Petrachi-Pallotta e la sentenza vinta dall'ex ds, tutti i retroscena
Lo scorso 12 febbraio Gianluca Petrachi ha vinto la causa contro il licenziamento per giusta causa subìto dalla Roma lo scorso anno. In attesa delle motivazioni, Il Tempo riporta alcuni retroscena, come il fatto che il famigerato SMS che sarebbe costato il posto all'ex ds sarebbe stato spedito dopo averlo preventivamente mandato al CEO Guido Fienga, senza aver avuto alcun appunto. Petrachi era andato su tutte le furie dopo un'intervista rilasciata da James Pallotta al sito ufficiale del club, in cui non nominava lo stesso Petrachi tra le persone che avevano meriti per il buon lavoro svolto dalla Roma.
CASO STIPENDI - La società ha accusato Petrachi di essere rimasto presso la propria residenza in Puglia durante il lockdown, disinterressandosi dei calciatori e dei collaboratori tecnici. A questa accusa, l'ex ds ha risposto sottolineando il suo intervento nella questione della riduzione degli stipendi, che i calciatori sudamericanani erano restii ad accettare. Petrachi ha così parlato con il procuratore di Fazio, convincendo il giocatore che aveva un'influenza sugli altri 4 giocatori da convincere.
INTERVISTE - La Roma ha contestato a Petrachi il contenuto di alcune interviste tra cui la famigerata frase: "È un gioco di calcio, non è un gioco di signorine", che aveva destato molte polemiche ma che il giudice ha riconosciuto essere un vecchio modo di dire risalente al 1909. In ultimo, l'intervista rilasciata a Sky nel giugno 2020, in cui Petrachi accusava i calciatori di scarso impegno negli allenamenti, è stata trasmessa 4 giorni dopo la realizzazione, poiché il club e l'emittente satellitare avrebbero concertato quali parti trasmettere e quali no e sarebbero state tagliate delle dichiarazioni di sostegno a James Pallotta.
TORINO - Si è parlato anche dell'inchiesta della Procura federale, poi archiviata, in merito ai presunti contatti di Petrachi con la Roma quando era ancora un dipendente del Torino: "Non si comprende quindi come il club - sostiene il giudice - possa contestare tale fatto al ricorrente, tanto più che, nel caso in cui i fatti fossero stati accertati, AS Roma sarebbe stata responsabile al pari del ricorrente per aver usufruito dell’attività di un dipendente del Torino", conclude l'articolo de Il Tempo.