Ranieri il custode della Pax Friedkiniana

17.11.2024 14:54 di  Alessandro Carducci   vedi letture
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci
Ranieri il custode della Pax Friedkiniana
Vocegiallorossa.it

Difficilmente Claudio Ranieri sarà riuscito a riabilitare totalmente la figura dei Friedkin, dopo le follie cui abbiamo assistito nelle ultime settimane. Certo è che è riuscito nell’intento di umanizzare il proprietario, Dan Friedkin. O, meglio, è riuscito ad avvicinarlo ai tifosi, facendolo scendere dal quel posto lontano e irraggiungibile in cui il proprietario americano si era rifugiato, dandogli un po’ di calore, di orgoglio e di passione.

RANIERI HA GIÀ INIZIATO A LAVORARE DA DIRIGENTE - Finora, avevamo assistito a un silenzio radio prolungato e, ormai, rumoroso, interrotto solo da brevi, e freddi, comunicati. Vedere però un’istituzione romanista essere quasi affascinato da Dan Friedkin e totalmente dentro al progetto Roma fa un certo effetto, così come la capacità di comunicare queste sensazioni a tutti noi, quasi lavorasse già da dirigente. Sono due mondi apparentemente inconciliabili che iniziano a dialogare. Come se iniziassimo una conversazione con un marziano. Da una parte, un presidente finora distante, vicino nei fatti (i soldi) ma lontano con il cuore. Dall’altra, l’espressione più attuale e intramontabile del romanismo. Quel vintage in salsa moderna che fa di Claudio Ranieri un personaggio maestoso, epico, perché legato così visceralmente alla Roma e al Cagliari ma, al tempo stesso, capace di scrivere la storia del calcio con il Leicester, una pagina indelebile che rimarrà impressa nella memoria di tutti gli sportivi.
Un tifoso romanista prestato al calcio, al Cagliari, al Leicester, ma pur sempre un testaccino dal cuore grande dipinto di giallo e di rosso. Un allenatore estremamente legato e radicato al territorio, che è rimasto colpito da una proprietà ritenuta fredda, distante, distaccata, quasi disinteressata. Come nella Creazione di Adamo di Michelangelo, i due mondi si sono sfiorati con uno sforzo e una tensione tali che, alla fine, superando lo stesso affresco, sembrano essersi fusi. Ranieri ha colmato quel vuoto di appartenenza che aveva lacerato i cuori della gente e può essere il custode di una rinnovata Pax Friedkiniana, che può solo fare bene alla Roma.