Caso Diawara, ricorso respinto. Fienga all'uscita dal CONI: "Juventus-Napoli? Risposta della Lega più ridicola della decisione. Ammettiamo la colpa, ma non c'è stato alcun vantaggio". VIDEO!
È stato respinto il ricorso della Roma, il Collegio di garanzia del CONI ha espresso parere negativo e la Roma dunque non riavrà il punto guadagnato sul campo a Verona a causa del caso Diawara. Il CEO della Roma Guido Fienga e l'avvocato della società capitolina Antonio Conte si erano recati all'interno della sede del CONI ieri pomeriggio per discutere il ricorso presentato al Collegio di Garanzia. A inizio stagione, infatti, il guineano era stato inserito erroneamente nella lista degli Under 22, fatto che ha portato il Giudice Sportivo a decretare il 3-0 a tavolino per l'Hellas Verona.
Queste le parole del CEO Guido Fienga al termine dell'incontro:
“Speriamo che la Corte accolga l’invito a riconsiderare una norma che è oggettivamente troppo rigida, che non gradua per le pene e per la distinzione tra un errore o un atto fatto con dolo. Abbiamo spiegato che la Roma non si nasconde e ammette le proprie colpe, ma non ha portato alcun vantaggio. Questa norma così rigida rischia di dare un vantaggio al Verona, speriamo che possa essere sanzionato in maniera diversa. Speriamo si possa rivedere la norma. Il Verona ha detto quello che doveva dire, a me interessa il pensiero della Roma. Differenza tra il caso Ragusa? Nel caso nostro avevamo tanti slot liberi ancora, nel precedente caso era una lista incompleta. Juventus-Napoli? Non vorrei aggiungere nulla rispetto alla lettera, mi sembra abbastanza chiara. Non voglio commentare la risposta, che è ancora più ridicola della decisione, non necessita di motivazione dicono. Le uniche motivazioni non sono rapportabili. Il rinvio di Roma-Napoli? Non accolgono la richiesta della Roma, la prassi vuole che per i cambiamenti di partite che non si riferiscano a coppe europee, basta l’accordo tra due squadre perché la Lega sposti la partita. Immaginatevi cosa possa accadere, se questa regola dovesse valere sino a fine campionato. Non stiamo pensando a nulla, spingiamo affinché non ci siano più comportamenti parziali e soggettivi, la Lega ha enormi lacune nella governance e nella gestione”.
#Roma, #Fienga dopo il ricorso al Coni: "Ammesso il nostro errore, ma non ci ha portato nessun vantaggio. Norma andrebbe rivista...".
— TUTTOmercatoWEB (@TuttoMercatoWeb) March 15, 2021
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"Sanzione iniqua e sproporzionata rispetto al fatto e ininfluente ai fini del risultato sportivo". È la sintesi della posizione della Roma, nelle parole del legale Antonio Conte, all'udienza per il ricorso davanti al Collegio di Garanzia dello Sport, presieduta da Marco Frattini, per il 3-0 a tavolino di Verona. L'errore di inserire Diawara nella lista under 22 è stato fatto "in buona fede", secondo il club giallorosso, che chiede una pena congrua. "Evidenziamo un vuoto normativo che solo il Collegio può colmare - spiega l'avvocato Conte -. La ricostruzione fattuale dimostra come i funzionari preposti della Roma abbiano fatto il possibile per provare a risolvere il problema".
Il dibattimento si sposta poi sull'alert della Lega per riscontrare l'errore e il legale giallorosso specifica: "Nessuno cerca di derubricare l'errore, ma l'induzione all'errore del delegato della Lega è palese. È stato poi inelegante che nove pagine della difesa del Verona vengano dedicate agli errori commessi anche con lo Spezia come a voler identificare i dipendenti della Roma come degli incapaci". Secondo il legale del Verona, Stefano Fanini, il caso è simile a quello di Pescara-Sassuolo del 2017, che portò alla sconfitta a tavolino per 3-0 degli emiliani: "Per quanto riguarda la fattispecie, la norma è in vigore dal 2014 e tutti i club l’hanno rispettata e questo caso che discutiamo è uguale a quello di Pescara-Sassuolo del 2017”. Similitudine riscontrata dal procuratore generale della Procura Generale dello Sport, Livia Rossi. "Non si può prescindere dai precedenti del Collegio, e in particolare dalla decisione su Pescara-Sassuolo - ha detto l'avvocato Rossi -. In entrambi i casi si è trattato di un errore che poteva essere sanato. La conclusione della procura generale non può che esser del rigetto del ricorso".