In una difesa che perde i pezzi, l'ultimo baluardo è Mancini
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Questa sera la Roma torna in campo per affrontare il Servette nella 2ª giornata della fase a gironi dell’Europa League. In conferenza stampa, Mourinho ha sottolineato l’importanza del match, annunciando sì alcuni cambi, ma non troppi.
Tra i giocatori ai quali il tecnico chiederà un ulteriore sforzo c’è Gianluca Mancini. Il difensore è una sorta di ultimo baluardo di una difesa che, da inizio stagione, non ha fatto che perdere pezzi. Smalling non si vede da Roma-Milan del 1° settembre, Llorente ha alzato bandiera bianca a metà primo tempo con il Genoa e Kumbulla è ancora fermo ai box.
Gli unici centrali arruolabili, dunque, sono Mancini e Ndicka, con l’italiano senz’altro più affidabile rispetto all’ivoriano che non sembra ancora essersi integrato ed è stato gettato nella mischia per sopperire all’emergenza nel reparto arretrato.
Mancini è uno dei fedelissimi di Mourinho, uno di quei giocatori al quale il portoghese difficilmente rinuncia. Nonostante la sua indole battagliera, il difensore è migliorato sotto l’aspetto disciplinare, tanto da saltare appena due gare per somma di ammonizioni nella passata stagione, restando in panchina per due partite per scelta tecnica.
Mancini offre ampie garanzie dal punto di vista fisico e con la Roma il suo utilizzo è andato sempre in crescendo: 41 presenze il primo e il secondo anno, 46 il terzo e ben 51 la passata stagione.
Quest’anno il trend è pressoché identico, dal momento che Mancini non ha saltato alcuna gara venendo sostituito al 79’ contro il Milan e all’intervallo contro il Genoa perché ammonito e apparso nervoso con l’arbitro Orsato.
In attesa del ritorno di Smalling, le chiavi della difesa sono nelle sue mani. Mancini sarà in campo anche questa sera e domenica con il Cagliari, con il duplice obiettivo di aiutare Rui Patricio a mantenere la porta inviolata e di rientrare di nuovo nella lista dei convocati dell’Italia di Spalletti, dopo le tante esclusioni con il precedente CT.