Le diverse armi di Mourinho per la trequarti della Roma

22.02.2023 08:01 di  Marco Campanella  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Marco Campanella
Le diverse armi di Mourinho per la trequarti della Roma
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"Doveva rientrare l'1 gennaio dalle vacanze. Gli ho detto che senza di lui non avremmo battuto il Bologna e che secondo me doveva rientrare il 29 dicembre. Mi ha richiamato dicendomi che sarebbe partito il 27 per essere all'allenamento a Trigoria il 28": queste sono le parole dette da José Mourinho dopo la vittoria contro la Fiorentina di gennaio. Ecco, dopo una rinfrescata di memoria con queste dichiarazioni, alzi la mano chi si aspettava una vittoria certa contro l'Hellas Verona data l'assenza dello stesso Paulo Dybala, il quasi infortunio di Lorenzo Pellegrini e - se vogliamo aggiungerlo - il colpo subito da Tammy Abraham che lo ha messo K.O. a pochi minuti dal fischio d'inizio. Non credo siano stati tantissimi gli ottimisti

Eppure, la vittoria contro i gialloblù è arrivata e - come se fosse poco - i giallorossi hanno, inoltre, fornito una più che buona prestazione. Molto del merito è stato proprio della coppia di trequartisti che sostituivano la Joya e il Capitano: Ola Solbakken e Stephan El Shaarawy

Il norvegese è stato il protagonista, dato che ha segnato il gol vittoria alla sua prima partita da titolare con la Roma, eguagliando (in soli 75 minuti) le marcature realizzate

in campionato da Nicolò Zaniolo negli 896 minuti in cui l'ora fantasista del Galatasaray è stato schierato da José Mourinho, nei primi mesi di stagione. Solbakken ha dimostrato, seppur un inizio di gara in cui è stato un po' fuori dal gioco, di essere cinico sottoporta, girando con il mancino in spaccata un assist di tacco di Spinazzola; di poter contare su un ottima fisicità grazie al metro e 86 cm di altezza e 80 kili; e di avere movimenti d'attaccante puro essendo stato da sempre abituato in carriera a giocare più avanzato. Un peccato per Mourinho non averlo a disposizione per l'Europa League, dopo la costrizione imposta dalla UEFA di rimuoverlo dalla lista europea.
Per quanto riguarda El Shaarawy; anche il Faraone ha fatto una buona prova seppur non entrando nel tabellino dei marcatori. Il numero 92 raramente delude, grazie a una velocità, una progressione palla al piede e una capacità di saltare l'uomo che - tolto Dybala - i compagni di reparto non hanno. Come il norvegese, anche El Shaarawy - seppur in questi ultimi anni sta diventando costantemente più duttile - è sempre stato più attaccante, dando anche lui più movimenti per la manovra offensiva giallorossa. 

Solbakken e il Faraone, quindi, rappresentano due diverse armi a disposizione di José Mourinho per la trequarti giallorossa. Togliamo dall'analisi Dybala che se il tecnico ne avesse altri 10 li schiererebbe tutti e 11 contemporaneamente, in quanto sia per distacco il miglior elemento della rosa e uno dei giocatori più forti della Serie A. Pellegrini (l'altro titolare nella mente dello Special One in quella posizione) ha altre caratteristiche rispetto all'ex Bodo/Glimt ed El Shaarawy. Il Capitano, infatti, offre più qualità e più visione di gioco, ma non può avere la stessa gamba e avere nelle proprie corde movimenti da attaccante vero e proprio. 

Ricapitolando: velocità, dribbling, fisicità, qualità e visione di gioco. Non male per la trequarti di José Mourinho, che dal canto suo deve creare il giusto mix di caratteristiche da mettere alle spalle di uno tra Abraham e Belotti a seconda dell'avversario.