Ranieri: "Ai giocatori chiedo la prestazione. Dybala? Prima o poi segnerà"

Ranieri: "Ai giocatori chiedo la prestazione. Dybala? Prima o poi segnerà"Vocegiallorossa.it
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mercoledì 19 febbraio 2025, 13:39Interviste
di Gabriele Chiocchio

Claudio Ranieri ha parlato a Sky Sport alla vigilia del match contro il Porto. Ecco le sue parole:

Per un allenatore è più facile lavorare con calciatori di carattere come Mancini?
"Io credo che nel calcio, sia quello di oggi che quello di una volta, il carattere e la personalità siano fondamentali. Un giocatore deve averli, altrimenti non riesce a esprimere tutto se stesso. Io voglio questo tipo di giocatori. Vorrei avere, quanti sono in rosa? 23, 26? Bene, vorrei 26 leader, perché un leader pensa come un allenatore. Non ragiona in modo egoistico solo per sé stesso, ma guarda al bene comune, proprio come fa un allenatore".

Come fa un allenatore a trasmettere sicurezza alla vigilia di un appuntamento come quello di domani sera?
"Io cerco di spiegare la partita in questo modo: quando affrontiamo una squadra, la studiamo, la analizziamo, ma poi c’è sempre l’imponderabile, e su quello non possiamo fare nulla. Quello che chiedo ai miei giocatori è di darmi una prestazione. La prestazione significa che ogni giocatore deve essere in grado di comandare se stesso, di dare il massimo, anche nei momenti di difficoltà, e di aiutare il proprio compagno, perché tutti attraversiamo dei momenti difficili in campo. Devono parlarsi, sostenersi a vicenda. Questa è per me la prestazione. Poi, certo, puoi giocare bene o giocare male, ma non siamo macchine o robot che mettiamo in campo e danno sempre la stessa cosa. Sta a noi allenatori, in base a quello che abbiamo in panchina, capire come stanno i giocatori, come si sentono, e decidere se è il caso di fare un cambio o meno".

Hummels è tornato a pieno regime?
"Sta bene, si è allenato bene questa settimana, per cui è disponibile".

Dybala nelle ultime 9 partite di Europa League non ha segnato. Gli ha chiesto un regalo?
"Io dico sempre, per la legge dei grandi numeri, dovrà cambiare, no? Prima o poi segnerà".

Come fa a scindere il tifoso dall'allenatore in queste situazioni?
"Ho il privilegio di non stare in curva o in tribuna, ma di essere vicino ai giocatori, quindi sono avvantaggiato. La mia vita è fatta di emozioni e passione, ma pur vivendo il pathos del momento, so che devo restare lucido e freddo. Questo perché devo prendere delle decisioni e dare delle direttive, e più sei distaccato e freddo, più riesci ad analizzare bene il problema".