Bruno Conti: "Totti avrebbe meritato un altro trattamento. Gli consiglio di non lasciare mai la Roma"
Bruno Conti ha rilasciato un'intervista a Il Messaggero e ha parlato di Francesco Totti. Eccone uno stralcio.
Sul confronto col suo addio.
"Due situazioni simili, probabilmente. Io non pensavo di smettere, poi ha prevalso la sofferenza di un anno vissuto, per colpa di Ottavio Bianchi, sempre ai margini, nonostante avessi ancora la forza per continuare a giocare. Così, con l’avvicinarsi della fine della stagione, mi venne quasi naturale pensare di smettere tanto era la delusione, la rabbia che provavo in quel periodo. Vi racconto una cosa: un giorno, durante un allenamento, Bianchi ordinò di provare i calci di punizione e si mise in barriera. Io presi la mira e gli tirai addosso una pallonata. Tanto smetto, che mi frega… Lui capì tutto al volo, ma rimase in silenzio… Avevo la possibilità di continuare a giocare da altre parti, ma non se ne fece mai niente per rispetto della gente romanista dopo una vita passata a Trigoria. Per quanto riguarda Francesco, e parlo come Bruno Conti tifoso della Roma e non dirigente della Roma, il suo fine carriera doveva esser gestito in altro modo. Non accuso nessuno in particolare, lo ribadisco, il mio è un parere da tifoso e proprio da tifoso dico mi ha fatto male vedere Checco in campo due, tre, cinque minuti alla fine delle partite. Uno come lui, il più grande giocatore della storia della Roma, un autentico fenomeno avrebbe meritato un altro trattamento; con un finale più sereno e più tranquillo".
Sul futuro.
"Il consiglio che gli posso e gli voglio dare è di non lasciare mai la Roma. Perché lui è la Roma. Io, sinceramente, non lo vedo come allenatore: è troppo buono, per farlo. Mi piace immaginare, invece, Checco come simbolo della Roma. In Italia e nel mondo. Presidente senza portafoglio della società, perché no? Lui merita il massimo. Se poi volesse restare a contatto con il campo, lo spogliatoio ritengo che non ci potrebbe essere persona migliore per svolgere questo compito. Perché ha il carisma, le conoscenze, la personalità per farlo. Chi meglio di lui, ad esempio, potrebbe parlare con un giocatore, aiutarlo a superare un momento così così oppure a gestire l’euforia? Totti sarebbe perfetto, per come lo conosco io, per stare a contatto con i giocatori. Dammi retta Francè, non lasciare mai la Roma",