Taddei a Rai Radio 2: "Il gol più importante contro il Real. Spalletti un matto, Ranieri un signore, Luis Enrique un motivatore"
Rodrigo Taddei, ospite di Max Giusti alla trasmissione radiofonica "SuperMax", ha così parlato ai microfoni di Rai Radio 2:
Dopo Totti, De Rossi e Perrotta sei il giocatore che da più tempo stai alla Roma, quanti anni fa hai lasciato il Brasile?
"10 anni fa, avevo 22 anni, vengo da S.Paolo di Brasile".
Ascolti la musica?
"Sì, soprattutto cd brasiliani, mi piace la Samba".
Dopo 7 anni che stai a Roma hai imparato un po' il romanesco?
"Aho, avoja, ho imparato un po' tutto, anche le parolacce, specialmente quando nello spogliatoio hai 2 romani veri. Anche il mio procuratore è romano, tra l'altro".
Continua poi a parlare il terzino giallorosso riguardo le sue origini italiane:
"Taddei è un cognome molto diffuso vicino a Perugia, come Ferrante dalle parti di Torino; avrei potuto giocare anche nella Nazionale italiana ma ho privilegiato il Brasile soprattutto per il rispetto dei calciatori italiani che giocano qua, per chi è veramente italiano insomma".
Quindi pensi che gli oriundi siano presi male dagli italiani?
“No, ma all'epoca la pensavo così. Adesso, avendo la fidanzata italiana, farei diversamente”.
E' vero che ti alleni dentro casa?
“Sì, sì, ma lo fanno in tanti e non lo dicono. Mi piace divertirmi con il pallone e ogni tanto vado su youtube a vedere qualche video particolare”.
La fidanzata di quale quartiere è?
“Acilia, adesso conviviamo”.
Sei mai andato a prendere la tua fidanzata?
“Sì, sì, fuori del calcio sono una persona molto semplice”
Quanto ti faceva aspettare?
“Per paura che mi venissero a disturbare era pronta prima di me”.
Conviene ad un giovane brasiliano oggi venire in Europa?
“Il Brasile è cresciuto parecchio ma l'Europa sta sempre un passo avanti in merito all'organizzazione e altri punti di vista”.
Il gol più importante?
“Contro il Real, in Champions, un giorno prima del mio compleanno”.
Il gol più bello?
“In una gara contro il Cagliari: cross di Panucci e rovesciata mia”.
Che consigli dai ai ragazzi che vogliono diventare degli sportivi?
“Di non mollare mai perché troveranno ostacoli ogni giorni. Bisogna mantenere poi umiltà e rispetto perché è facile scordarsi di famiglia e amici quando guadagni un po' di soldi”.
Hai fatto diversi ruoli..
“Ho questa facilità di cambiare diversi ruoli, in Brasile una volta feci anche il portiere perché il portiere era stato espulso. Presi gol su rigore da Romario”.
Ti è mai dispiaciuto quando un giocatore ha lasciato la tua squadra?
“Sì, soprattutto con Julio Sergio, le nostre famiglie si frequentavano”.
Adriano?
“E' un ragazzo d'oro”.
Conosci Stramaccioni e pensi che un allenatore giovane possa fare bene all'Inter?
"Personalmente no, è difficile che un allenatore giovane sia autorevole, ma dipende anche dai giocatori. Noi ad esempio abbiamo un preparatore atletico che ha 25 anni e viene rispettato da tutti".
Quali sono stati i tuoi allenatori alla Roma? Definiscili con un aggettivo
"Spalletti è un matto, Ranieri è un signore, mentre Luis Enrique è un grande motivatore"
La tua giornata ideale fuori dal calcio?
"Vado in giro con il mio cane e faccio una passeggiata al centro con la mia ragazza. Vivo all'Eur e mangio sempre italiano, tranne quando viene mia mamma che preferisce brasiliano".
Molti ragazzi in Brasile vedono nel calcio la via d'uscita. Che consiglio daresti per non cadere in situazioni sbagliate?
"Non è facile. A me ad esempio è capitato quando sono venuto in Italia, al Siena, di aver avuto un falso procuratore. Per fortuna poi ho incontrato il mio attuale agente, Alessandro Lucci, che mi ha aiutato molto. I bambini in Brasile si divertono col calcio e quindi capita spesso che vengano truffati da falsi procuratori".
Come immagini il tuo futuro alla Roma?
"Ora ho 32 anni, spero di giocare nella Roma fino a 37 anni, cioè spero di finire la carriera qui perchè a Roma sto benissimo".
E dopo la Roma?
"In futuro vorrei diventare allenatore dei bambini, perché non pensano ancora ai soldi e sono la cosa più pura e più vera che esiste".