Sabatini: "Zeman non è uno scudo, prenderemo ottimi calciatori. Osvaldo è incedibile". FOTO! AUDIO!
Alle 12.00 si è tenuta la conferenza stampa del direttore sportivo della Roma, Walter Sabatini. Vocegiallorossa.it vi proporrà come di consueto la diretta testuale e fotografica dell'evento.
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Un anno fa non erano stati fissati degli obiettivi, quest'anno?
"E' un'abitudine della stampa quello di fare un bilancio. Ora c'è un nuovo preventivo per arrivare a bilancio per l'anno prossimo. Noi, invece, ribadiamo quanto detto l'anno scorso. Siamo dentro ad un percorso. L'anno scorso non abbiamo otttenuto una classifica consona al valore della squadra: per colpa del tecnico, per colpa nostra, mia, che ho sbagliato alcune cose. La Roma ha raggiunto vertici ed espressioni di gioco intriganti. Per noi il lavoro dello scorso anno era una premessa per quello di questa stagione. Non siamo riusciti a coagulare attorno alla squadra un'idea di noi stessi che fosse un'idea positiva. Noi avevamo messo in preventivo quanto accaduto. Stiamo andando avanti e abbiamo preso delle decisioni che poi spiegherò. Avevo fatto un riferimento ad un programma quinquennale di memoria staliniana. Non è così, ovviamente, perché il calcio necessita di tempi diversi. Noi siamo in divenire, voi inerosabilmente e inevitabilmente fate un bilancio e parlate di annata fallimentare. Per noi non è così. La Roma è in divenire, in costruzione, e questo coincide con quanto detto l'anno scorso".
Obiettivo minimo?
"Non abbiamo preso Zeman per farci uno scudo spaziale e difenderci tutti, permettendoci di fare sciocchezze. Noi vogliamo Zeman perché lui coincide con l'idea di calcio che abbiamo sempre voluto. Una Roma che una volta ho definito arrogante, sebbene questa definizione poi mi sia tornata contro. Una Roma che comunque cercherà di fare sempre risultato. Se dico a Zeman: 'Sono preoccupato per la difesa' lui mi risponde: 'Non preoccuparti, attaccheremo'. La gente vuole colpi importanti, noi faremo del nostro meglio. Vogliamo divertirci, ovviamente vincendo anche qualche partita".
Arriverà un top player?
"Questa definizione è una sorta di neologismo calcistico. Chi è il top player? E' una defnizione giornalistica. Dov'è? Sollevo un dubbio: il Milan, quando all'ultimo ha preso Nocerino, che avrei voluto anche io ma non sono riuscito a concretizzare, è stato definito un top player? No, è stato considerato un giocatore scaricato dal Palermo. Era un top player prima? Oggi può essere chiamato così, ha fatto 11 gol aiutando tantissimo il Milan. Siamo tutti alla ricerca di un top player. Vogliamo prendere buoni giocatori, ottimi giocatori, la campagna acquisti è appena iniziata. Faremo tutto in sintonia con Zeman. Quando leggo che l'avremmo preso perché lui possa accettare tutto mi preoccupo perché è una mancanza di rispetto proprio per il tecnico. E' stata una scelta nostra, anche molto sofferta perché negli ultimi anni, Pescara a parte, non aveva avuto molte fortune. La scelta è esclusivamente una scelta tecnica. Certamente, con il suo carisma ci sta aiutando".
Per lei il top player è il giocatore utile alla Roma e non un grande nome, che la gente aspetta
"Sì, anche se, lo ripeto, non è una definizione che mi piace. Il top player è sulla carta, la storia poi li definisce. Noi prenderemo ottimi calciatori".
Unicredit ha detto che la Roma dovrà però entrare in Champions. Di quanti rinforzi ha bisogno questa squadra?
