Gasperini l'allenatore giusto per la Roma?

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Oggi alle 08:30Podcast
di Alessandro Carducci
fonte Il podcast di Alessandro Carducci

Con le dichiarazioni di oggi, si è ufficialmente aperta la corsa di Gian Piero Gasperini per la panchina della Roma: “Roma piazza straordinaria, pubblico incredibile. È motivo d’orgoglio l’interesse della Roma, ma navighiamo a vista. Difficile prevedere cosa accadrà in futuro. La Roma è come la Nazionale, piace a tutti. Ho visto ieri sera la Nazionale come tutti, se guardiamo il secondo tempo, da lì si parte. È stata una prestazione straordinaria”.

GASPERINI-ROMA, I DUBBI – La premessa è d’obbligo. Gasperini, a Bergamo, ha compiuto un capolavoro, qualcosa che passerà alla storia e che sarà oggetto di studio nei prossimi anni. Ha preso una squadra che aveva solo l’ambizione di rimanere in Serie A e l’ha portata prima in Europa, poi a lottare i vertici del campionato e, infine, l’ha addirittura portata a vincere l’Europa League. Tanto di cappello, signori.
Ciò premesso, rimane qualche dubbio. Parliamo di un allenatore di 67 anni, non un giovanotto a inizio carriera, che ha finora allenato tutte squadre di medio-bassa classifica, ad eccezione dell’Inter, dove durò il tempo di collezionare 4 sconfitte e 1 solo pareggio, tra l’altro ottenuto contro la Roma. Erano anni duri per l’Inter, per carità, con i nerazzurri capaci di arrivare tra le prime 4 solo 4 anni dopo, nel campionato 2015-16.
Gasperini, però, Inter a parte, non ha dovuto finora gestire piazze esigenti, dove i risultati devono arrivare subito. Arrivò a Bergamo nel 2016, di certo non con l’obiettivo di vincere qualcosa, e soprattutto ebbe tempo di poter lavorare. In pochi, forse, ricordano che la prima stagione di Gasp sulla panchina bergamasca iniziò con 4 sconfitte, 1 sola vittoria e le indiscrezioni di un esonero che sembrava imminente. Immaginate la Roma di Gasperini, il prossimo anno, iniziare allo stesso modo. Riuscirebbe Gasperini a reggere la pressione?

UN CARATTERE SPIGOLOSO - Anche perché i rapporti con l’ambiente Roma non sono felicissimi. Ricordiamo soprattutto l’uscita infelice dello scorso anno su Ndicka, quando Roma e Atalanta si contendevano un posto in Champions e Gasperini lanciò una frecciatina: “Le nostre partite vengono rinviate per motivi seri, non per un codice giallo”, con chiaro riferimento a Udinese-Roma, rinviata per il malore avuto da Ndicka. Carattere duro e spigoloso, Gasperini ha discusso in passato sia con giornalisti, sia con i suoi giocatori, da ultimo Lookman. Ha fatto molto rumore, all’epoca, anche la rottura con il Papu Gomez mentre Castagne ha detto di lui: “Con Gasperini è impossibile avere un dialogo. Nel corso della partita poi è uno che si arrabbia facilmente, ha molti problemi a controllarsi”. Ancora più duro Maehle: “Aveva un approccio quasi dittatoriale e zero rapporti. Decideva tutto. Se, ad esempio, facevamo un doppio allenamento, dovevamo restare a dormire nella struttura per la notte. Non ci era permesso di tornare a casa. Stile di gestione basato sulla paura? Sì, un po’. Il club mi aveva autorizzato a portare Hojlund in macchina all’allenamento, ma lui non voleva che venissimo insieme perché potevamo chiacchierare e divertirci. Per questo sono stato rimproverato”.

Insomma, un cammino straordinario con l’Atalanta, storico, ma è veramente lui l’allenatore giusto per la Roma?