Renato Sanches: "In Italia si vive il calcio come in Portogallo. È importante sentire l'appoggio di Mourinho"
Renato Sanches, centrocampista della Roma, è stato protagonista di una lunga intervista su DAZN. Ecco le sue parole:
In che momento della tua carriera ti trovi?
“È un momento di maturità, è un momento in cui avere un po’ di stabilità. Ho già vinto titoli in Germania, Portogallo, Francia, ma credo di essere arrivato a un punto della mia carriera in cui sono più maturo per poter riuscire a far vedere il mio calcio”.
Che impressione ti ha fatto lo Stadio Olimpico?
“È andata benissimo perché ho visto che è veramente pieno. Per ogni giocatore è sempre importante l’appoggio dei tifosi. Penso che con una tifoseria del genere venga molto più semplice volere ogni vittoria e dare tutto per la squadra”.
Primi pareri sulla rosa della Roma?
“Abbiamo diversi tipi di giocatori con caratteristiche diverse, credo sia importante avere una squadra che abbia tanta varietà a centrocampo, abbiamo giocatori con tanta qualità e sono convinto che questo sia davvero un bene affinché il mister abbia diverse scelte tattiche”.
Su José Mourinho.
“È sempre più facile quando hai un allenatore portoghese, è la nostra lingua è più facile capire quello che mi chiede. Sentire l’appoggio dell’allenatore è sempre molto importante perché percepisci le cose in un modo differente ed entra molto più velocemente nella testa di un giocatore”.
Sulla vittoria dell’Europeo con il Portogallo nel 2016.
“La finale di Euro 2016 ha rappresentato un momento molto speciale per me, come per tutti i Portoghesi. Io avevo 18 anni all’epoca. È stato un anno molto speciale per me: ho vinto il campionato portoghese e l’Europeo, è stato un anno perfetto per me grazie a Dio. Credo dovesse capitare in quel momento. Credo che in tutti i momenti felici della nostra vita non possiamo metterci a pensare troppo, dobbiamo essere riconoscenti e non possiamo mai sapere cosa succederà in seguito”.
Alla Roma hai trovato due portoghesi come José Mourinho e Tiago Pinto.
“Qui in Italia c’è molta adrenalina, molta carica, si vive molto il calcio, come in Portogallo. Trovare qui uomini portoghesi (Mourinho e Pinto) che possono spiegarti come funziona il club è davvero una bella fortuna perché ti permette di integrarti prima e di imparare molto più velocemente”.
Il derby con la Lazio?
“Un derby è sempre un derby. Tutti vogliamo vincere, soprattutto in quelle partite. Quando rappresentiamo la città l’obiettivo è vincere sempre”.
Raccontaci le tue origini.
“Mia mamma è nata a Capo Verde, mio padre a Sao Tomé e Principe, ma da giovane si è spostato a Capo Verde. non ero mai stato lì fino all’anno scorso. Mi sento portoghese, ma so di avere una parte africana in me, e per me è un orgoglio”.
Sul paragone con Seedorf.
“Fisicamente abbiamo qualcosa in comune e poi la conduzione palla e i passaggi. L’ho ammirato molto, e l’ho studiato parecchio su Youtube”.
Hai vinto ben 16 trofei in carriera sin qui.
“Vincere titoli è qualcosa che un giocatore ricerca sempre, perché a fine carriera ti volti indietro e se noti che sei riuscito a conquistare trofei pensi che sia valsa la pena di fare tutti gli sforzi che hai fatto. Ma credo che indipendentemente dai risultati la cosa più importante sia imparare. Potersi confrontare con culture e paesi diversi, incontrare persone diverse, mentre giochi a calcio e vinci trofei, ti permette di imparare molto a vedere la vita in un modo diverso, perché il calcio passa molto velocemente. La cosa importante è avere persone importanti al proprio fianco, alla fine è ciò che ti ricorderai”.
La prima cosa che hai voluto vedere di Roma?
“Lo Stadio Olimpico”.
Il tuo idolo da bambino?
“Ronaldinho”.
Cosa volevi fare da grande?
“Il calciatore”.
Il calciatore che ti piace di più nella Roma?
“Aouar”.
Il tuo primo pensiero al mattino?
“Oggi c’è allenamento”.
Il tuo obiettivo personale per quest’anno?
“Fare una buona stagione a aiutare la squadra a conquistare titoli”.
La tua migliore qualità?
“Dare tutto”.
Come esulterai al tuo prossimo gol?
“Aspettiamo il weekend…”.