Dybala è più forte dell'autolesionismo della Roma
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L'andata con il Porto era stata caratterizzata, sfogo di Ranieri sulla direzione arbitrale a parte, da tafazzismo giallorosso, capace di buttare via una partita già vinta. All'Olimpico questa cosa si è rivista, con Svilar, Ndicka, Rensch a combinare pasticci che più o meno, potevano condizionare una qualificazione che, se non ottenuta, sarebbe stata un vero e proprio scandalo. Grazie a un errore del portiere e una difesa incapace di allontanare il pallone fuori area in più di un'occasione, il Porto era passato in vantaggio. Una scossa che serviva o un qualcosa di cui si poteva fare a meno? Alla domanda ci ha pensato quel Paulo Dybala messo da parte dalla società a inizio stagione, rimesso al centro del villaggio da Ranieri. Un uno-due (con tripletta sfiorata) che ha messo KO gli avversari, per la joya di tutti i romanisti. Un giocatore che dimostra sempre più di essersi calato nei panni del leader, tanto da rifiutare il cambio che Ranieri gli aveva proposto a metà del secondo tempo, fino all'inevitabile sostituzione, e la meritata standing ovation. C'è gloria anche per Pisilli che, appena entrato segna con la giocata con cui ha segnato tanto in Primavera e continua a farlo tra i grandi: inserimento e senso del gol da attaccante vero. Prima e dopo il gol di Pisilli, tuttavia, l'autolesionismo della Roma si è dimostrato un male a cui porre rimedio il prima possibile visto l'errore di Ndicka che ha spianato la strada a quello che poteva essere nell'ordine: cartellino rosso e punizione dal limite, calcio di rigore, rete del 2-2. Fortuna della della Roma è stato "solo" un palo. Dulcis in fundo l'autogol del neo entrato Rensch.
Qualificarsi agli ottavi di finale era la normalità e questo è il messaggio che deve passare perché la normalità della Roma è questa e non il rendimento di inizio stagione. In attesa di capire se sarà derby europeo agli ottavi, serve che anche gli altri big rientrino in forma, perché Dybala è un plus, ma non può essere quello che salva baracca e burattini sempre.
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