"E' chiaro che la Champions sia un obiettivo ma noi dobbiamo mirare a fare una squadra forte. Al contrario dell'anno scorso, quest'anno vorremmo essere sempre competitivi, senza crollare come accaduto a Lecce l'anno scorso. Tutto quello che faremo lo decidere con Zeman, ad eccezione di un paio di giocatori che prenderò io senza dire nulla a nessuno, è un mio diritto costituzionale"
Castan?
"Non è stato perfezionato ma è molto probabile".
Qualche nome più roboante?
"Sì, arriverà. Non per forza top player. Cito Castan, che non è un'operazione completamente definita, è un giocatore molto efficace, molto serio, è mancini, è dominante, è un giocatore importante nel reparto. Non dico sarà ovviamente il nuovo Thiago Silva. Stasera giocherà la finale della Libertadores e tutti voi sapete che è un evento di portata sociale, che mobilità milioni di persone. Il Corinthians è la squadra più importante probabilmente e giocherà contro una squadra storica come il Boca. Pique per esempio viene considerato come un top player, perché Castan non dovrebbe esserlo quando la finale della Coppa Libertadores è un evento nemmeno immaginale per l'importanza che riveste. Non dico Castan sia un top player ma perché deve essere definito una riserva della Roma? Se si vuole creare una storia che abbia un seguito continuativo, non può andare su operazioni come Pique e Terry. Piquè è uno di quei giocatori che non prenderai mai. Non lo prende la Roma così come non lo prendono altre squadre che hanno situazioni complessive finanziare diverse. La Roma sta ricostuendo una sua situazione economica e deve farlo con i giusti mezzi. Io non faccio conti in tasca, però penso che ciò che fanno certi soggetti del momento come Mansour potrebbe non durare. Noi cerchiamo di fare una politica seria. La società nostra non può garantirci stipendi da 12 milioni, ma noi non glielo chiederemo. Non è giusto neanche nei confronti dei tifosi. Il tifo della Roma è strabordante, e per quanto bello è anche difficile. Faremo le cose giuste".
Imminente annuncio di Bradley e Tachstidis?
“C'è un lavoro ben avviato per Bradley, che non è un'operazione di marketing sia chiaro. Mi permetto di dire che Bradley è un giocatore pragmatico, sicuro, che sa giocare e sa voler vincere le partite. Qualora l'operazione andasse in porto ne sarei orgoglioso.
Per Tachtsidis posso dire che è una richiesta dell'allenatore ed io mi fido molto di lui. Lui mi ha detto di volerlo trasformare in un campione. Ha grande qualità di distribuzione di palla, un buon sinistro, un buon passaggio e una piccola lentezza che Zeman vuole trasformare in velocità. A centrocampo oltre tutto abbiamo altri giocatori molto validi. Durante l'anno ho avuto l'impressione che giocatori che io considero fortissimi, sono stati delegittimati. Noi non abbiamo giocatori scarsi. Lamela ha fatto 30 partite in Serie A, e la stampa non ha rilevato che nelle ultime partite ha fatto tre eurogol. Il ragazzo è cresciuto e ha capito come muoversi meglio in mezzo al campo. Rivedendo i gol di Lecce, Cesena e Novara quasi si stenta a credere che sia davvero lui. Lamela e Pjanic sono forti, così come Osvaldo. Non c'è bisogno di essere depressi. Per la classifica?".
L'atteggiamento di Osvaldo ha lasciato perplessi per le varie squalifiche.
“Osvaldo è un personaggio in cerca d'autore. Ha una ricchezza interiore che lo porta a dire cose e farne altre, però ha tutti i requisiti del grande calciatore. Cerchiamo di volergli bene. In Italia abbiamo qualche calciatore un po' bizzarri, però se sono grandi calciatori a noi non interessa".
Perché squalificarlo?
“In un vano tentativo di educarlo, e proveremo tutta la vita ad educarlo. Quando Osvaldo sugli 80 metri va più veloci degli altri nonostante non abbia lavorato in estate è sorprendente. Io continuerò a difendere comunque tutti i giocatori della Roma che mi troverò a poter difendere”.
