Conti: "Il trasferimento al Genoa? Per mio padre è stato come prendere una coltellata. Ranieri? È un vero romanista"

Conti: "Il trasferimento al Genoa? Per mio padre è stato come prendere una coltellata. Ranieri? È un vero romanista"Vocegiallorossa.it
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di Maurizio Rasa

Bruno Conti ha rilasciato un'intervista a Il Tempo dove ripercorre alcuni passi della sua carriera. Ecco un estratto delle sue dichiarazioni:

Come ha vissuto i due trasferimenti al Genoa?
«La prima volta, nel 1975, Anzalone mi chiese di andare al Genoa per farmi le ossa, perché Simoni mi voleva a tutti i costi. Quello è stato anche l'anno del militare: facevo su e giù dalla Cecchignola insieme a Pruzzo, Mosti e Chiappara. Io l'ho presa bene, ma per mio padre è stato come prendere una coltellata. È stata dura fargli capire che per me era importante. Nel 1978, invece, il Genoa, per cedere Pruzzo, aveva chiesto espressamente me. In quel momento mi sono sacrificato per la Roma, e alla fine io e il "Bomber" ci siamo ritrovati insieme».

Era più forte la Roma dello scudetto dell'82-83 o più divertente quella di Spalletti?
«Difficile fare paragoni. Viola ha costruito una squadra di campioni e Liedhom ci ha messo le intuizioni. Con Spalletti mi sono divertito, giocavamo un calcio bellissimo. E, oltre tutto, abbiamo anche vinto qualcosa».

È già andato a vedere qualche ragazzo dell'Ostiamare di De Rossi?
«(Ride, ndr.) No, ancora no. Daniele da presidente può fare un grande lavoro. Per me è stata la gioia più grande. Era un allenatore già quando giocava in campo e, secondo me, diventerà un ottimo tecnico. Glielo auguro di cuore».

Come valuta il lavoro di Ranieri finora?
«Fu il primo nome che feci a Rosella Sensi e Pradé per il dopo Spalletti e andammo vicini allo scudetto. Claudio è l'uomo giusto al momento giusto: è un grandissimo motivatore, ti dice le cose in faccia e lo si vede anche dalle dichiarazioni dei giocatori che ha avuto. Non avevo dubbi che avrebbe fatto bene, perché è un vero romanista. Sono orgoglioso e contento di quello che sta facendo».