Sabatini: "Con Dovbyk non vinci, sì a Totti con un ruolo tecnico. Esonerare De Rossi la decisione peggiore che si potesse prendere"
Walter Sabatini, ex e storico Direttore Sportivo della Roma, ha parlato a La Gazzetta dello Sport. Questo uno stralcio delle sue dichiarazioni.
La Roma ha speso più di 120 milioni sul mercato ed è quindicesima. Dov’è l’errore?
"Non conosco Ghisolfi, ma per le scelte fatte non sono un suo ammiratore. Non ha portato sostanza. L’unico giocatore che ne ha è Koné, che ha voluto a tutti i costi De Rossi, altrimenti non sarebbe arrivato. Gli altri sono tutti aggregati, non ci sono giocatori che possono fare la differenza. Tolto Dybala...".
Non la convince neanche Dovbyk?
"Un buon giocatore, ma non ha la giocata felice e con grazia, fatica a trovare la porta. Si impegna, lotta, ma non è con i Dovbyk che si vincono i campionati. Le Fée è un playmaker che sa giocare, ma ci vuole un motore diverso per la Roma. Lui come Pirlo? Ranieri ha voluto legittimare un acquisto, un allenatore deve anche proteggere la società".
Soulé sembra però un giocatore da Sabatini.
"È forte, si riprenderà. Il suo problema è che deve giocare come a Frosinone. Deve incidere di più e mettere un po’ di peso, muscolare e caratteriale. Si lascia espellere dalla gara con troppa facilità, deve combattere. Forse si aspettava altro, ma anche gli altri si aspettavano altro da lui. Deve darsi una svegliata: i calciatori sono soli, non li aiuta nessuno".
Cosa deve fare Ranieri per rialzare la Roma?
"La Roma in questa condizione è imbarazzante, non c’è corrispondenza alla passione popolare. Ranieri gli ha ridato un’anima, un temperamento. La squadra è più combattiva, presto arriveranno i risultati. Ora deve dargli la gioia di vivere e l’ottimismo, la Roma deve tornare a far gol per esaltarsi. Detto questo, la cacciata di De Rossi è stata la decisione più sbagliata che si potesse prendere: una cosa barbara, ma contro la società stessa. Daniele stava facendo un buon lavoro".
Totti lei lo riporterebbe a Trigoria?
"Sì, con un ruolo tecnico. Ora si è confrontato con la vita e ha capito che è dura per tutti. Avrebbe lo slancio per far bene, a condizione di avere un ruolo operativo, non essere una decorazione".
Errori e gioia della sua carriera?
"Errori tanti, come quando ho lasciato l’Inter, accettando condizioni che non avrei mai dovuto accettare. La salvezza della Salernitana mi ha reso fiero, perché ho reso felice una città. Certo, poi quando rivedo la Roma di Nainggolan, Salah, Dzeko, Totti, De Rossi, Strootman e Pjanic resto imbabolato e un po’ frustrato. Era una squadra pazzesca, con un professore come Keita".
A Pellegrini cosa consiglierebbe?
"Mi sorprende questo malumore nei suoi confronti. Ma a Roma sono stati contestati tanti giocatori e sono tutti sopravvissuti. Succederà anche a lui, che presto tornerà a far vedere le sue qualità".