De Rossi: "Mi sento nato per questo lavoro. Pellegrini un vero capitano, Soulé diventerà un fenomeno"

04.09.2024 08:13 di  Luca Borgogno   vedi letture
De Rossi: "Mi sento nato per questo lavoro. Pellegrini un vero capitano, Soulé diventerà un fenomeno"
Vocegiallorossa.it
© foto di www.imagephotoagency.it

L'allenatore della Roma Daniele De Rossi è stato intervistato ieri da DAZN. Queste le parole del tecnico giallorosso:

L'estate da allenatore
"La differenza con le estati che vivi da calciatore sono parecchie. Da calciatore venivo un paio di giorni prima del raduno e mi rimettevo un po' in sesto per preparare la stagione con grande calma. Io sono rimasto qua invece tutta l'estate e devi fare un lavoro che inizia veramente molto prima rispetto a quello che poi percepitevi da calciatore, che iniziava la data e il giorno in cui ti ritrovavi. Qui devi pensare a tutto, devi essere pronto per tutto e sapere che la pressione sarà tanta . Mi è piaciuto moltissimo e penso che mi sento nato per fare questo lavoro, e farla all'inizio è la cosa più bella che ti fa sentire in controllo e con la possibilità di creare la tua squadra. Magari più andrò avanti col tempo e staccherò un po' prima , prendendomi un po' di vacanze per poi iniziare a preparare. Stavolta invece ho fatto tutta una tirata dall'anno scorso, ma c'era da ricostruire e io stesso dovevo testarmi per la mia prima estate da allenatore".

La Roma su Football Manager
"C'erano questi giochi,una volta si chiamava PC calcio se non sbaglio. Poi è diventato Football Manager credo che esista ancora, noi lo chiamavamo scudetto ed era pieno di questi giochetti qui. Eravamo sempre dentro al gioco e lo facevamo diventare una parte importante dei nostri pomeriggi, non c'era la Playstation ma  qualcosa di molto lontanamente paragonabile e il gioco del calcio manageriale era il mio preferito. Insieme ai miei amici anche d'estate rinunciavamo al mare e si sceglieva ognuno la sua squadra e metteva il nome di un allenatore a cui si era affezionati. Ogni tanto mettevo il nome del mio allenatore dell'Ostiamare, ma spesso era Daniele De Rossi, si sceglieva la Roma e tu eri l'allenatore. Anche i miei amici con i loro computer mettevano il nome ed erano allenatori della Roma, poi a me mi è capitato davvero. Spero di essere un po' più bravo di quanto non fossi a Football Manager perché lì ogni tanto se perdevo spegnevo e riaccendevo senza salvare, così la partita persa non si contava. Qui devo chiedere se è possibile ma temo di no".

La mia nuova Roma
"Una squadra più tecnica, con più qualità e che tiene la palla più spesso, la perde con meno facilità in fase più offensiva magari per fare la giocata decisiva e non la perde nella costruzione. Una squadra con grande gamba può riconquistare palla più spesso più in avanti e più velocemente. Questo ti permette di essere più dominante dal punto di vista del ritmo e del possesso del pallone. Poi a volte fai due più due e purtroppo scopri che il risultato non sempre è quattro nel calcio, anche perché le stesse idee che ho io e che ha la società ce l'hanno chi costruisce il Milan, l'Inter, la Lazio e il Napoli.  E quindi sarà una bella sfida, perché secondo me il calcio sta andando in quella direzione lì, si cerca la fisicità mischiata con la qualità e diventerà sempre più intenso. Secondo me è piacevole, ogni anno può essere una stagione per un salto di qualità, non solo per Lorenzo (Pellegrini) ma per tutti i giocatori. La mia carriera me l'ha insegnato che anche a 30 anni puoi migliorare, puoi imparare qualcosa e puoi fare qualcosa che prima non facevi. Io onestamente l'ho visto da tifoso (Pellegrini) per tanti anni, l'ho accompagnato in questo suo percorso con un paio di messaggi, tre all'anno al massimo,  qualche chiamata ogni tanto e ci incontravamo ma senza stargli troppo sopra. Quando l'ho rincontrato a gennaio ho incontrato un uomo vero, un capitano vero e un atleta incredibile. In quei sei mesi in cui siamo stati insieme nella fase finale della passata stagione  ha fatto anche delle prestazioni importanti, sia dal punto di vista realizzativo che tecnico, quindi ripartiamo da là. La parte finale della stagione è stata in calando un po' per tutti quanti, quindi anche per lui, ma devo dire che l'ho spremuto fino all'ultima goccia. E quest'anno stiamo lavorando bene, sta lavorando alla grande e sta dando una buona giornata ai giovani, sia lui che Mancio che Bryan (Cristante) stanno facendo quello che gli ho chiesto anche l'altro anno. Insomma dare una mano ai più giovani, di aiutarli negli errori quando vanno un po' in down. Sono tanto soddisfatto di Lorenzo e di tutti e tre gli italiani, perché sono una parte tanto importante di questo spogliatoio. Ci metto dentro anche Stephan (El Shaarawy) che è un carattere un po' più taciturno ma è una persona di riferimento per noi".

