De Sanctis: "Con umiltà renderemo orgogliosi i tifosi"
Il portiere della Roma Morgan De Sanctis ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Roma Channel:
Come vivi gli Stati Uniti?
“Sicuramente quando si arriva si ha una percezione positiva. Tutto molto grande, funzionale, ordinato. Però con il passare dei giorni, sinceramente apprezzo molto di più la personalità delle città europee, anche di una città come Roma”.
Cosa ti ha colpito dello sport?
“Credo che la mentalità di approcciarsi allo sport sia un universo più completo, più moderno. Un modo, una tipologia da seguire e da imitare, nelle strutture e nel modo di vivere lo sport sono i numeri uno”.
In questi giorni si parla delle dichiarazioni di Tavecchio. Ti vuoi esprimere?
“E’ chiarissima la situazione. Io mi rifaccio anche alle parole di Ulivieri, quando una persona è inadeguata non lo è solo perché ha dei particolari demeriti. Lo è perché ha una storia che non ti permette di ricoprire certi incarichi. Se questo tipo di incarico è poi una necessità di cambiamento, di certo non può passare attraverso una figura di questo tipo. Con tutto il rispetto per Tavecchio e per quello che ha fatto nella LND, servirebbe qualcosa di diverso e noi lo abbiamo identificato in Albertini, può essere la figura giusta per cambiare. Chi nel 68% si riconosce nella candidatura di Tavecchio spero possa cambiare idea e prendere coscienza che la situazione migliore è quella di Demetrio. Ci sono altri 10 giorni, speriamo che il processo avvenga e sia completo l’11 agosto”.
La carriera nella politica del calcio?
“Sono sicuramente nella parte terminale della mia carriera, tengo tantissimo a finire bene. La maggior parte delle energie è focalizzata alla stagione sportiva della Roma. Ho preso questo impegno, sono un consigliere AIC e se il processo democratico lo permetterà diventerò Consigliere Federale. Voglio capire se mi piacerà un ruolo dirigenziale, ma ora sono focalizzato sulla Roma e penserò a questo solo dopo il ritiro”.
Roma coperta in porta, qual è il tuo pensiero?
“Non mi sorprendo se qualcuno può fare osservazioni, sono figlie del fatto che non sto partecipando alle amichevoli, non mi sto allenando con la squadra. Credo che se qualcuno si prende il fastidio di guardare gli allenamenti, può tranquillamente capire che il rientro, forse con qualche giorno di anticipo, avverrà presto. Mi ricompatterò e mi rimetterò insieme alla squadra prestissimo. Salvo imprevisti dell’ultima ora sarò a completa disposizione di Rudi Garcia il 30 agosto. Il mister ha parlato di gerarchie, con lui ho parlato spesso, la stima è frutto di quello che succede sul campo. Si parla di portieri che possono rappresentare una garanzia, finché lo fanno gli altri accetto qualunque tipo di discorso. Dal 30 agosto si ricomincerà a fare sul serio”.
C’è tutto nella Roma? Portiere pronto, futuro e importante per lo spogliatoio?
“Lo condivido. Siamo ben assortiti, se abbiamo da analizzare la struttura della rosa, questo mix tra giovani ed esperti è stato ben strutturato. Questo accade sia in difesa, che a centrocampo, che in attacco. La rosa è strutturata per le tre competizioni. L’ho detto in alcune situazioni pubbliche, tutto questo ottimismo attorno alla Roma è frutto di un lavoro eccezionale dello scorso anno e che è continuato ad esserci in estate. Necessariamente devono esserci sudore e umiltà. Non possiamo pensare di essere più forti di quel che siamo. Consapevoli dei nostri mezzi, ma la parola chiave è umiltà, con quella raggiungeremo risultati spero migliori dell’anno scorso”.
Quali sono i tuoi obiettivi?