Cercate giocatori giovani di talento o di personalità. Posizioni conciliabili?“Anche se a volte non succede, non è solo il curriculum a formare la personalità. Non c'è esclusione fra le due cose. Porteremo anche giocatori esperti che possano garantire un certo comportamento dentro al campo, ma allo stesso modo potranno farlo i giovani”.
Osvaldo è incedibile?
“Sì, incedibile”.
Oltre la classifica dell'anno scorso, alcune sconfitte sono arrivate in modo deludente. Ci sono giocatori forti arrivati però a livelli bassi.
“L'anno scorso è successo una cosa. C'è stato un momento di grande crescita in cui la Roma giocava un calcio non dissimile dalla Spagna, con interpreti ed esiti ovviamente diversi. Però ricordo che ad un certo punto la partita di Bologna è stata un'opera d'arte che la Roma ha affrontato nel modo migliore. A gennaio abbiamo vinto partite anche non giocando allo stesso modo, poi si è un po' dispersa l'idea di noi stessi. In questo concorre anche il valore dei giocatori, ma non esclusivamente quello. Anche noi dirigenti dobbiamo assumerci delle responsabilità”.
Zeman ha detto che attaccherete, però la difesa rimane un problema?
“Nel frattempo è probabile l'acquisizione di Castan che è un giocatore carismatico e molto considerato dal suo club. Lui non risolverà tutti i nostri problemi, però intanto riavremo Burdisso che l'anno scorso ci è mancato. Potremo prendere anche un altro o altri due difensori. Inoltre abbiamo preso Dodò, che ha un modo di giocare che rappresenta il bel calcio secondo me. Sarà un giocatore forte e vi farà divertire. Intanto è rimasto anche José Angel. L'allenatore mi ha chiesto di lasciarlo qui, nonostante sia un po' imbranato in certe situazioni, però ha tutte le caratteristiche del giocatore importante. Siccome l'allenatore me lo ha chiesto, per adesso la coppia di terzini è José Angel-Dodò. A destra stiamo prendendo un calciatore forte con caratteristiche diverse dagli altri, che non sarà Van der Wiel, e poi vedremo come andrà. Per adesso teniamo anche Rosi che verrà valutato dall'allenatore e poi decideremo”.
Chi è questo giocatore a destra?
“Se dico il nome non lo prendo più. Voglio dire solo per darvi delle indicazioni. Cassani l'ho avuto due anni e mezzo a Palermo. Ogbonna è un piede sinistro e difensore centrale, come Castan”.
Destro potrebbe arrivare solo se un altro attaccante andasse via? Perché Tancredi non fa più parte dello staff Roma?
“Tancredi è un amico e grande professionista, però Zeman vuole un certo tipo di preparazione sul portiere. Abbiamo fatto una scelta di impostazione perché il tecnico vuole lavorare molto con i portieri e sembrava poco rispettoso sottrarre del lavoro a Franco Tancredi. Su Destro posso dire che è un giocatore forte conteso fra Siena e Genoa. Adesso il giocatore è del Siena dal punto di vista dei diritti federali. C'è un confronto costante fra le due società e per adesso la Roma è vigile sulla vicenda, e se dovesse capitare di poter intervenire lo farà”.
L'anno scorso si parlava di rivoluzione culturale. Lei chiedeva complicità dalla piazza. Adesso con Zeman sembra tutto il contrario. Lei ha percepito questo salto? Pensa che ci sia fretta di tornare a vincere? Cosa ci dice poi su Borriello e Pizarro?
