Genoa, Sabelli: "Mio zio mi portò allo stadio a vedere la Roma e da quel momento il calcio entrò nella mia vita"

Il difensore del Genoa, cresciuto nel settore giovanile della Roma, Stefano Sabelli ha rilasciato un'intervista a La Repubblica. Questo un estratto delle sue parole:
Quando è iniziato tutto?
“Avevo 5 anni. Mio zio mi portava allo stadio a vedere la Roma, mi ha fatto appassionare al calcio e allora i miei genitori hanno deciso di portarmi al Savio”.
Su Trigoria?
“Ricordo la prima partita lì, i campi in erba vera…come quelli in tv. Quando ero bambino era un lusso e anche il Savio aveva i campi in terra. Il sintetico non esisteva. Entrare per la prima volta nel centro sportivo della squadra del cuore e giocare contro la Roma sull’erba è stata un’emozione indimenticabile. Non era una partita, era una gita. Come andare al museo”.
Poi in giallorosso ha giocato per tanti anni. Si ricorda la chiamata?
“È stato strano. Io pensavo si pagasse per giocare o si trattasse di un provino. Invece mi avevano segnalato e quindi convocato a Trigoria. Mi sono ritrovato da ragazzino del Savio a calciatore della Roma”.
Un bel salto
“Ero un attaccante esterno, un trequartista. Al Savio ero il più forte. Poi a Trigoria ho capito cosa vuol dire la competizione. In quel gruppo ci saranno stati 30 ragazzini più bravi di me nel mio ruolo. Da un momento all’altro cominci a giocare poco. Guardi gli altri e speri. Poi Massimo Lana mi cambia la carriera e mi chiede di giocare terzino. Non ho più cambiato ruolo”.
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