Cagliari, Mina: "Ranieri è davvero un grande uomo, non c'è nessuno come lui"
Yerry Mina, difensore del Cagliari, si è raccontato in una lunga intervista ai canali ufficiali della Lega Serie A. Ecco uno stralcio delle sue parole:
«Parlando di calcio, devo molto a Claudio Ranieri. È davvero un grande uomo. Mandategli sempre messaggi pieni di gratitudine, perché ha fatto tanto per me. Quando sono arrivato in squadra, ero in un brutto periodo: non stavo giocando, ero fuori forma e la mia fiducia era a terra. Lui mi ha accolto, mettendomi un braccio intorno alle spalle e mi ha preso sotto la sua ala protettrice. Non c’è nessuno come lui. Ranieri è un allenatore straordinario e una persona da cui ho imparato moltissimo. Ora con Davide, il nostro nuovo allenatore, sto imparando cose nuove. Ha un approccio diverso, ma è altrettanto ambizioso, con una mentalità vincente. Questo è ciò che mi piace di lui: indipendentemente dai risultati, lavora sempre sodo e spinge tutti a dare il massimo. Ricordo che, il giorno in cui sono arrivato, mi disse: “Anche se i risultati non arrivano subito, con il duro lavoro cambieremo le cose e i gol arriveranno”. Queste parole mi hanno colpito e ogni giorno imparo qualcosa di nuovo da lui. Spero di raggiungere traguardi importanti con lui e con questa squadra».
E ancora: "Quando mi sono unito al club, sono rimasto impressionato dai miei compagni di squadra, in particolare da Nicola Viola e Gianluca Lapadula. Avevo già affrontato Lapadula a livello internazionale, ma vederlo lavorare ogni giorno, con il suo atteggiamento positivo e la dedizione, è davvero fonte di ispirazione. È raro trovare persone così: sempre pronte a dare il massimo senza lasciarsi sopraffare dalla rabbia. È un piacere e un orgoglio condividere il campo con loro. C’è stato un episodio particolare che mi ha fatto sorridere. Durante una partita (Cagliari-Juventus della scorsa stagione ndr), il mister mi aveva assegnato il compito di tirare un calcio di rigore. Ma prima che potessi andare sul dischetto, Gianluca Gaetano si avvicinò e mi disse: “Lasciamelo tirare, mia figlia sta guardando, anche la mia famiglia è qui.” Gli risposi: “Va bene, ma se sbagli, non succederà più!” Fortunatamente segnò. Quando poi ci fu un secondo rigore, provò di nuovo a chiedermelo, ma gli dissi scherzando: “Aspetta un attimo, ne basta uno!” È stato un momento speciale, pieno di comprensione reciproca. Alla fine, l’importante è stato segnare entrambi i rigori e contribuire al risultato positivo della squadra".