"Ci manca Ibanez" ma i dati dicono altro: le tante cause del tracollo difensivo della Roma
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"La gente parla, o parlava, degli errori di Ibanez con la palla, che ogni tanto rigiravano qualche situazione che è diventata quasi iconica, per essere avvenuto in qualche partita speciale. La verità è che Ibanez ci dava una solidità incredibile a livello difensivo". Per la seconda volta in pochi giorni José Mourinho sottolinea l’importanza dell’assenza di Roger Ibanez in questa stagione, una delle cause principali – a suo dire – della mancata solidità difensiva. Una domanda sorge quindi spontanea, ma nelle partite giocate lo scorso anno senza Ibanez, come è andata la Roma? Dati alla mano, delle cinquantacinque gare giocate nella passata stagione, il brasiliano ne ha saltate solo sette, due in Europa League e cinque in campionato. Risultato? Sette vittorie per la Roma e solamente due gol subiti.
IL RENDIMENTO DI RUI PATRICIO E L'ASSENZA DI SMALLING - Più che l’assenza di Ibanez, quindi, sembra vadano ricercate altrove le cause di questa evidente crisi difensiva. In primo luogo, banale dirlo, le prestazioni sottotono di Rui Patricio. Il portoghese ha iniziato malissimo la stagione, con il passare delle giornate si è un po’ ripreso, ma fatica ancora a essere determinante in termini positivi. Le colpe, però, non possono essere tutte del portiere. C’è poi l’assenza di Smalling. Pesante, senza alcun dubbio. Per quanto, anche nelle prime tre giornate di campionato – con l’inglese regolarmente in campo – la difesa ha comunque palesato grandi difficoltà. E allora dove è la causa del problema?
L'INSERIMENTO DEI NUOVI - Una parziale risposta arriva ancora da Mourinho, che ha sottolineato come tre quinti della difesa siano nuovi. O, per essere più precisi, due e mezzo su cinque, considerando Llorente un mezzo acquisto. Anche qui però sorgono dei dubbi. Quando lo scorso anno ha giocato Llorente, tutti ne hanno apprezzato le qualità e non è mai sembrato in difficoltà nell’entrare nei meccanismi difensivi. Il problema sono quindi Ndicka e Kristensen? Sicuramente in queste prime apparizioni i due nuovi acquisti hanno palesato dei limiti tecnici, ma tutte la responsabilità delle difficoltà difensive non può ricadere solo su di loro. Il discorso, purtroppo, è più ampio.
IL PROBLEMA A CENTROCAMPO - A sinistra Spinazzola e Zalewski hanno sempre avuto difficoltà nella fase difensiva e anche quest’anno la musica non sembra cambiata. Quello che è diverso, sicuramente, è il centrocampo. La presenza di Paredes garantisce sicuramente una maggiore qualità in mezzo al campo, ma l’apporto in fase difensiva dell’argentino è quasi nullo. Lo stesso Mou ha sottolineato come l’ex PSG debba crescere sotto questo aspetto. Lo scorso anno la coppia di mediani Cristante-Matic dava equilibrio e solidità, cosa che quest’anno sta mancando. Nel ruolo di mezzala Cristante riesce a inserirsi in avanti con maggior libertà e non a caso quest’anno ha già segnato due gol e servito tre assist. Per quanto possibile, il numero 4 sta continuando a dare un contributo anche in fase difensiva, ma quando è l’unico centrocampista in campo con queste caratteristiche fa più fatica. La miglior partita dell’anno della Roma è chiaramente il 7-0 contro l’Empoli, occasione in cui con Cristante e Paredes hanno giocato Renato Sanches prima e Bove poi. La sensazione, quindi, è che con un mediano di qualità come Paredes siano necessarie due mezzali dinamiche e di quantità. La Roma, al momento, non sembra in grado di poter giocare con l’argentino in regia e una mezzala di qualità, che sia Aouar o Pellegrini. La soluzione migliore, comunque, può trovarla solo José Mourinho, ma deve farlo in fretta. Di tempo, infatti, non ce ne è più.