Florenzi: "Prima di Roma-Barcellona, Manolas era l'unico che non ci credeva. Mi manca il campo: ho comprato un pallone su internet...". VIDEO!
Alessandro Florenzi è stato ieri il protagonista di una diretta Instagram sul profilo di Max Biaggi. Ecco le sue parole.
Sugli allenamenti in tempi di covid-19.
“Ho avuto la varicella a 29 anni, non la auguro neanche al mio peggio nemico. Poi abbiamo capito che la piccola l’aveva avuta, ma solo due bolle. Non sono andato a Milano a giocare contro l’Atalanta, e dicono che lì possa essere successo qualcosa. La società mi ha messo a disposizione una bike e qui è rimasta, altrimenti avrei dovuto correre sul balcone, come i matti. Ho scoperto che qui sopra c’è una terrazza, sarei andato lì. Il campo è la cosa c he mi manca più di tutti”.
Il 18 ricominciano gli allenamenti?
“In Italia dicono che dal 4 ricominciano gli individuali. Sono andato su Amazon a comprare il pallone, altrimenti non lo toccavo più, dal 18 allenamenti collettivi”.
Interviene Nainggolan.
“Con te era tutto più facile. Abbiamo parlato, eravamo malinconici. Discorsi che affronteremo”.
In Spagna?
“Aspettiamo il decreto che dovrebbe uscire venerdì, parlerà il presidente e dirci cosa fare. Intanto qui ci hanno dato la libera uscita di un’ora con le bimbe”.
Sei a Valencia...
"Non si capisce se la FIFA darà o meno il prolungamento dei prestiti. Teoricamente il 30 giugno finisce il contratto, non si sa cosa decideranno di attuare, se prolungare fino a fine campionato".
Su Roma-Barcellona.
“Con Radja parlavamo di questo. Stava vedendo la partita, l’inno iniziale e abbiamo chiacchierato”.
Quando ha segnato Manōlas, tu ti sei messo le mani in testa.
“Al fischio finale sono andato da Alisson. Al gol di Manōlas mi sono messo le mani in testa e sono rimasto fermo. Spiego perché: dopo il 4-1 avevamo delle strane sensazioni. Durante la settimana non ci sentivamo battuti, perché avevamo giocato una buona partita. Sapevamo che se avessimo fatto la partita della vita, se ci avessimo creduto, niente sarebbe stato impossibile. Eravamo 25-26, di questi 24 ci credevano ciecamente. Ce n’era uno che dalla mattina diceva che eravamo già usciti ed era Manōlas, che ha fatto il gol definitivo. L’unico che non ci credeva. Noi alimentavamo questa posivitività".
Su Roma-Liverpool.
“All’arrivo col pullman, sembrava Baghdad. Mi vengono i brividi, eravamo tutti a fare il video”.
Sullo scudetto 2001.
“Avevo nove anni. In quell’anno sono andato alla Lodigiani. Dopo due anni che stavo lì c’erano Roma e Lazio che mi volevano. Sono andato alla Lazio a vedere, poi sono andato alla Roma. Quando sono andato alla Roma, sono entrato allo stesso cancello che c’è ora e sono andato dritto. C’era ad aspettarmi Bruno Conti. Sembrava avessi visto la Madonna. Una volta rientrato in macchina dissi a mio padre che avevo scelto. Mi portava ad allenarmi e poi a casa”.