Alberto De Rossi: "Non sta a me dare conferme sul futuro di mio figlio"
Alberto De Rossi, allenatore della Roma Primavera, è intervenuto a Unico Grande Amore, trasmissione che va in onda su Teleradiostereo 92,7. Il mister si è soffermato tanto sulla partita di Coppa Italia contro la Fiorentina: "Abbiamo avuto giornate migliori, resta l'amarezza per aver perso all'Olimpico la finale di Coppa Italia, ma dobbiamo subito rimetterci in carreggiata perché ci aspetta una partita difficile in campionato contro il Catania, terza in classifica, ma sappiamo che vincendo saremmo a un passo dalla qualificazione ai play off. Nella finale di andata contro la Fiorentina abbiamo avuto un'evidente superiorità territoriale, anche se siamo riusciti a pareggiare nel finale grazie anche a un errore del portiere. Ieri l'episodio determinante è stato un errore figlio dell'età giovane dei nostri ragazzi. Eravamo riusciti a rimetterci in carreggiata poi abbiamo subito gol su una parabola che ci ha beffato. Senza cercare alibi, avevamo tanti ragazzi che tornavano dalle rappresentative nazionali, alcuni hanno avuto crampi, poi noi siamo abituati a giocare sul sintetico".
Ma comunque è soddisfatto del lavoro dei suoi ragazzi: "Non sono deluso dalla prestazione, perché anche ieri i ragazzi sono usciti dal campo stremati, alla fine molti piangevano. La differenza in questi casi la fa anche la forza fisica, noi siamo una squadra più tecnica, non per questo sto togliendo qualcosa alla Fiorentina che nella doppia sfida evidentemente ha meritato più di noi. Non posso essere amareggiato dalla prestazione".
Poi si toglie un sassolino dalla scarpa: "Mi hanno riportato un attacco vergognoso da parte di chi ha accusato i nostri preparatori per i crampi dei ragazzi. Ribadisco, attacco vergognoso, che ha chiamato in causa anche i nostri ragazzi. Evidentemente chi ha lanciato un'accusa così infondata non solo non capisce nulla di calcio giovanile, ma non capisce nulla di calcio. Non so se certe esternazioni tendano a strumentalizzare chi lavora quotidianamente con ragazzi per bene e con staff altamente professionale, per sfociare in discorsi legati a questioni personali, legate magari all'amico dell'amico. Dico semplicemente che chi parla deve sapere, conoscere, e avere capacità analitica, l'argomento che tratta. In questo caso chi apre bocca senza cognizione, non conosce, ripeto, la vita di un settore giovanile di calcio, e non capisce nulla di calcio".
Ma è ora di voltare pagina: "Bisogna guardare oltre, senza il secondo gol della Fiorentina forse staremmo parlando di una festa, con la gente di Roma e della Roma che voglio ringraziare perché il tifoso della Roma anche se lo conosci ti sorprende sempre in positivo e ieri l'Olimpico era uno spettacolo. Avremmo potuto parlare di una vittoria e della conseguente festa, perché nel momento del loro secondo vantaggio stavamo giocando meglio noi, invece analizziamo una sconfitta, con amarezza, perché non nascondo che stanotte non ho dormito. Ma da qui a mettere in croce chi lavora con professionalità e passione è sbagliato. Bisogna conoscere le materie che si trattano. Io non devo insegnare giornalismo, ma qualcuno dovrebbe imparare a rispettare il lavoro altrui, soprattutto quando non ne conosce le dinamiche".
Poi una precisazione: "Voglio inoltre ricordare come da quattro anni il settore giovanile della Roma stia portando avanti un discorso che ora tutti abbracciano e divulgano. Quello di abbassare l'età media delle squadre. Nei momenti cruciali, altre squadre inseriscono ragazzi del 1989, noi invece diamo sempre spazio a chi fa parte del nostro progetto innovativo. Io parlo da uomo di campo, non faccio il dirigente, ma posso affermare che la nostra politica ora è quella che sta cercando di mettere in pratica la Federcalcio. Ciro Ferrara ha fatto esempi significativi, elencando numeri inconfutabili. Riguardo l'età verde di squadre Nazionali e di club stranieri, come la Germania. Il confronto con il nostro calcio è impietoso. Noi ci stiamo da anni mettendo sulla strada che ora indicano tutti. Evidentemente è la strada giusta. Chi oggi critica il nostro portiere, Pigliacelli, si ricordi che parliamo di un ragazzo del 1993, che sta contribuendo anche quest'anno a darci molte soddisfazioni. Noi Pigliacelli ce lo teniamo stretto. Chi conosce il calcio dei giovani sa quanto vale e sa come ci si comporta con un ragazzo anche il giorno dopo un infortunio. E a chi non aspettava altro per mettere in croce il nostro lavoro e quello di ragazzi giovani come i nostri calciatori, dico 'peggio per voi'".
Infine un accenno sulla questione societaria: "Nelle ultime settimane non abbiamo avuto ragguagli sul futuro, di certo per quello che mi riguarda conto di restare a lavorare nella Roma. E' quello che voglio. Sul futuro di mio figlio, Daniele De Rossi, dico che sarà lui a parlare. Non sta a me dare conferme sul suo futuro nella Roma".