Zalewski: "Il mio sogno era vincere un trofeo internazionale da titolare, ora voglio andare al Mondiale"

04.06.2022 15:00 di  Emiliano Tomasini  Twitter:    vedi letture
Zalewski: "Il mio sogno era vincere un trofeo internazionale da titolare, ora voglio andare al Mondiale"
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Nicola Zalewski ha concesso un'intervista a Sportweek, settimanale de La Gazzetta dello Sport. Questo uno stralcio delle sue parole.

Nicola, sei già un asso di Coppa. 
"Se mi avessero chiesto un sogno, avrei detto: vincere un trofeo internazionale giocando da titolare".

Pensando alla stagione, che cosa ti viene in mente? 
"Tante cose. L’occasione che mi ha dato Mourinho, il lavoro fatto per adattarmi a terzino, cioè in un ruolo che non è il mio naturale, l’emozione di una finale in cui posso essere sembrato timido, per quanta pressione avevo addosso. E poi per mille motivi extra-campo che hanno reso questa annata molto particolare".

È vero che avevi un rapporto speciale con tuo padre?
"Sì, assolutamente. Però mi arrabbiavo quando mi rimproverava per quello che facevo in campo. Gli dicevo che non poteva dirmi cosa dovessi fare perché lui non aveva mai giocato a pallone".

Tuo padre Krzysztof è morto lo scorso anno: era malato da tempo, vero? 
"È stato un percorso. Piano piano i dottori ci hanno iniziato a far capire che la situazione non stava migliorando. La sua morte non è stata improvvisa. Io in particolare mi ero preparato al peggio. Questa esperienza purtroppo mi ha aiutato a crescere. È successo circa un mese dopo l’esordio in nazionale. Almeno ha fatto in tempo ad avere quella gioia".

La Nazionale italiana ti ha mai cercato davvero?
"Diciamo che ero venuto a sapere di un interessamento, ma non è mai arrivata una chiamata ufficiale".

Qualcuno dice che tu abbia scelto la Polonia perché l’Italia non va al Mondiale. 
"Non è vero. La nazionale polacca mi ha chiamato sin dall’Under 15. Per rispetto nei loro confronti e della mia famiglia non ho mai avuto dubbi".

Come te la cavi con la lingua?
"Come con le temperature: i primi giorni mi devo abituare, ma piano piano riesco a parlare".

Ci sono due figure iconiche della Roma che hanno a che fare con te: Bruno Conti e Boniek. 
"Chi mi ha scoperto è stato Stefano Palmieri, poi Conti mi ha fatto firmare con la Roma. Con Boniek abbiamo un rapporto quasi familiare, quando ci sentiamo non parliamo solo di calcio. Aveva un ottimo rapporto con papà".

Alcuni dicono che tu somigli a Iniesta... 
"Io non ho mai avuto miti calcistici, ma è un paragone grande. Se parliamo del ruolo, però, magari fare la mezzala di centrocampo non mi dispiacerebbe. Anche il mio amico Lorenzo Pellegrini dice che potrei giocare nel suo ruolo".

Quali sono le tue doti migliori?
"La tecnica e ora posso dire anche la velocità".

Con Mourinho, che ti chiama «il Bambino», che rapporto hai? 
"Un rapporto normale tra tecnico e giocatore. Niente di più e niente di meno".

Prima della tua lievitazione calcistica, sei salito alla ribalta anche per un video poco bello su Instagram fatto insieme a un rapper. 
"Non è stata una situazione piacevole. Le persone che mi sono vicino mi hanno fatto capire quello che è meglio per me e il discorso è stato chiuso subito. È un’esperienza che mi  ha aiutato a capire che nella vita ti devi circondare di gente che ti vuole bene. Non ho mai avuto più a che fare con quella persona, era una conoscenza occasionale".

Come vedi il tuo futuro? 
"Spero pieno di soddisfazioni, anche perché a Roma sto bene. Ma ora penso solo alla nazionale. Visto che vado di corsa, provo anche ad andare al Mondiale, no?"