Cerezo: "Ogni volta che vedo la Roma il cuore inizia a battermi forte"
Toninho Cerezo ha parlato ai microfoni di Roma Radio delle emozioni vissute ieri per la premiazione e l'inserimento nella Hall of Fame giallorossa: "Trigoria è cambiata tantissimo, non mi immaginavo. Ho sessant'anni, non gioco più. Ma Roma fa parte della mia storia. Ieri è stato un giorno diverso, aveva già giocato con cinque o sei ragazzi, tra cui Pruzzo e Giannini e scendendo in campo, vedendo la curva mi sono venute in mente tante cose. E ogni volta che vedo la Roma il cuore inizia a battermi forte. Il momento con la maglia della Roma? Le cose brutte non me le ricordo e qui a Roma ho avuto tanti bei momenti. Perché giocavo in una grande squadre e avevo dei compagni che erano prima di tutto uomini onesti e giusti, belle persone. I tifosi? Già l'arrivo all'aeroporto fu incredibile con tanta gente ad attendermi. Io non avevo idea di tutto questo. Cambiava tutto per me: la gente, i costumi, il cibo. Ma il romano somiglia al brasiliano, se la domenica perdevamo ci mandavano a quel paese ma ci offrivano il caffè. Il più grande italiano brasiliano? Chiaramente Bruno. Falcao devi conoscerlo per capirlo, è diverso da me e per questo andavamo così d'accordo. Io andavo a destra, lui a sinistra.
Sicuramente Paulo è un grande amico. Dino Viola mi ha dato questa grande opportunità a soli diciotto anni. In una grande società e in una grande squadra. Lui venive sempre al campo per riprenderci e spronarci. Lui amava davvero la Roma. Liedholm? Non ho mai conosciuto una persona più furba di lui. Il Barone era il Barone. Sapeva gestire il gruppo, da ex calciatore. Tu non giocavi bene? Lunedì era qui a dirti che eri stato bravo, ma durante la settimana voleva che tu ti allenassi di più. Voleva un calcio come Telé Santana. Io giravo per Roma in motorino. Qualcuno mi guardava e mi diceva se fossi davvero Cerezo, ma per me era normale. Non lo so perché i tifosi della Roma siano così legati a me. Forse per la mia allegria. Li ringrazio"