Gandini: "Il Barcellona era uno scoglio insormontabile, ora abbiamo l'opportunità di scrivere un'altra pagina di storia"
Umberto Gandini, ad della Roma, è intervenuto ai microfoni di Radio 24:
Come si vivono queste vigilie?
“Adesso che abbiamo passato lo scoglio SPAL iniziamo a pensarci. Sappiamo di venire da una prestazione straordinaria e ora siamo curiosi di capire quanto siamo bravi, c’è questa attesa, siamo di fronte a un’occasione storica. I ricordi che ho del Milan sono più sbiaditi ormai perché sono passati più di 10 anni. Abbiamo superato il Barcellona che era uno scoglio insormontabile e sul Liverpool non posso pronunciarmi. Io ricordo con il Milan il ritorno contro il Manchester United dove giocammo in maniera perfetta, mi piace pensare di essere in quel mood. Siamo consapevoli di quello che ci aspetta e viviamola con serenità”.
Il percorso della Roma?
“Ci siamo guadagnati tutto sul campo e ora dobbiamo coltivare questo sogno che stiamo coltivando con tutta la società”.
Cosa rappresenta questa semifinale?
“Dopo la partita contro il Barcellona si è entrati in una specie di guscio, di sogno. Per Pallotta rappresenta tantissimo ma anche per la città che vive un rapporto molto forte con la squadra, è una sensazione di grande positività”.
Differenze tra club e Nazionale?
“Le squadre italiane sono allenate da allenatori che cercano di ottenere risultati attraverso il gioco, d’imporre una filosofia verso un avversario del quale si nutre rispetto. Nei club si lavora in un altro modo rispetto alla Nazionale, la non qualificazione al Mondiale è un incidente di percorso. Se pensiamo al Barcellona, l’ultimo canterano uscito è Sergi Roberto, oramai ci sono pochi talenti in giro”.
Cosa serve per migliorare?
“Se si hanno risorse come uno stadio, vedete la Juventus, e ti vai a confrontare con entità europee che hanno ricavi altissimi, questo è un gap che può colmare in campo con la tecnica ma al di fuori di esso servono risorse e uno stadio lo è da sempre. L’ultimo grande evento che ha avuto l’Italia è stato Italia ’90, abbiamo perso gli Europei del 2008, 2012 e 2016 mancate per politica e non per incapacità. Gli stadi dove giochiamo oggi sono figli di Italia ‘90”.
Quanto ci crede la Roma alla finale?
“Ci crediamo tutti perché giochiamo una semifinale e giochiamo contro una squadra molto forte, una nobile del calcio europeo che ha vinto 5 Coppe dei Campioni, è una squadra forte avanti ma concede anche molto. Abbiamo un’opportunità grandissima di scrivere un’altra pagina di storia e ci crediamo”.
La Roma ha caratteristiche europee?
“In questo periodo siamo bene e ciò ci permette di esprimerci al meglio, in Europa stiamo bene dall’inizio. Nel periodo in cui abbiamo giocato in Europa, stavamo bene anche in campionato. Sulle partite ad andata e ritorno le abbiamo interpretate bene”.
Le cessioni di Salah e Coutinho delle due squadre?
“Siamo in un momento dove vanno fatte delle scelte, se siamo qui lo dobbiamo a chi ha sostituito i partenti e questo depone a favore della società per il lavoro fatto”.
Tutta Italia a tifare Roma?
“Sicuramente abbiamo una responsabilità importante ma avendo eliminato una delle grandi favorite come il Barcellona, ci ha dato una spinta anche da tifosi di altre squadre che vedono in noi quella voglia di rivalsa di altre tifoserie. Siamo consapevoli di ciò che abbiamo fatto ma abbiamo la leggerezza mentale giusta nell’affrontare il Liverpool. In ogni caso, o noi o il Liverpool sarà in maniera inaspettata in finale”.