Il punto di Bacconi: "La copertura della fasce il punto debole della Roma, tanto possesso ma zero tiri"

Preparatore atletico e allenatore di calcio professionista, è stato nello di staff di Marcello Lippi alle edizioni 2006 e 2010 della World Cup. Attualmente è commentatore tecnico di Rai Sport
15.01.2012 17:00 di  Adriano Bacconi   vedi letture
Il punto di Bacconi: "La copertura della fasce il punto debole della Roma, tanto possesso ma zero tiri"
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

La pioggia blocca le sofferenze della Roma che dopo una partenza baldanzosa soffre il ritorno dei padroni di casa.

C'era curiosità intorno a questa partita, sia per la striscia positiva degli uomini di Luis Enrique, in crescita nel gioco e nella consapevolezza oltre che nei risultati, sia per la presenza di Vincenzo Montella sulla panchina del Catania.

E la gara non tradisce le attese. L'ex aeroplanino cambia assetto per l'occasione passando alla difesa a quattro, per avere sempre la superiorità numerica contro il tridente giallorosso. Di conseguenza tutto il baricentro della squadra etnea è risucchiato all'indietro, col risultato di rientrare con tutti i suoi effettivi dietro la linea della palla.

Un atteggiamento che paga. In attacco la Roma risulta imbrigliata. Anche nel primo quarto d'ora, quando Totti illumina il gioco, gli spazi stretti e i raddoppi anche in extremis ben dentro l'area di rigore sporcano i tentativi di Bojan e Lamela.

La scelta di Montella è premiante soprattutto una volta recuperata palla. Lodi è lucido, così come Almiron, a non tergiversare, riproponendo subito l'azione in verticale su Gomez da una parte e Barrientos dall'altra che vanno a sfidare in velocità rispettivamente Rosi e Taddei. Si enfatizza così il punto debole della Roma, la copertura delle fasce. Il finale di primo tempo è quasi un tiro al bersaglio. Ogni ripartenza è una palla gol per il Catania. Dai piedi dei due esterni rossoblù nascono i maggior pericoli. Luis Enrique rivede i fantasmi della prima parte della stagione, tanto possesso e zero tiri. Gli errori sotto porta di Bergessio e le pozzanghere del Massimino lo salvano da un brutto passo falso, dandogli un'altra possibilità, ma tra un mese per l'ultima mezz'ora servirà una Roma diversa.

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