Di Francesco: "Alcune situazioni interne mi portarono a spingere sul mio addio alla Roma. Il secondo anno non ho avuto un mercato all'altezza". VIDEO!

15.11.2022 16:50 di  Luca d'Alessandro  Twitter:    vedi letture
Fonte: dall'inviato Alessandro Carducci
Di Francesco: "Alcune situazioni interne mi portarono a spingere sul mio addio alla Roma. Il secondo anno non ho avuto un mercato all'altezza". VIDEO!
© foto di Carducci

Intervenuto durante la presentazione del libro "Dalla Curva Sud al Paradiso" del suo procuratore Chiodi, Eusebio Di Francesco ha raccontato alcuni aneddoti sulla sua avventura con la Roma: 

Domanda di Vocegiallorossa.it - Cosa non rifarebbe della sua esperienza alla Roma?
“Il secondo anno mi sono trovato ad avere un mercato non all’altezza, mi aspettavo delle scelte diverse da chi dirigeva la parte sportiva in relazione ai giocatori di cui avevo realmente bisogno per portare avanti il 4-3-3 del primo anno, che ho dimostrato di poter modificare. Per caratteristiche dei giocatori il secondo anno potevamo fare meglio. Ho forzato il fatto di voler andar via dopo la partita contro il Porto, non lo rifarei visto anche le esperienze successive non fortunate, dove ho commesso degli errori. Lo dice anche il libro, nella vita ci sono incidenti di percorso”.



La scelta della difesa a 3 contro il Barcellona: 
"Fu una scelta legata a un'intuizione che tante volta abbiamo come quando abbiamo degli incidenti di percorso. Credo che al di là del cambio di gioco da parte del mister, quando i calciatori credono in quello che proponi puoi dirgli anche di mettersi a 10 in difesa e ti seguiranno. Credo che fosse arrivato, in quel momento, nella mia scelta, il fatto che fossero legati, l'attenzione che avevano in quello che io proponevo, nonostante la brutta sconfitta, a livello numerico, non come prestazione che facemmo a Barcellona. Fummo bravi e fortunati nella partita giusta". 

Sull'addio alla Roma:
"In quel periodo lì sapevo che la società stava sentendo un altro allenatore, anche prima della partita contro il Porto, perché ero un po' arrivato sotto il punto di vista psicologico per alcune situazioni interne dello spogliatoio, per colpa mia, non do la responsabilità ad altri, e questo mi ha portato a spingere questa situazioni, perché non avevano una classifica disperata, magari sarei andato via ugualmente con una qualificazione col Porto in Champions. Ci sono dei momenti della carriera che le cose non ti riescono o che non riesci a gestire come vorresti. Se tornassi indietro non lo rifarei mai, però l'ho fatto e guardo avanti". 

Succede di disinamorarsi del calcio lavorando dall'interno?
"Da calciatore e da allenatore no, mi sono sempre innamorato della Roma, anzi è una passione grandissima. Rispetto alle due ho sentito di più quella da allenatore, perché ero anche più maturo e consapevole. Mi sentivo proprio responsabile, romanista, sentivo quel senso di appartenenza che ogni tanto manca. Da Team Manager un po' sì, perché quando non ti senti parte di un qualcosa lì fai un po' fatica". 

Cosa manca ancora a Zaniolo?
"Nicolò ha grandi potenzialità, a volte è rimasto quello che era prima. Deve essere più lucido, nelle gare, nelle scelte finali. Dovrebbe, a volte, usare più il fioretto rispetto alla sua grande prepotenza fisica sempre, lo fa, ma lo potrebbe fare con più continuità, perché ha i mezzi per poterlo fare". 

Cosa pensa del percorso della Roma di Mourinho? Anche lei aveva avuto dei trascorsi con Karsdorp.
“Chiariamo questa cosa: non ho avuto una discussione feroce col ragazzo, feci una scelta tecnica per dargli un segnale. L’ho fatto anche con altri calciatori, lo lasciai in tribuna per fargli capire che doveva lavorare in modo diverso. Karsdorp è un ragazzo come tanti altri, non poosso entrare nella situazione con Mourinho. È un bravo ragazzo, magari ha alternato ottime partite ad altre meno buone. Con me ha avuto un infortunio, negli ultimi anni è cresciuto tantissimo. Penso che la Roma l’anno scorso stesse meno bene in classifica, ha alternato buone partite ad altre meno buone, manca in qualità di manovra e non può fare a meno di Dybala, che non può fare tutte le partite”.

È nella posizione che merita?
“Sì, credo che abbia i punti che merita. Ognuno porta a casa quello che dimostra in campo, c’è una sosta lunga e a oggi la Roma merita quello che ha”.

Su Pellegrini.
“Ha acquisito una grande personalità e un grande senso di appartenenza, essendo anche il Capitano. Battere i rigori a fine partita non è mai facile, si sbagliano. È un giocatore che è cresciuto tantissimo. A volte ha qualche problemino fisico. A volte vi lamentate del turnover, non tutti i calciatori possono avere lo stesso rendimento giocando tre gare alla settimana. Cambiare è inevitabile, è meglio perderlo per mezza partita o una, che tre partite”.

Queste le sue parole a Radio Radio.

Il futuro e il passato.
"Adesso sono a casa con i nipoti, con una grande voglia di tornare. Aspetto l’occasione giusta, alcune le ho sbagliate io. Roma? Non sottolineo mai solo la gara con il Barcellona, che è importante, e mi hanno chiesto di scrivere un libro su questo. Siamo stati bravi e fortunati in quella gara. Quando credono in te, i giocatori fanno quello che gli chiedi e ottieni risultati. Con il Porto non meritavamo di perdere, ricordo la doppietta di Zaniolo e poi lì c’era il Var e diede un rigore. Magari ci fosse stato con il Liverpool. Nel secondo anno alla Roma sono state fatte scelte dalla società e io per 15-20 giorni non ho risposto al telefono. Ho creduto forse troppo nel mio lavoro, sono stati presi giocatori non adatti al mio gioco. Io chiedi Berardi, ma non venne perchè si sentì ultima scelta. In quel contesto avevo solo la possibilità di dimettermi, scelsi di andare avanti e non abbandonare la Roma. Ad oggi forse ho fatto un errore".

Zaniolo, Mourinho e il caso Karsdorp.
"Zaniolo ha le caratteristiche di un giocatore europeo, grandi qualità. A volte deve usare un po’ il fioretto. Potenzialmente è un ottimo calciatore. Può giocare a destra, o dietro l’attaccante, secondo me è trequartista. Io lo metterei dietro l’attaccante. Da esterno destro può esprimere la sua potenza. Mourinho? Dal punto di vista tecnico è intoccabile per me e lo ammiro. Magari vediamo il calcio in maniera differente. La rosa attuale della Roma? Dipende dagli obiettivi. Sì la metto come quarta per entrare in Champions. Cristante è un giocatore duttile, Matic è un po’ regista, è un ottimo calciatore, credo che serva infatti un giocatore che possa far partire meglio la manovra. Mourinho non ha fatto il nome, sicuramente la situazione non è stata facile. Karsdorp l’ho punito anche io una volta, è un segnale che dai. I giovani sbagliano. Io pubblicamente non lo farei mai".