Mourinho: "Non sono in guerra con Pinto, ma anche se arrivasse Mbappé saremmo in ritardo sul mercato"

07.08.2023 22:45 di  Luca d'Alessandro  Twitter:    vedi letture
Mourinho: "Non sono in guerra con Pinto, ma anche se arrivasse Mbappé saremmo in ritardo sul mercato"
Vocegiallorossa.it
© foto di www.imagephotoagency.it

José Mourinho, allenatore della Roma, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport, questo un estratto:

Fatico a crederti.
“Devi farlo. Ovviamente per me tornare in Italia non significava andare incontro all’ignoto, questo è un Paese che conosco bene a livello culturale, storico e sportivo. Sapevo che sul piano sociale la Roma era un club assolutamente fantastico, ma anche che dal punto di vista della storia calcistica aveva vinto poco, nonostante tantissimi bravi allenatori e tantissimi giocatori di prima fascia, e investimenti anche. Quando conosci la realtà romanista ti chiedi perché si sia vinto così poco. Possibile che tu non possa fare qualcosa di diverso per aiutare il club, la nuova proprietà? Se adesso mi domandi se sono pentito della scelta, rispondo di no. Assolutamente no”.

Per cui, va tutto bene.
“Non va tutto bene, ma mi diverto anche nelle difficoltà. Mi arrabbio per un’ora e subito dopo torno positivo. Non mi deprimo, non minaccio, non dico che mi hanno promesso mari e monti e non vedo né i mari né i monti. Una cosa che non posso cambiare è la mia natura, non sono uno che racconta cazzate. Relativamente all’attaccante immaginario, posso dirti che anche se la settimana prossima arrivasse Mbappé sarebbe comunque in ritardo”.

Sai come si dice a Roma? Dormi tranquillo, José.
“Questo per dire che dopo 28 giorni di lavoro, 31 allenamenti e 6 partite, in tutto 37 sedute, più riunioni di analisi tattica e altro, non avere un attaccante è un problema. A proposito, non fate casino con Belotti, resta e farà una stagione molto più produttiva”.

L’hai voluto tuo Pinto?
“Io, sì io. Però…”.

Però?
“Dopo la partenza, tra virgolette, di Tammy, siamo in una situazione che nessun allenatore al mondo gradirebbe. Mi riesce impossibile dire che sono contento. Però sostenere che sono in guerra aperta con la società, con Pinto, che non sono felice, è sbagliatissimo. Pinto sa che siamo in ritardo, anche la proprietà lo sa, alla fine quello che soffre veramente è chi lavora e chi contro la Salernitana dovrà entrare in campo con la miglior squadra possibile. Incazzato no, depresso no. Scherzo, come vuole il Papa, soprattutto nelle difficoltà, lui ripete che le difficoltà fanno parte della vita, senza le difficoltà è più difficile provare grandi gioie. Vent’anni fa avrei fatto casino, vent’anni fa sarei stato incazzato». «Dal mio primo Chelsea» prose-gue «me ne andai perché ero realmente in guerra con un direttore sportivo. Non mi piaceva, non avevo rapporto, il mercato un disastro, era il 2008. Oggi siamo nel 2023 e sono un altro”.