Verso Siviglia-Roma: in attesa della finale, riviviamo il percorso europeo della squadra di Mourinho
Ci siamo, manca ancora un po’, ma ci siamo. Inutile girarci intorno, nella testa di tutti i romanisti il pensiero è solo uno: quella coppa, quella notte, quella partita. “Prima c’è la Fiorentina, poi penseremo al Siviglia” continuavano a ripetere Mourinho e i suoi giocatori nei giorni scorsi, ma anche loro non sembravano crederci davvero. L’attenzione è rivolta solo alla finale di Budapest, quel 31 maggio che potrebbe segnare una nuova e indimenticabile pagina della storia giallorossa. Una pagina non da scrivere per intero, perché il percorso fatto in questa stagione dalla Roma in Europa League è già nella storia del club.
Un percorso pieno di insidie e di difficoltà, come raccontato da Mourinho nella conferenza stampa del Media Day: “Sono quattordici partite, siamo andati a Ludogorets e siamo tornati qui alle sette del mattino, siamo arrivati a Helsinki che faceva un freddo da morire. Abbiamo giocato contro il Betis e se perdiamo siamo fuori, siamo andati a Salisburgo che veniva dalla Champions. Abbiamo affrontato la Real Sociedad, che faceva e sta facendo una stagione top in Spagna, abbiamo perso giocatori, giocatori, giocatori. Abbiamo fatto giocare giocatori in posizioni che non erano le loro. Abbiamo fatto giocare a un ragazzino come Bove due semifinali da titolare, siamo andati a Leverkusen e anche loro venivano dalla Champions. Adesso siamo là, siamo là e vogliamo giocare. Vogliamo i romanisti come noi, super felici di stare lì e di giocare quella finale”. Quattordici partite dopo, la Roma è ancora lì, in lotta per l’Europa League. La finale può diventare il lieto fine di un bellissimo film, ma prima di scoprire se questo lieto fine ci sarà, riviviamo insieme le “migliori scene” di questa pellicola.
IL GIRONE DI ANDATA: IL PEGGIOR INIZIO POSSIBILE – L’avventura in Europa League inizia nel peggiore dei modi: la squadra di Mourinho viene infatti sconfitta per 2-1in trasferta dal Ludogorets. Dopo aver trovato il pareggio al minuto 86 con Shomurodov, due minuti più tardi i giallorossi concedono un gol agli avversari e vengono sconfitti all’esordio. La vittoria viene così rimandata al secondo match del girone, occasione in cui la Roma si impone per 3-0 sull’Helsinki. Dopo un primo tempo deludente, i giallorossi – aiutati dalla superiorità numerica e dall’ingresso in campo di Dybala – riescono a imporsi sugli avversari. Si arriva così all’ultima gara di andata, giocata all’Olimpico contro il Real Betis. Per la Roma arriva un’altra sconfitta e dopo le prime tre gare si ritrova inaspettatamente al terzo posto del girone con solamente tre punti conquistati. Alla difficile situazione di classifica si aggiunge anche un cartellino rosso rimediato nel finale da Zaniolo.
IL GIRONE DI RITORNO: A 45 MINUTI DALL’ELIMINAZIONE – Senza Zaniolo squalificato e senza Dybala infortunato, la Roma va a Siviglia per giocare nuovamente contro il Real Betis. I giallorossi mettono in campo una prestazione di carattere e riescono a conquistare un punto prezioso. Nella quinta e penultima sfida del girone, la squadra di Mou è nuovamente impegnata in trasferta, ma dalla calda Siviglia si passa alla gelida Helsinki. Il freddo e il campo sintetico si rivelano avversari complicati, ma la Roma riesce a imporsi sui finlandesi per 2-1. Con il Real Betis già matematicamente qualificato da prima del girone, Roma e Ludogorets si giocano la qualificazione ai playoff nell’ultima giornata. Entrambe le squadre hanno 7 punti e in caso di pareggio la Roma sarebbe eliminata a causa degli scontri diretti. Il primo tempo termina con i bulgari in vantaggio e l’eliminazione sembra ormai a un passo. Nella ripresa, però, Mourinho è determinante con i suoi cambi e una doppietta di capitan Pellegrini ribalta il risultato: la Roma è ai playoff di Europa League.
I PLAYOFF: RIBALTANDO CAPALDO - I sorteggi mettono di fronte alla Roma il Salisburgo, una squadra giovane e ricca di talento che arriva dalla Champions League. Nel match di andata i giallorossi giocano una buona gara, ma al minuto 88 Capaldo segna inaspettatamente un gol e regala un importante vantaggio ai suoi in vista del ritorno. In un Olimpico strapieno (cosa che ormai non fa più particolarmente notizia) gli uomini di Mou riescono però a ribaltare il risultato dell’andata, trascinati dai gol di Belotti e Dybala. La Roma è agli ottavi di Europa League.
GLI OTTAVI: PROVA DI MATURITÀ – Dopo le sfide con il Real Betis nel girone, la Roma si trova di fronte un’altra squadra spagnola: la Real Sociedad. In quel momento la squadra di Alguacil era terza in campionato (ora è quarta) e la sfida si prospettava tutt’altro che semplice. All’Olimpico, però, la squadra di Mourinho sembra capace di trasformare ogni difficoltà in uno stimolo e – senza troppi problemi – si impone per 2-0 nella gara di andata. Una settimana dopo, a San Sebastian, i giallorossi riescono a contenere il tentativo di rimonta degli avversari, mantenendo un prezioso 0-0 fino al triplice fischio del match. La Roma è ai quarti di Europa League.
I QUARTI: LA ROMA SÌ E IL FEYE NO – Ancora tu? Ma non dovevamo non vederci più? Dopo meno di un anno dalla storica finale di Conference League, Mourinho e i suoi ritrovano il Feyenoord. Gli olandesi vogliono la rivincita e non fanno molto per nasconderlo. L’andata – giocata in Olanda – finisce 1-0 per la squadra di Slot e la Roma è chiamata a una nuova impresa. Il primo tempo del match di ritorno termina 0-0 e ancora una volta i giallorossi sono a 45 minuti dall’eliminazione. Al 60’ Spinazzola segna e porta il risultato in parità nel doppio confronto, ma dopo 80 minuti di un monologo a tinte giallorosse, Paixao segna per gli ospiti e sembra mettere la parola fine sui sogni dei romanisti. Paulo Dybala, però, non è d’accordo e a 60 secondi dal novantesimo porta la partita ai supplementari con una magia. È una sfida di nervi e – proprio come a Tirana – la Roma si dimostra più lucida del Feyenoord. I supplementari sono dominati dai giallorossi, la partita termina con un sonoro 4-1 e con Mancini che saluta Gimenez: la Roma è in semifinale di Europa League.
LE SEMIFINALI: “GAME-SET-MATCH” – La doppia sfida contro il Bayer Leverkusen è il manifesto della Roma formato Europa di José Mourinho. 1-0 all’andata all’Olimpico e 0-0 al ritorno alla BayArena: “gioco-partita-incontro”, come si direbbe nel tennis. Nonostante le tante assenze per infortunio e le tante partite ravvicinate, i giallorossi giocano due gare solide e di carattere, riuscendo a passare il turno senza mai realmente soffrire la squadra avversaria. A decidere il doppio incontro è Edoardo Bove, un ragazzo del 2002, romano e romanista, che con il suo gol porta la sua squadra e la sua gente a Budapest: la Roma è in finale di Europa League.
LA FINALE – In attesa della finale, il finale di questo film è ancora da scrivere…