Maicon: "Litigai con Garcia nel 2011 durante Inter-Lille"
Il terzino giallorosso Maicon ha rilasciato una lunga intervista all'edizione odierna de Il Tempo. Vocegiallorossa.it ve ne propone uno stralcio:
Il Mondiale?
"Siamo i favoriti, avremo i tifosi al nostro fianco e una squadra compatta in tutti i settori. Neymar può essere la stella del torneo. Adesso è il momento di dimostrare tutto questo in campo".
Non avete paura di un "Maracanazo" bis?
"So che l'Uruguay ha usato quella partita per farci uno spot e spaventarci. È passato tanto tempo, non conta niente. Comunque mi auguro di non incontrarli in finale".
Se fosse rimasto al City lei rischiava di restare a casa?
"Ho avuto tutti gli infortuni possibili a Manchester e per questo ho giocato pochissimo. A fine stagione ho parlato con Scolari e mi ha promesso la convocazione a patto che avessi ritrovato continuità in un club. Mi ha chiamato la Roma e non ci ho pensato un attimo: ho fatto la scelta giusta. Se il ct della Seleçao fosse ancora Mano Menezes non avrei avuto neppure questa possibilità. Invece ce l'ho fatta, con tanto sudore. Un ringraziamento? Al mio procuratore Roberto Calenda".
Se Totti fosse brasiliano, giocherebbe in Nazionale?
"Credo proprio di sì. È un grande calciatore e una bella persona: l'età non conta quando sei così forte. Mi ha inserito nella sua Roma ideale e non me l'aspettavo: poteva dire Cafu, invece ha scelto me. La cosa mi ha fatto molto piacere".
Garcia lo conosceva prima di arrivare?
"Sì. Ci avevo litigato".
Prego?
"Nel 2011, durante Inter-Lille di Champions, si alzava dalla panchina e parlava, parlava. A un certo punto mi sono avvicinato e gli ho detto di starsene zitto".
Poi a Trigoria che allenatore ha scoperto?
"Un grande lavoratore, si arrabbia se le cose non vanno bene. Ha qualcosa di Mourinho nel modo di preparare le partite ma sono diversi. Ognuno ha le sue idee, le sue qualità".
Un difetto?
"Non dovrei dirlo (ride, ndr) ma lo faccio: quando giochiamo una partita la sera alle 20.45 ci fa svegliare alle 9 del mattino. Si potrebbe aspettare le 10, anche le 11, no?"..
È sorpreso dalla grande stagione che avete fatto?
"No. Ho capito sin dal primo giorno di allenamento a Riscone che stava nascendo un grande gruppo. In tanti avevamo voglia di dimostrare qualcosa. Di me si pensava che fossi finito e posso capirlo, Stootman veniva da un campionato con poca visibilità, Ljajic e Benatia da squadre che non lottavano per il vertice. Poi a gennaio è arrivato Nainggolan: è un giocatore spettacolare".
Allora cosa vi è mancato per vincere?
"Abbiamo perso alcuni punti in casa e se vuoi lo scudetto non puoi permettertelo. La Juve non lo ha fatto e quindi ha meritato di arrivare prima al traguardo".
Insomma, si è messo in testa di vincere lo scudetto?
"A me piace alzare le coppe e spero di farlo anche a Roma: questa città ha bisogno di una grande festa e io voglio esserci. I tifosi romanisti mi hanno impressionato: sono tornati in 30mila all'Open Day dopo aver perso la Coppa Italia in quel modo. Una cosa pazzesca".
Il terzino giallorosso ha anche parlato ai microfoni de La Repubblica. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:
A lei non è mai capitato di rispondere a insulti razzisti?
"Vi dico una cosa: io la banana che hanno tirato a Dani Alves non l'avrei mangiata. Se continuiamo così tra un po' tireranno anche le angurie in campo. La reazione giusta non è quella, siamo professionisti: meglio rispondere con il pallone che con una banana".
E al suo amico Balotelli cosa dice?
"Mario deve solo concentrarsi sul campo, è il simbolo dell'Italia, un campione e lo ha già dimostrato. Magari deve limare dei comportamenti, ma lo sa anche lui".
Mario se l'è presa con Firenze e Roma.
"Non entro nel merito, ma i tifosi della Roma mi hanno colpito in positivo, c'erano trentamila persone all'Olimpico per la presentazione della squadra un anno fa, incredibile".
Chi vorrebbe incontrare in finale di Coppa del Mondo?
"Beh, la mia finale perfetta è Italia-Brasile. Ogni volta si dice che voi non state bene ma poi venite sempre fuori. Mi piace anche la Germania, la Bundesliga è finita prima degli altri campionati e hanno una grande tradizione, in finale o semifinale arrivano sempre".
E il campionato italiano come lo ha ritrovato dopo un anno al City?
"Il livello è più basso, guarda il Milan. Lì è un casino, ogni giorno uno va, uno viene. È il club più titolato, vederlo così è incredibile, non pensavo potesse succedere".