Magari insieme? Questo non lo so, ora ho più a cuore il recupero di Burdisso, tra le altre cose accelerato perché essendo lui un ragazzo speciale sta bruciando le tappe. Forse gli faremo mettere una maglia all’ultima di campionato, sarebbe molto rassicurante per il prosieguo sapere di averlo disponibile a luglio”.
La Primavera?
“Faremo una partita epocale, sono contento per chi conduce i ragazzi. E’ una vittoria di tutti, vorrei dire che è una vittoria particolare di Alberto De Rossi, un uomo di famiglia e società, lo considero un uomo portante, mi fido ciecamente di lui non solo perché allena bene, ma perché si propone come il buon padre di famiglia”.
Borini?
“L’ho citato per dire che guardiamo con grandissima attenzione anche al mercato interno”.
Quanti ne porta quest’anno?
“Dobbiamo puntare più alla qualità che al numero dei calciatori”.