De Sanctis: "Consiglio Federale? Voglio continuare a giocare. L'anno prossimo dovremo migliorare"
Il portiere della Roma Morgan De Sanctis ai microfoni di Sky Sport si è espresso sulla sconfitta di ieri della Nazionale contro la Costa Rica e sulle chances di qualificazione per gli azzurri:
"Figuraccia dell'Italia? Innanzitutto è incredibile come si passi da uno stato d'animo all'altro. Prima si parlava di possibile finale, di cammino entusiasmante, dopo la sconfitta si sta già ampliando il campo delle critiche. Ci saranno difficoltà, ci sono state soprattutto ieri perché la Costa Rica ha fatto una bella partita, con ritmi più alti. I giocatori e il mister sono stati sinceri e hanno parlato di difficoltà dal punto di vista atletico. Sono consapevoli che nella prossima occasione dovranno essere superate. Cosa ho pensato all'infortunio di Buffon? Che se ci fossi stato io, sicuramente non si sarebbe fatto male. È una battuta, la Nazionale è in buonissime mani, che si chiamino Sirigu, Buffon o Perin. Rimpianti? È stata una scelta che ho fatto lo scorso anno, di cui non mi pento per due motivi. Il primo, mi servivano energie per la mia squadra di club, poi perché la Nazionale ha assolutamente le prerogative per ben figurare. Se passiamo o no? Sono fiducioso, il risultato negativo ha smosso l'orgoglio della nostra squadra, ci sono dei campionissimi, tutto il collettivo è valido. Mi immagino anche la carica agonistica. Si o no? Sì.
Se ho sentito De Rossi? L'ho sentito. Non per quel che riguarda le condizioni del polpaccio, ma abbiamo parlato di alcune cose. Mi fido assolutamente di quello che hanno detto il mister e i giocatori. La difficoltà che non percepiamo fino in fondo è quella della prestazione fisica. Mi fido di loro, Daniele mi ha confermato questo, non posso far altro che prenderne atto. Bisognerebbe ragionare sul fatto che alcuni sono più abituati di noi, ma giocano quasi tutti in Europa. Devono prendere atto di questa situazione e riversare tutte le energie e l'orgoglio nell'ultima partita. Se prenderò il posto di Albertini? Se la diciamo così non è tanto corretto, si presume che io smetta di giocare. Demetrio è il vicepresidente federale, non ho alcuna intenzione di smettere, non posso immaginare se questo tranquillizzerà o minaccerà i tifosi (ride, ndr). Demetrio annuncerà le proprie dimissioni alla fine del Mondiale, vuole dedicarsi a qualcos'altro. Si libera un posto in Consiglio Federale che spetta all'AIC, passa tutto attraverso un'elezione democratica del consiglio direttivo. Il consigliere federale posso farlo rimanendo in porta, lo ha fatto anche Perrotta mentre giocava. Io voglio ancora giocare ed essere protagonista.
Come ho conosciuto Garcia? Diciamo che sarò breve, ed è un'impresa. Non è stato Sabatini, ma un certo Gilberto D'Annunzio. È un signore italofrancese che sta a Lille, ha ristoranti e una gastronomia, è un carissimo amico di Rudi Garcia. È stato lui a raccomandarmi al mister, c'è un'amicizia di lunga data e grazie a un rapporto che si basa sull'olio abruzzese sono riuscito a diventare il portiere della Roma. Voi pensate che io stia scherzando, ma il mister lo ha scritto anche nel libro, pur non entrando nei dettagli. Chiedete anche a Sabatini. La spalla? E' ancora buona, il gomito ha avuto bisogno di un tagliando, ho dovuto sacrificare le vacanze per fare fisioterapia ma l'ho fatto volentieri perché dovremo fare meglio l'anno prossimo".