“Noi ci sentiamo a metà di un percorso, però è più la stampa a voler definire una cosa in fretta. Credo che la gente ne prenda atto e così ciò che dite voi viene accolto dalla gente. Noi siamo ancora all'interno di un percorso, però è ovvio che i tifosi abbiano pensato a dove stiamo andando dopo un girone come quello del ritorno dell'anno scorso. Borriello e Pizarro intanto sono della Roma e si allenano con la squadra. Attendiamo un giudizio dell'allenatore. Sono comunque giocatori che hanno fatto parte della storia della Roma e nei prossimi giorni ci confronteremo con loro”.
Si parla di un processo di “sbaldinizzazione”. È vero? Che cosa vuole Zeman?
“La sbaldinizzazione posso capirla secondo voi, ma io non devo prendere potere. Io faccio il mio lavoro in sintonia con Franco, ma la totale sintonia con me non ce l'ha nessuno. Ha qualità diverse dalle mie, andiamo d'accordo e lavoriamo bene insieme. C'è qualche battibecco, ma è normale, ma comunque io non ho bisogno di acquisire potere. Il fatto che alcuni collaboratori siano andati via non significa che ci sia conflittualità fra me e lui. Senza lo scontro però non si costruisce nulla e sono sicuro che è necessario alla Roma. Zeman mi ha chiesto di poter mettere in campo una Roma bella, efficace, dallo stile offensivo, che abbia soluzioni e faccia divertire la gente. Insieme troveremo la soluzione per farlo”.
Totti e De Rossi sono top-player?
“Loro sono i giocatori forti e devono condurre per mano altri calciatori bravi ma che non sono così affermati in questa realtà. La Roma i buoni giocatori ce li ha. Osvaldo anche è un grande giocatore”.
Perché Zeman non è stato preso prima?
“Perché non era nei nostri pensieri. Abbiamo fatto scelte diverse. L'anno scorso abbiamo preso Luis Enrique e lui ha lasciato una mentalità impressa nei nostri giocatori. Ora Zeman saprà sfruttare queste caratteristiche. Quest'anno noi abbiamo preso atto del gran lavoro fatto da Zeman e abbiamo scelto lui. L'anno scorso sarebbe stato impossibile”.
E' vero che avevate pensato a lui per il settore giovanile?
“Sì, e fortunatamente per lui non ha accettato”.
Può darci un'anticipazione sul terzino destro?
“E' italiano”.
Kjaer bocciato da Zeman? Cosa dice su Silvano Cotti, che ha lasciato la società?
“No, l'ho deciso io. Ho rinunciato a lui perché penso che abbia dovuto sopportare una sfortuna cosmica. I suoi errori si sono trasformati in tragedia per la Roma. Ci hanno portato a perdere partite importanti, non sarebbe stato un buon viatico per lui. Nelle ultime partite giocò a grandi livelli, ma ho avuto paura per lui che il primo errore sarebbe diventato tombale. Ho preferito rinunciare. Su Cotti è una scelta della società. Rispettiamo molto il professionista, a volte si instaurano dinamiche che non riteniamo costruttive per il gruppo sportivo. E' una decisione dolorosa come tutte le altre".
Per adesso a parte Borini lei ha comprato solo all'estero. Perché?
“Il panorama italiano non offre molto a livello di densità, e quelli che ci sono sono poco raggiungibili. Ogbonna per esempio ha una valutazione non equa. Un investimento così importante per un giocatore che arriva dalla Serie B mi sembrava eccessivo. In Italia si parla sempre di situazioni difficili da affrontare. Borini lo abbiamo preso in Italia ed è stata una scommessa vinta”.
Abbiamo elogiato Zeman su tutti i fronti. C'è qualcosa che non condivide con il tecnico?
“Ci sono cose sulle quali ci confronteremo e io dirò la mia opinione, poi l'allenatore razionalizzerà come meglio crede. Io l'ho conosciuto adesso, ma mi ha fatto una grande impressione. Ha caratteristiche avanguardistiche nonostante sia nel calcio da tanti anni. Abbiamo una grande empatia, a parte il tabagismo”.