Season Review - Javier Pastore, il grande enigma della Roma
Acquistato dall'ex DS Monchi, scommettendo sulle sue qualità tecniche, cercando di centrare il colpo di mercato, rilanciando un calciatore sopra la media, Javier Pastore in queste due stagioni romane è stato più un punto interrogativo, causa i continui infortuni che ne continuano a minare un suo rendimento a pieno regime.
RENDIMENTO - Giocatore tecnico, dalla buona visione di gioco e dal dribbling secco, Fonseca ha provato a lavorarci fin dai primi giorni del ritiro di Trigoria. Le sue caratteristiche, tra l'altro, lo rendono unico nella rosa giallorossa, fatta da trequartisti atipici come Pellegrini, Mkhitaryan o Zaniolo (i giocatori che hanno ricoperto quel ruolo durante la stagione). La mancanza di passo, quell'atleticizzazione necessaria di cui parlava Di Francesco nella passata stagione, ha fatto sì che il nuovo tecnico, all'occorrenza lo abbia abbassato a centrocampista centrale. Prima nelle amichevoli di inizio stagione, poi nella gara contro la Sampdoria al Luigi Ferraris, spostato al posto di mediano per l'infortunio di Cristante. Questo il punto di svolta della stagione di Pastore che, dopo qualche spezzone di partita era finito costantemente in panchina in Serie A.
Una sorta di grande enigma stagionale. Fonseca a più riprese aveva parlato di un giocatore poco pronto per giocare (a causa dei suoi infortuni che non gli permettevano di allenarsi per tutta la settimana col gruppo), fino a quando "la Roma chiamò" e dal 20 ottobre al 10 novembre ha giocato la bellezza di 7 partite consecutive. Gare in cui, pian piano che acquistava il ritmo partita, aumentava la qualità della prestazione. La prestazione, più che l'incisività nel risultato, andando vicino alla via del gol senza successo, siglando un assist-gol nella bella vittoria di Udine.
Poi più nulla, proprio nel suo momento migliore, a causa di un problema all'anca che lo ha costretto a star fuori fino al derby di ritorno, mandato in campo da Fonseca come carta jolly all'89° minuto, con la speranza di risolvere il match sul risultato di 1-1.
In panchina nelle disfatte contro Sassuolo e Bologna e poi di nuovo out per infortunio, fino allo stop del campionato causa COVID-19.
STATISTICHE - Nel suo primo anno di Roma chiuse con 17 presenze, 4 gol e 1 assist, in 790 minuti. In questa, in proiezione, potrebbe aumentare il minutaggio di impiego essendo già a quota 725', anche se è sceso il rendimento di gol (0) e assist (1). In Serie A ha collezionato 8 tiri in porta (2 nello specchio, 6 fuori), percorrendo 9,1km in 479 minuti, subendo 9 falli.
46 passaggi per l'85% della riuscita è una buona media, inferiore però a molti suoi compagni di reparto dove Diawara (90%) e Cristante (89%) primeggiano. Ha una media di 3 passaggi chiave a partita, ma anche questo dato (passaggio che porta a un tiro) analizzandolo si può notare come gli addetti ai calci d'angolo come Pellegrini (3,3) o Ünder (3,8) siano gli altri migliori della squadra. Più interessante per far capire il modo "unico" in rosa in cui gioca "El Flaco" è quello dei passaggi nell'area di rigore. Con 2,8 a partita e il 67% è il calciatore migliore nel reparto giallorosso.
Basso il numero di dribbling riusciti a partita per un giocatore dalle sue caratteristiche: 4,2 a partita con una percentuale del 50%, stessa cosa per gli 8 duelli offensivi per partita con il 33% di riuscita.
Il dato che caratterizza più di tutti la stagione di Pastore sono le partite in cui non è stato a disposizione della Roma per infortunio: 17 su 36 gare stagionali (11/26 in Serie A, 4/8 in Europa League 2/2 in Coppa Italia).