Cambio Campo - Adaglio: "L'Elfsborg di Hiljemark gioca un calcio molto propositivo: attenzione agli inserimenti di Baidoo. Il clima non dovrebbe essere un problema"
Torna l'appuntamento con "Cambio Campo", la rubrica di Vocegiallorossa.it nella quale, prima di ogni partita della Roma, vi proponiamo un'intervista ad un giornalista che segue la squadra avversaria.
L’ospite di oggi è Giuliano Adaglio, collaboratore de La Gazzetta dello Sport e L'Ultimo Uomo ed esperto di calcio svedese, con il quale abbiamo parlato di Elfsborg-Roma.
Parliamo dell’Elfsborg, che squadra è? Quali sono i suoi pregi e i suoi difetti?
"L’Elfsborg è una squadra, secondo me, molto stimabile dal punto di vista della programmazione, è espressione di una città relativamente piccola, dell’entroterra di Göteborg, tanto che la sfida di calcio tra le due squadre viene considerata come un derby. Nonostante siano molto più piccoli rispetto al Malmö, Göteborg e le tre squadre di Stoccolma (Aik, Djurgården e Hammarby), sono comunque una squadra molto seguita e di grande tradizione. A livello di gioco sono stimabili perché riescono ad avere una filosofia molto chiara da anni, una programmazione che fa sì che sia un buon mix di ragazzi giovani, provenienti dal vivaio e altri provenienti sia dalla Svezia e sia da altri paesi, da lanciare perché capaci di lavorare molto bene sul mercato. Riescono a dare fiducia ai ragazzi giovani, farli giocare e inserirli in un contesto di gioco che è sempre quello, tende a giocare un calcio sempre molto propositivo a livello di prima squadra. L'Elfsborg gioca bene palla terra, ha dei discreti giocatori: Baidoo è l'uomo chiave; trovo molto importante il lavoro che fanno Hult ed Hedlund sulle fasce perché fanno entrambe le fasi. Vedo questi tre giocatori come punti di forza; aggiungerei anche i fratelli Zeneli: non sono male neanche loro, la difesa per il contesto svedese è di buon livello. Secondo me, potrebbero soffrire un pochino la qualità maggiore, ovviamente di Dovbyk e compagni".
L’uomo più determinante dell’Elfsborg è il trequartista Michael Baidoo. È lui la stella della squadra? Quali altri sono i calciatori più importanti degli svedesi?
"Di base, partono con un 3-4-3, che in realtà è più un 3-4-1-2 perché Baidoo è un 10, ma non di grandissima tecnica. Nell'Elfsborg, sono tutti giocatori funzionali: non ci sono i classici fabbri che magari si vedevano anni fa in questo contesto, ma non sono neanche giocatori di tecnica estremamente raffinata. Baidoo ha una tecnica essenziale, da un numero 10 che si sa inserire molto bene. Più bravo, appunto, nell'inserimento e nella conclusione, che non nella rifinitura: in questo senso non è un trequartista puro, ma quasi più un incursore e un falso nueve. I giocatori un po' più tecnici sono i due esterni offensivi, che sono Zeneli e Qasem: sono due ragazzi abbastanza rapidi, abbastanza tecnici. E poi c'è a centrocampo Besfort Zeneli, che invece è un centrale. Quest'ultimo, in mezzo al campo, è colui che garantisce un po' più di tecnica o comunque di giro palla; mentre Ouma è un po' più fisico, però sono centrocampisti abbastanza complementari che sanno fare piuttosto bene tutto: non si può dire che uno sia prettamente difensivo e l'altro prettamente offensivo. Sugli esterni ci sono due giocatori molto esperti, di gamba, di grande affidabilità, che sono Hedlund e Hult, entrambi ex dell’Elfsborg, andati all'estero e tornati in Svezia. La difesa a tre ha degli elementi interessanti che si alternano. Il punto fermo è Holmen, che però contro la Roma non ci sarà per squalifica; probabilmente giocherà Henriksson al posto suo che è un po' il jolly che tende a sostituire gli altri giocatori del reparto, ovvero Yegbe e Ibrahim che sono due giocatori molto fisici, anche discreti nel far ripartire l'azione, ma con una tecnica funzionale limitata".
In cosa l’Elfsborg potrebbe mettere in seria difficoltà la Roma?
"Difficile da dire. Sebbene l'Elfsborg sia una squadra portata a fare la partita, credo che contro la Roma partiranno abbastanza guardinghi. Potrebbero essere efficaci gli inserimenti di Baidoo nello spazio sulle vie centrali, grazie ai movimenti dei due esterni. Attenzione anche alle palle alte, benché alla Roma non manchino abili saltatori, ma i difensori centrali degli svedesi sono prestanti su calcio piazzato. L'Elfsborg, qualora entrasse in fiducia, ha un buon ritmo: i due esterni sono bravi anche nell'inserimento in area, spesso sono degli attaccanti aggiunti. Non so quanto avverrà contro la Roma, ma se ciò dovesse accadere, c'è da stare attenti".
In Italia, abbiamo conosciuto bene Hiljemark come calciatore. Adesso, però, è il giovanissimo allenatore dell’Elfsborg. Ci spieghi che tipo di tecnico è?
