ESCLUSIVA VG - Julio Sergio: "Lecce-Roma? Bellissimi ricordi. Importantissime le parate su Mauri e su Floccari. Fare il portiere a Roma è un onore, non tutti sono all'altezza della maglia"
Julio Sergio Bertagnoli arriva a Roma nel gennaio 2006, in prova, per poi essere tesserato definitivamente dal Club giallorosso solo successivamente. Dopo tre anni da "miglior terzo portiere al mondo" (così lo definì Luciano Spalletti), il suo debutto con la maglia della Roma avviene il 30 settembre 2009 in un niente di meno che Roma-Juventus. Da quel momento, complice l'infortunio del portiere titolare Alexandre Doni e di un poco affidabile Arthur Moraes, l'estremo difensore brasiliano non lascia più il campo, risultando decisivo nella cavalcata a uno scudetto sfiorato con Claudio Ranieri in panchina, nella stagione 2009-2010. Il 28 luglio 2011 è il momento di salutare provvisoriamente Roma (quello definitivo avverrà nel 2013), passando in prestito al Lecce. In vista della sfida di Serie A tra i salentini e i giallorossi, Julio Sergio ha parlato in esclusiva a Vocegiallorossa.it. Ecco le sue parole:
I suoi figli sono romani, ma sua figlia è nata durante il suo periodo a Lecce. Quella di domani, per lei, che gara sarà?
"Sono le uniche due squadre in cui ho giocato in Italia. Ho dei bellissimi ricordi, i miei figli sono nati lì, sono romani. Per me l'Italia è un pezzo della mia vita che non dimenticherò mai".
Come giudica il cammino della Roma, fino a questo momento?
"La Roma è ancora una squadra in costruzione, deve prendere altri giocatori e migliorare. L'anno scorso ha vinto un trofeo importante e la vedo bene, soprattutto dopo l'arrivo di Mourinho".
Riuscirà la squadra di Mourinho a conquistare i tre punti su un campo difficile come quello del Via Del Mare?
"Difficile dirlo. Oggi non ci sono più le partite scontate da tre punti sicuri. Te la devi giocare. Sicuramente la Roma ha una rosa con più qualità, ma lo deve dimostrare sul campo e meritare di vincere".
Quale parata ricorda con più affetto: quella su Mauri o quella su Floccari?
"Sono due parate diverse. Quella su Mauri era una parata che mi confermava come portiere importante in quell'anno per la squadra; mentre quella sul rigore di Floccari, invece, ci giocavamo il primo posto. Tutte e due sono molto importanti. La prima è speciale per me; mentre la seconda più per la piazza e per la squadra".
Capitolo Rui Patricio: che ne pensa del portoghese?
"Penso che sia un portiere esperto. L'anno scorso ha fatto bene e quest'anno si deve riconfermare, ma è già un grande portiere. La Roma, però, deve essere consapevole che a breve ne deve comprare un altro per fare il titolare e portare punti importanti per la squadra".
Svilar ha poco spazio dietro Rui Patricio. Lei per anni è stato il “miglior terzo portiere del Mondo”. Dal punto di vista mentale, come ha superato le difficoltà di chi gioca poco? Che consiglio darebbe al classe 1999?
"Consigli non ne do, però dico che un portiere deve essere sempre pronto. Deve avere la testa giusta, capire qual è il momento: c'è il titolare e gli altri che vorrebbero esserlo. Tutti devono essere sempre pronti a fare benissimo quando chiamati in causa. Penso che la testa sia la cosa più importante per un portiere. Avere la testa giusta, in una piazza come Roma, è ancora più importante. Se capita un'opportunità e riesci a fare bene, nessuno ti leva più dal campo".
Quale portiere consiglierebbe per il futuro della Roma?
"Difficile. Dobbiamo capire quello che chiede a un portiere il mister, il comportamento, la testa. Di portieri ce ne sono tanti, però, quelli che veramente sono in grado di vestire la maglia della Roma sono pochi. Per tanti motivi: l'ambiente, la pressione, la correttezza. Roma è una piazza difficile, ma molto bella. Avere la possibilità di fare il portiere della Roma è un onore. Mi auguro che la società possa sceglierlo bene. Sono passati tanti brasiliani, mi auguro che nei prossimi anni un altro verdeoro possa tornare a difendere i pali della Roma".
Un colpo alla Alisson? Lui è stato l'ultimo portiere brasiliano nella Capitale.
"Come Alisson è difficile, perché è un fenomeno e non penso sia facile trovarne un altro. Ce ne saranno altri che faranno bene come quelli del passato".