Cambio Campo - Malaguti: "Il Venezia proverà a fare la partita, Di Francesco è un allenatore preparato. Juric ha già dato un'identità alla Roma"

29.09.2024 12:42 di  Marco Campanella  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Marco Campanella
Cambio Campo - Malaguti: "Il Venezia proverà a fare la partita, Di Francesco è un allenatore preparato. Juric ha già dato un'identità alla Roma"
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Torna l'appuntamento con "Cambio Campo", la rubrica di Vocegiallorossa.it nella quale, prima di ogni partita della Roma, vi proponiamo un'intervista ad un giornalista che segue la squadra avversaria.

L’ospite di oggi è Giuseppe Malaguti, giornalista di TuttoVeneziaSport.it, con il quale abbiamo parlato di Roma-Venezia.

Lo scorso anno, con Vanoli in panchina, il Venezia ha fatto un ottimo campionato di Serie B, guadagnandosi la Serie A ai playoff. Quanto di quella squadra è rimasto, sia negli interpreti e sia nel modo di giocare?
"Degli interpreti della passata stagione ne sono rimasti parecchi, soprattutto in difesa. Anche in attacco ce ne sono ancora tanti: penso a Pohjampalo e Gytkjear. Poi, è rimasto anche Busio e la rosa è stata migliorata con gli arrivi di Duncan, Nicolussi Caviglia, Oristanio, Yeboah. Sostanzialmente, il nucleo di giocatori è rimasto lo stesso. La squadra ora gioca un calcio diverso, non tanto per il modulo che ha importanza fino a un certo punto, ma nell'interpretazione della gara: questa squadra costruisce un po' più dal basso rispetto allo scorso anno, ha un modo di fare la partita diverso, verticalizza di più. Forse, rispetto alla squadra di Vanoli adesso si è leggermente meno aggressivi nel pressing. Sapevamo di questi cambi, Vanoli e Di Francesco sono due allenatori diversi, servirà tempo".
 
La più grande differenza con lo scorso anno è sicuramente il cambio di allenatore: Vanoli è stato sostituito in estate da Eusebio Di Francesco. Che ne pensi del nuovo tecnico? 
"Stimo Di Francesco, al di là della persona, si vede che è un allenatore preparato. Si nota, inoltre, che ha allenato ad alti livelli: la Roma, ma non solo. Sicuramente, è stato un po' sfortunato nelle ultime annate, ma adesso il suo Venezia ha già un'impronta di gioco, si è creato un bel clima tra Di Francesco e i giocatori. Poi, chiaramente, sarà il campo a dare il verdetto finale: per ora, c'è personalità, ma il livello è alto e bisogna lavorare per crescere".



Proprio a proposito di Di Francesco, sarà lui il grande ex della partita. Non ha mai vinto contro la Roma in carriera, potrebbe riuscirci con questo Venezia? Che avversario dobbiamo aspettarci? 
"Sarà sicuramente difficile vincere all'Olimpico, la Roma è una grande squadra al di là della vicenda De Rossi e dell'eventuale assenza di Dybala: ha tanti giocatori di valore. Il Venezia non fa barricate, anzi prova sempre a fare la partita, ma la lezione contro il Milan credo sia servita. Immagino, sarà un Venezia più attento e concentrato in fase difensiva. Potremmo vedere un 3-5-2 molto simile a quello visto contro il Genoa, ma un po' più solido rispetto al 3-4-2-1 di partenza. La filosofia è quella di provare sempre a fare la partita e colpire la Roma, magari in contropiede".

Per il Venezia, l’inizio stagione non è stato esaltante: 3 sconfitte, 1 pareggio, ma anche la vittoria della scorsa settimana. Ci spieghi pregi e difetti dei lagunari? Per conquistare la salvezza, quanto passerà dai gol di Pohjanpalo?
"L'inizio stagione è stato molto sfortunato, a parte la partita con il Milan, nelle altre gare il Venezia ha giocato sempre ottime partite: con il Torino, per esempio, la squadra di Di Francesco avrebbe meritato anche di vincere, perdendo poi alla fine. I difetti sono: la mancanza di esperienza, soprattutto nel pacchetto arretrato dove sono tutti bravi giocatori ma che non hanno praticamente mai fatto la Serie A. I pregi sono: l'identità di gioco e la personalità. Chiaramente, la salvezza del Venezia passa anche dai gol di Pohjanpalo, che è un giocatore che va aiutato e servito: nelle passate stagioni in Serie B veniva fatto. Si tratta di un leader in campo e fuori".

Anche la Roma ha iniziato la stagione in maniera tutt’altro che semplice: quella contro il Venezia sarà la terza gara di Juric sulla panchina giallorossa, che idea ti stai facendo di questa nuova Roma? 
"La Roma è sicuramente una grande squadra. Secondo me, credo che mandare via un allenatore e una bandiera come De Rossi non abbia avuto troppo senso. Juric, comunque, ha dato subito un'impronta di aggressività e di ripartenza: adesso la Roma gioca in maniera feroce nel pressing, che gioca uomo contro uomo. Chiaro è che, poi, bisognerà vedere i risultati, ma per ora è partito bene: vittoria contro l'Udinese, al di là del pareggio contro l'Athletic Club che per me è una delle favorite per la vittoria dell'Europa League. Ricapitolando, non ho capito il cambio in panchina, ma Juric è un ottimo allenatore e credo che questa Roma debba provare a raggiungere la Champions League".

Roma e Venezia sono state accomunate da una figura societaria in comune negli ultimi anni: Joe Tacopina, prima nel CdA della Roma e poi presidente del Venezia. Che ricordo hai di lui? Cosa ha lasciato al club veneto?
"Il ricordo, nonostante alcune problematiche che ci sono state, è positivo. Tacopina è stato un presidente con grandissima personalità, molto presente anche tra i tifosi in quanto amava stare tra la gente. Sicuramente, a livello di squadra, ci sono state annate non positivissime. Ricordo, però, anche l'annata con FIlippo Inzaghi in panchina (dal 2016 al 2018, ndr) in cui c'era grande entusiasmo. Tacopina ha questa capacità di non creare squadre fortissime, in quanto non credo abbia grandissime capacità economiche e di fatti si appoggia spesso a contatti e amicizie che ha, ma che hanno sempre personalità ed empatia con i tifosi. Il ricordo è positivo, poi è arrivata un'altra cordata americana e anche con loro sono arrivati i risultati".