"Il suo impatto è stato notevole quando è arrivato all'Elfsborg perché la squadra non stava andando male con Thelin, andato via per accettare la panchina dell'Aberdeen. In ogni caso c'era stato un filotto negativo quando è stato cambiato l'allenatore, che si è concluso peraltro con la sconfitta proprio con il Göteborg nel derby. Quando appunto è andato via Thelin, l’Elfsborg ha affidato la panchina a Hiljemark che era stato già sulla panchina dell’Aalborg in Danimarca, come primo allenatore, non facendo malissimo, però una volta esaurita la sua parabola lì è tornato in Svezia proprio all’Elfsborg, la squadra dove giocava da ragazzo. Anche per questo motivo, è un allenatore che si è rivelato subito perfetto per quel sistema molto tranquillo, molto sereno nella gestione della partita. E i risultati l'hanno aiutato, perché quando è arrivato ha vinto 5-6 partite di fila tra campionato ed Europa League; ha avuto il primo stop a fine luglio, in realtà, contro il Djurgården; ha poi vinto di nuovo in Europa ed è andato avanti. Ha passato diversi turni di qualificazione per raggiungere la prima fase della nuova Europa League e anche in campionato ha continuato con un ottimo rendimento, di fatto perdendo poi la partita successiva solo con l’AZ Alkmaar, l'ultima gara europea. Quindi, insomma, è una squadra che ha fatto molto molto bene. Anche nella partita contro gli olandesi non ha demeritato; è stata una partita decisa dagli episodi: un errore brutto del portiere Isaac Petterson, che, per il resto, comunque è molto valido: piccolino, ma con grandi riflessi. Io riterrei un fatto isolato l'errore contro l’AZ Alkmaar".
L’Elfsborg è nel pieno della propria stagione, con già 25 partite giocate solo in campionato. Ti aspetti una squadra più stanca della Roma o con più benzina nelle gambe?
"Ovviamente, essendo nel mezzo del campionato, l'Elfsborg sarà estremamente rodato. Quindi, da questo punto di vista non ci sono dubbi, ma in questo momento sono in una fase clou del proprio campionato: sono quinti e si stanno giocando i posti per l'Europa dell'anno prossimo. Per esempio, la prossima partita sarà la trasferta non facilissima sul campo del Sirius. Quindi, non so come e se sceglieranno di dosare le forze, ma non credo in quanto una partita come quella contro la Roma è di grande prestigio per loro, perciò presumo che contro i giallorossi giocheranno i titolari senza pensare alla partita di domenica. Sono in una fase del campionato in cui si giocano qualcosa di importante a differenza della Roma, che invece è all'inizio del torneo. Non parlerei di vantaggio, dato che la squadra di Juric può tranquillamente adattarsi alla situazione".
La Roma è attesa da una lunga trasferta. Il viaggio e le condizioni climatiche non solite per i giallorossi, possono essere un vantaggio per l’Elfsborg?
"In Svezia, in questo momento, ci sono più o meno le stesse condizioni climatiche che possono esserci in Germania o in Inghilterra. Per giocare a calcio non ci dovrebbero essere grossi problemi. Sul viaggio, si tratta in realtà di una trasferta abbastanza agevole da un punto di vista dei collegamenti".
La Roma in passato ha dimostrato di avere problemi con i campi sintetici. Ci racconti il manto erboso della Borås Arena?
"Loro giocano sul campo in erba sintetica da anni, è stato uno dei primi club nel loro campionato a farlo. Si tratta di un campo tradizionalmente difficile anche per le squadre svedesi che vanno a giocare lì, perché all'inizio non tutte le squadre erano abituate a giocare su erba sintetica, adesso sono aumentate. In questo momento, stanno un po' tornando indietro: c'è chi vorrebbe tornare all'erba naturale o comunque all'erba ibrida, che ormai è presente parecchi campi dell'Allsvenskan. Si tratta di un campo sempre in erba sintetica, non direi di ultima generazione, anche se in uno stadio bello, piccolino e rinnovato non tantissimi anni fa. La struttura è tra le prime in Svezia ed è un campo dove loro hanno sempre fatto valere il loro stile, ovvero un calcio fatto di palla terra molto offensivo. Diciamo che è sempre stato così e ciò si è rafforzato da quando è arrivato l’attuale allenatore".
L’Elfsborg come ha preso il sorteggio contro la Roma? C’è la speranza di poter vincere contro i giallorossi?
"Il sorteggio è stato preso con molta serenità da parte dell'Elfsborg: sono entusiasti di aver superato tutti i turni di qualificazione e di potersi giocare questa fase a campionato dell'Europa League, sia da un punto di vista economico che del prestigio. Per loro, è un grandissimo risultato quindi se la vivranno come chi non ha nulla da perdere, sono stati orgogliosi della prestazione che hanno fatto contro l'AZ Alkmaar e hanno sottolineato come se la siano giocata. C'è un grosso e un profondo rispetto per la Roma e, in generale, per il calcio italiano in Svezia. Ritengo che abbiano la consapevolezza di essere nettamente sfavoriti, ma ciò detto possono giocarsela. Secondo me, le percentuali sono 20%-80%".