PINZOLO - Perotti: "La maglia numero 10? Chiederla sarebbe una mancanza di rispetto. Nainggolan? Sapete come scherza...". FOTO!
È Diego Perotti il protagonista della conferenza stampa di oggi al Centro Sportivo Pineta di Pinzolo.
Sei partito forte, si costruiscono così le stagioni vincenti?
"Stiamo lavorando molto bene, il mister è stato chiaro, i preparatori ci fanno lavorare fisicamente per una stagione lunga. Dobbiamo essere tutti al 100%, ci stiamo allenando molto bene, anche i giovani".
Il ruolo è nellle tue caratteristiche?
"Il mister mi chiede di non essere sempre aperto, mi piace prendere palla, mi chiede di accentrarmi, di prendere palla tra le linee, di mettermi vicino all'attaccante. Mi farà migliorare nel modo di giocare, farò meglio per la squadra".
Similitudini e differenze con Spalletti?
"Sicuramente è presto per fare un'analisi. Quello che sento è che gli allenamenti sono intensi, chiede molta velocità, non tenere la palla e perdere tempo. Gli piace molto attaccare, lo facevamo anche con Spalletti, vedo un'intensità similare".
Cosa può portare Monchi in più rispetto a Sabatini?
"A Siviglia ha fatto acquisti incredibili, ha preso giocatori magari non conosciuti e li ha fatti diventare importanti e venduti a un prezzo maggiore. Ho molta fiducia in lui, so che Roma è diversa da Siviglia, però se gli danno quel tempo che serve farà una squadra competitiva e completa, che sarà molto importante per questo anno che comincia. Dobbiamo avere una rosa forte, ho fiducia in lui, farà acquisti giusti e importanti".
Ieri qualche tuo compagno ha espresso perplessità sulle cessioni. Sei un po' preoccupato?
"Prima di tutto, conosco Radja da un anno e mezzo, sappiamo come scherza, sono battute, non si può prendere tutto come un dramma. Magari sbagliamo a scherzare pubblicamente, ma sono scherzi. So cosa può fare Monchi, è arrivato da poco, non parla molto bene la lingua, deve avere il suo tempo, manca tempo per il mercato e so che farà una squadra forte. Abbiamo la Champions, la competizione più importante al mondo. Sono andati via giocatori importanti, sono arrivati acquisti come Karsdorp, farà un bel mercato".
Ti sei reso conto che quel gol al Genoa sposta molto del futuro della Roma? Monchi ha detto che sei stato il suo acquisto più difficile...
"Sono consapevole di quello che rappresenta arrivare in Champions, a Siviglia ho fatto un gol uguale, il mio primo gol in carriera è stato al minuto 90 e siamo arrivati in Champions League, so cosa significa per la società, per i soldi e per ciò che rappresenta. È tutto diverso. Abbiamo fatto un anno positivo, potevamo fare di più, vincere la Coppa Italia e arrivare in finale in Europa League, mi brucia sempre perché penso che eravamo abbastanza forti. Abbiamo rischiato di non arrivare neanche secondi, ma abbiamo vinto con Juventus, Milan e Genoa alla fine. Stagione molto positiva. Penso che lui abbia scherzato, mi ha preso da una squadra di C argentina per pochi soldi e sono arrivato nella Primavera del Siviglia prima di andare in Prima Squadra. Non è stato niente di strano".
Cosa manca per colmare il gap con la Juventus? Ti stimola la concorrenza con El Shaarawy?
"Ci stiamo avvicinando, i primi sei mesi abbiamo finito 10 punti dietro di loro e l'anno scorso 4. Quando giochi con squadre di classifiche non così buone si mettono dietro e rischi di pareggiare o perdere. La Juventus lì fa la differenza, non lascia tanti punti, quando le squadre si chiudono vincono 1-0, non hanno vinto tante partite con grosso scarto ma le hanno vinte, noi abbiamo pareggiato col Cagliari e l'Empoli, quelle partite sono i punti che ti mancano e ti fanno perdere lo scudetto. Con Stephan abbiamo un bel rapporto anche se giochiamo nella stessa posizione, anche se qualcuno pensa che non sia così. Ha fatto un bel finale di stagione, sia per lui che per me avere questa competizione è positiva, non ti puoi rilassare, se sbagli hai un compagno dietro che gioca al tuo posto, è un bene per te e per la squadra".
A marzo si disse deluso dalla mancata convocazione in nazionale, con Sampaoli può cambiare qualcosa?
"Il mondiale è una motivazione, è da quasi sei anni che non vado in nazionale ed è difficile. Quando l'allenatore cambia la speranza un po' torna, ma quando mi hanno detto che sarei andato e poi non sono stato chiamato ho perso un po' di speranza. Se farò una buona stagione, avrò più possibilità. Onestamente, non ho la stessa speranza di 2-3 anni fa".
L'anno scorso hai giocato di meno, cosa è successo?
"I primi sei mesi ho giocato quasi sempre, poi dopo Natale col Genoa mi sono fatto male e c'è stato il cambio di modulo, chi ha giocato ha giocato bene come Nainggolan, e ha fatto sì che giocassi di meno. Poi sono sempre entrato, ero il primo o secondo cambio, chiaro che fa piacere giocare di più, però devo pensare prima alla squadra, fare bene sia 90 minuti che 10, ogni volta che sono entrato l'ho fatto abbastanza bene. Mi farebbe piacere giocare sempre titolare. Ora è cambiato l'allenatore, dobbiamo tutti mostrare se siamo capaci di essere titolari con la Roma".
Sarà rigorista della Roma?
"Non sono il rigorista, con l'Udinese stava per calciare Kevin e gli ho chiesto di calciare, non c'è uno con la responsabilità. Se Edin ha fatto due gol e vuole fare il terzo... anche Daniele ha calciato bene. Abbiamo una squadra molto capace di fare bene in tanti punti, il rigorista cambierà. Mi piace fare gol, fin'ora la palla è entrata, speriamo di continaure così".
Domanda di Vocegiallorossa.it: ti piace la maglia numero 10?
"Sicuramente mi piacerebbe, è un numero che mi è piaciuto da sempre, chi ha giocato con quella maglia è sempre tra i miei preferiti. Ma quella maglia sarà sempre di Francesco, non so se qualcuno potrà indossarla. Sarebbe un piacere? Ma non la chiederei mai, sarebbe una mancanza di rispetto".
C'è un obiettivo minimo, vi preoccupa la concorrenza?
"Dobbiamo puntare a tutto, non possiamo pensare a una o due competizioni. Sarà una stagione lunga, dura e difficile, ma bella, di quelle che ogni giocatore vuole giocare. Le altre stanno facendo acquisti e penso che quest'anno tornerà a essere una di quelle stagioni di quando ero piccolo, con tanti giocatori importanti".