Ashley Cole: "Non vincere sarebbe una delusione. Totti è una divinità". VIDEO!
Il neoacquisto giallorosso Ashley Cole ha rilasciato la sua prima intervista ai microfoni di Roma Channel:
“Perché la Roma? Per le ambizioni che ha. È un grande club, arrivato secondo lo scorso anno. Ho parlato con il mister, mi ha parlato della sua ambizione e voglio contribuire a vincere lo scudetto. Ho avuto offerte da squadre minori, dagli USA, ma non avevo ancora voglia di sdraiarmi in una spiaggia. Ho vinto molto e non voglio fermarmi. Ho 33 anni ma la voglia c’è ancora, sono qui per vincere.
La passione? L’ho percepita fin quando ho messo piede a Roma, c’erano molti tifosi in aeroporto, vengono anche al campo. Nel primo allenamento sentivo i loro cori, mi era stato detto della loro passione, non vedo l’ora di viverla. Ho ancora voglia di provare queste emozioni e questo entusiasmo, spero di contribuire a vincere qualcosa di speciale.
La mia carriera? Inizierei da dove sono cresciuto, in un quartiere dove devi cavartela. Quando ho mosso i primi passi nel calcio i più grandi cercavano di intimorirmi. Ho dovuto sempre lottare per un posto, ho avuto la fortuna di vincere molti trofei, odio perdere. Continuare a vincere, a provare l’emozione di sollevare un trofeo e condividerlo con tifosi e familiari è una cosa che voglio non finisca mai.
Delusioni sportive? Sono tre: la prima finale di Champions con l’Arsenal, persa contro il Barcellona. Arrivare così lontano e perdere, con la sensazione che non ti capiterà più di giocare una finale. Invece è successo contro il Manchester United con la maglia del Chelsea, persa ai rigori. Eravamo a un rigore dalla vittoria, a volte ci penso ancora. Poi c’è Inghilterra-Italia, il mio errore dal dischetto ci costò l’eliminazione. Bisogna imparare a fare tesoro di questi episodi.
Totti? L’ho affrontato diverse volte, la prima avevo 19-20 anni, era straordinario. È una specie di divinità, è un idolo. Lui e la Roma si identificano a vicenda. Magari un giorno faremo una bella chiacchierata, anche se sono timido. Obiettivi? Vincere, anche se dovessi disputare una buona stagione sul piano personale, se non vincessimo sarebbe una delusione. Abbiamo una squadra in grado di vincere, se non vinceremo sarà una delusione.
Il Tour USA? Trascorro sempre le vacanze a Los Angeles, la gente è simpatica e gentile. Esci a fare una passeggiata e la gente ti saluta, a Londra non lo fa nessuno. Non sono mai stato né a Denver, né a Boston. Siamo felici di andarci, è un’occasione importante per promuovere il marchio del club. Ho già giocato lì, non vedo l’ora di tornarci.
Le critiche in Inghilterra? Non credo di essere quello che la gente pensa, se lo si chiede ai miei amici dicono che sono un ragazzo gentile, premuroso. Certo, ho fatto i miei errori, sono un po’ timido. In Inghilterra non è facile il rapporto con la stampa, è diverso da qui e anche per questo ho deciso di venire qui, per sfuggire a una sorta di campagna che mi dipingeva come un cattivo.
Gusti musicali? Ascolto molto Drake, ho avuto modo di conoscerlo, è forte, ascolto la sua musica quando mi voglio divertire. Mi danno i suoi CD e io li metto nel computer”.