Aspettando la Champions... Roma-Barcellona 3-0
Aspettando l'attesissimo ritorno della Roma in Champions League, inizia il viaggio di Vocegiallorossa.it, che ripercorrerà le più grandi vittorie ottenute dalla Roma nella massima competizione europea.
Il primo episodio vede protagonista la Roma scudettata di Fabio Capello, al debutto nella moderna UEFA Champions League dopo la beffarda cavalcata della Coppa dei Campioni 1984. È il 26 febbraio del 2002 e i giallorossi affrontano in casa il Barcellona nella quarta giornata della seconda fase a gironi, con Galatasaray e Liverpool impegnate in contemporanea all'Ali Sami Yen. La situazione del raggruppamento è ancora da definire: dalle sei gare giocate sono usciti fuori cinque pareggi e la vittoria del Barcellona a Anfield che pone i blaugrana due gradini sopra giallorossi e turchi e gli inglesi un passo sotto di loro. Una vittoria può sparigliare le cose e una sconfitta rischiare di compromettere tutto il cammino, Capello non può sbagliare e, insieme a Totti, si affida a Batistuta, spesso schierato dal primo minuto nelle gare europee per far fare, almeno nelle intenzioni, un salto di qualità al reparto, e Delvecchio, uomo d'equilibrio cui il tecnico di Pieris non rinuncia mai, con Montella che va in panchina. Dall'altra parte, la squadra allenata da Carles Rexach non è neanche l'embrione di quella ricca di campioni di Rijkaard e vive un passaggio generazionale piuttosto complicato, con la presenza del Valencia di Benitez, del sorprendente Deportivo la Coruna di Irureta e del solito Real Madrid di Del Bosque a costituire ferrea concorrenza in Liga, chiusa poi al quarto posto. Tuttavia, nell'undici iniziale non mancano campioni come Rivaldo e Patrick Kluivert e grandi leader presenti come Luis Enrique, all'assaggio del clima che avrebbe vissuto dieci anni dopo, e futuri come Carles Puyol. Le gerarchie sono dunque quasi ribaltate rispetto a quelle storiche e a quelle odierne, con una Roma in un buon momento anche in campionato, di cui è capolista insieme all'Inter dopo la vittoria interna ottenuta sul Perugia il sabato precedente.
Nel primo tempo la gara è ruvida e poco fluida: la Roma traccheggia senza riuscire a concludere verso la porta di Reina, Totti è, come spesso accadeva in quegli anni, rinchiuso in una vera e propria gabbia e gli ospiti si affidano al possesso palla che sarebbe poi diventato tiqui-taca qualche anno più in là, non riuscendo però a concretizzare visti i problemi fisici di Rivaldo e l'isolamento offensivo di Kluivert. All'intervallo Capello capisce che si può osare e sostituisce Delvecchio con Montella: il tridente si completa e basta un quarto d'ora alla Roma per passare. I giallorossi girano il pallone negli ultimi trenta metri per diversi secondi, Emerson va dentro da Totti che lavora la sfera sulla marcatura di Christanval e il successivo raddoppio, si fa quasi sfuggire la fascia di Capitano che tiene in mano mentre gioca all'indietro per Vincent Candela che scarica il destro sulla cui traiettoria c'è Emerson che inganna Reina con una beffarda deviazione. Il numero 10 è protagonista anche del raddoppio, difendendo ancora un gran pallone lanciatogli dalle retrovie da Candela e servendolo all'accorrente Montella, che con una finta fa secco Christanval rientrando sul destro e piazzando sul palo lontano per il delirio dell'Olimpico. Capello non vuole più rischiare e rinuncia alle tre punte inserendo Tommasi per Batistuta: la mossa si rivela vincente in quanto i blaugrana (in maglia oro e calzoncini rossi contro la maglia giallorossa e calzoncini blu della Roma, in un miscuglio cromatico piuttosto discutibile che oggi forse non sarebbe neanche permesso) non trovano spazio per l'arrembaggio finale e proprio il numero 17 trova il 3-0 finalizzando con un destro secco l'assist di Cafu, arrivato dopo l'ennesimo scatto del match.
È di fatto il punto più alto del ciclo di Fabio Capello: campioni d'Italia in carica, primi in campionato e nel girone di Champions League. Non sarebbe bastato per il bis tricolore, mancato a causa di un balbettante rendimento in trasferta, soprattutto contro le squadre di bassa classifica, e neanche per andare fino in fondo in quella Coppa, con la qualificazione per i quarti persa nelle due successive gare contro Galatasaray e Liverpool, in cui bastavano due punti complessivi per andare avanti e dalle quali uscirono fuori un pari con i turchi e un KO in Inghilterra, ma quella contro i blaugrana resta la prima grande vittoria della Roma nell'Europa delle stelle e della musichetta.
ROMA - BARCELLONA 3-0
Stadio Olimpico, martedì 26 febbraio 2002
ROMA (3-4-1-2): Antonioli; Zebina, Samuel, Panucci; Cafu, Emerson, Lima, Candela; Totti (87' Cassano); Batistuta (72' Tommasi), Delvecchio (46' Montella).
A disp.: Pelizzoli, Zago, Aldair, Guigou.
All. Fabio Capello
BARCELLONA (4-4-2): Reina; Puyol, De Boer, Christanval, Sergi (78' Xavi); Gerard, Luis Enrique (81' Rochemback), Cocu, Motta (65' Overmars); Rivaldo, Kluivert.
A disp.: Bonano, Abelardo, Coco, Saviola.
All. Carles Rezach
Arbitro: Kim Milton Nielsen (DEN)
Assistenti: Jens Larsen (DEN) - Bo Blankholm Pedersen (DEN)
IV Ufficiale: Tonny Kolbech Poulsen (DEN)
Marcatori: 61' Emerson, 74' Montella, 90'+2 Tommasi.
Ammoniti: Delvecchio, Lima, Christanval, Totti.