ESCLUSIVA VG - Edoardo si racconta: “La mia malattia non è uno scherzo, ci tengo che i tifosi della Roma e il club lo sappiano. Le parole di De Rossi e il sostegno dei tifosi mi hanno dato una gioia immensa”
Negli ultimi giorni la storia di Edoardo, un tifoso della Roma ammalato che sogna la vittoria dell’Europa League, ha fatto il giro del web e dei social. Nelle ultime ore è però emersa la notizia che tutta la storia fosse un’invenzione. Ai microfoni di Vocegiallorossa.it Edoardo ha chiarito la situazione, spiegando che la sua non è una storia totalmente inventata e che il suo intento era solamente quello di sdrammatizzare una situazione dolorosa:
“Ci tengo a chiarire che il mio non era e non è uno scherzo. I tifosi della Roma e la Roma devono sapere a chiare lettere che questo non è uno scherzo né una presa in giro. Io ho voluto mantenere l’assoluta riservatezza in tutta la mia vita da quando mi sono ammalato e ci sono riuscito, infatti tanti non credono che sia vero. Io sto in una condizione che… non ho tanto da perdere. Della shitstorm sai che mi frega…”.
Cosa ha significato per te che De Rossi abbia parlato di te?
«Per me De Rossi è quasi di famiglia dal 2003, quando prende e tira contro il Torino. Quando lui ha parlato di me ho pianto di gioia. Che vuol dire per me che lui abbia parlato di me? Tutto. Il calore dei tifosi vuol dire tutto per me. E per loro voglio tutelare la bontà di quello che ho detto e della mia vita, del resto non me ne frega niente. Il loro supporto e le loro parole mi hanno trasmesso energia per le cose che devo affrontare su base quotidiana, nascondendolo alla gente. Ma le affronto, anche se la gente non lo sa. E vedere la reazione della Roma e dell’allenatore della Roma, che sono il 70% della mia vita, è stato qualcosa di gigante. Ma non penso solo alle parole di De Rossi, mi riferisco anche ad alcuni commenti dei tifosi, ad alcune poesie. Sono veramente felice del supporto ricevuto e questa cosa me la porterò per sempre, qualsiasi cosa accadrà».
Ci puoi spiegare cosa è successo?
«Io volevo sdrammatizzare sul fatto che davanti a una certa data, il mio primo pensiero era la possibile finale di Europa League della Roma. Volevo ridere sul fatto che anche in una situazione drammatica, il mio primo pensiero era stata la Roma. Volevo sdrammatizzare una cosa drammatica. Non c’è nulla su cui scherzare. Mi faceva ridere questa piccola cosa e la volevo raccontare in maniera leggera. Il 22 avrei avuto la possibilità di fare una valutazione. Io sono assistito da un'associazione nel percorso del fine vita. Non è una cosa che si fa così, c’è un iter da seguire e degli impegni da rispettare. C’era una data – il 22 maggio – e quando l’ho letta mi è venuto spontaneo dire: “no, quel giorno non posso”. Non è lavoro, non è famiglia… c’era l’ipotetica finale e questa cosa mi faceva sorridere. Mi faceva sorridere che, in un momento del genere, il primo pensiero era stata la Roma e la finale. Ma non c’è nessuno scherzo».
Cosa vuoi dire a chi sostiene che hai mentito?
«Ad altri giornalisti ho fatto vedere delle conversazioni con mia moglie in cui prova a convincermi a cambiare idea. Questa è la mia realtà. Non c’è nulla di falso. Non so che altro dire. A me importa della Roma, dei tifosi della Roma e di difendere tutto questo nella realtà Roma. Del resto, non mi importa. Ci tengo che i tifosi della Roma, i giocatori della Roma e la società Roma sappiano quanto è importante per me il loro sostegno. In questi giorni ho visto infinite volte il video di De Rossi e Pellegrini che parlano di me. Mi ha fatto piangere di gioia in un modo inspiegabile. Voglio che sia chiaro alla Roma e ai suoi tifosi che non era uno scherzo. Del resto, non me ne frega nulla perché purtroppo ho altro a cui pensare. Non me ne frega un c***o se altri pensano io sia un bugiardo o uno str***o, ma non voglio che ci sia un tifoso della Roma che dubiti di me. Questa è l’unica cosa che mi interessa».