“Il campionato dovrà necessariamente essere il primo obiettivo. Bisogna cercare di migliorare rispetto all’anno scorso, abbiamo ottenuto 85 punti, molto probabilmente fare di più vorrebbe dire vincere il titolo, perché è quasi impensabile immaginare che una squadra possa fare più di 90 punti, succede raramente. La Champions League e la Coppa Italia sono obiettivi, per quanto riguarda l’Europa la Roma torna dopo 3 anni, quindi sinceramente non ci può essere altro obiettivo che passare il turno. Da questo punto di vista un po’ di chiarezza la potrò dare dopo i gruppi, bisognerà capire con chi ci giocheremo la qualificazione”.
La Roma è la regina del mercato?
“Anche questo è un discorso parziale, la Roma a mio modesto avviso per il momento ha costruito una rosa adeguatissima a quel che dovrà essere la nostra stagione. Però il mercato chiude il 2 settembre, non è improbabile pensare che ci siano altri cambiamenti. Il bilancio si farà a mercato chiuso per quel che riguarda le chiacchiere, quello vero quando la squadra comincerà a giocare”.
Stai dando qualche consiglio a Skorupski?
“Il mio ruolo è quello di fare il portiere, non so se la Roma abbia delle idee che sono uguali alle mie, perché sinceramente pensare a Skorupski come possibile titolare della Roma anche quest’anno è una cosa che ci sta per le sue qualità. Io continuo a pensare che lui con i dovuti miglioramenti e l’applicazione possa rappresentare il presente e il futuro della Roma. Di consigli gliene do in continuazione, più che quelli che possono essere i miei consigli, in modo anche sincero, posso dire che ha la possibilità di stare con portieri forti. Ha l’opportunità di lavorare con Nanni, che è un ottimo preparatore, di stare in una squadra con dei campioni. Sono tutte cose che gli girano attorno e che lo rendono un privilegiato. Lui non deve farsi sfuggire questa opportunità, stare alla Roma a 23 anni con prospettive ti capita una volta nella vita”.
L’assenza di Conte cambierà qualcosa nelle gerarchie?
“La squadra è quella dell’anno scorso, hanno aggiunto qualcosina. È andato via chi non era più protagonista o non lo era stato costantemente. Antonio Conte, anche per opinione di chi lavorava con lui, è un elemento importantissimo. Però non canterei vittoria troppo presto, quello che poi conta sono i giocatori, quello che scendono in campo. Dopo tre anni è anche fisiologico cambiare, considero la Juve una squadra che conserva un vantaggio rispetto alle altre. Fermorestando che per quanto svolto fino adesso qualcosa abbiamo rosicchiato, ma sono tutte cose che rimangono chiacchiere. Il campo dirà veramente cosa è successo durante questa fase e chi come sempre meriterà di vincere”.
Come si sta muovendo questa società sul piano del rafforzamento del brand?
“Sono assolutamente convinto che questa società sia proiettata in un grandissimo futuro. Ho parlato di sport americano come modello, il mix perfetto sarebbe questo modello esportato in Italia e associato a quella grande passione che hanno i tifosi della Roma. Se questo mix viene amalgamato, aggiustato, modellato nella maniera perfetta, con l’aiuto delle istituzioni, con intelligenza, potrebbe permettere alla Roma e al calcio italiano di essere l’elemento trainante del calcio europeo, che succedeva 15-20 anni fa e ora non più. Il passaggio chiave è a livello dirigenziale, la Roma è precursore di un modo nuovo di fare sport che speriamo possa portare la Roma e il calcio italiano a essere il top a livello internazionale”.
Hai un motto per quest’anno?
“Quello dell’anno scorso è stato una cosa improvvisata, e quando le cose nascono dal cuore sono le più azzeccate. I risultati hanno legittimato quelle parole e rese indelebili. Quest’anno non posso far altro che ribadire tre concetti. Umiltà, umiltà, umiltà. Attraverso queste cose riusciremo a rendere di nuovo orgogliosi i nostri tifosi”.