La lotta per l'Europa
"Ci sono squadre forti, le rispetto tantissimo. Lo stesso Bologna, che poteva sembrare un exploit temporaneo, ha preso un alto grande allenatore dopo Thiago Motta. Italiano sa come lavorare e come far giocare le sue squadre quindi potrebbe essere che si riconfermerà a quei livelli lì. Il Milan ha fatto uno squadrone, lo Juventus idem, l'Inter ha dominato il campionato quindi è impossibile non pensarla tra le favorite. Anche la Lazio ha costruito una squadra molto logica, con grande gamba e grande fisicità e ha messo dentro i giocatori che la migliorano e noi altrettanto stiamo lavorando per migliorarci e sono sicuro che ci riusciremo. L'Atalanta ormai è una realtà internazionale a tutti gli effetti, il Napoli che ha fatto un'annataccia e lavorerà sia sul discorso della qualità dei giocatori che dell'allenatore ovviamente, ma soprattutto sulla voglia di rivalsa. C'è anche la Fiorentina, insomma tra quelle otto, nove squadre sarà veramente difficile tenerne almeno quattro al di sotto".

Soulé, un nuovo talento
"
Credo che al primo campionato abbia fatto qualcosa di incredibile. Se guardi i dati ti dimostra che è un giocatore che ha fatto dei numeri paragonabili ai suoi pari età più forti del mondo, quelli che giocano in squadre veramente costruite per dominare il calcio nel mondo e lui dal punto di vista di dribbling riusciti, passaggi chiave li ha superati. È stato facilitato dal fatto che giocasse in una squadra in cui era il giocatore più importante, allenata da un grande allenatore che ti fa giocare bene, il che è tantissimo per i giovani. Secondo me un piccolo calo è dovuto sia all'età, sia alla squadra che ha fatto peggio rispetto alla prima parte di stagione.  Però quando ho preparato Frosinone-Roma, guardando lo schermo ho detto di stargli addosso perché è veramente un giocatore che diventerà un fenomeno. Per farlo venire qui ho parlato un po' con Leo (Paredes), con lui stesso e con il suo procuratore, che ha portato Walter Samuel qui a Roma e ci conosciamo da tanto . Credo che l'inserimento sia stato agevolato dal fatto che noi siamo veramente un bel gruppo, in particolare  sia Leo Paredes che Paulo Dybala hanno fatto molto famiglia, si aiutano tra argentini e si coccolano a vicenda come succede anche per le altre nazionalità. Lo vedo completamente all'interno del gruppo ma non solo con gli argentini, anche con gli italiani e con le altre nazionalità. Dal punto di vista di inserimento è un ragazzo con la faccia pulita, con gli occhi di questi argentini veraci che a me piacciono. Ne ho conosciuti tanti e ho conosciuto la fame che hanno per giocare a calcio e per diventare campioni. Sono sicuro che lui oltre le qualità tecniche ci dimostrerà anche la voglia, come dimostrato nella scelta della squadra che ha avuto di venire qui a Roma. Quella è stata fondamentale per noi".

Un nove dal mercato: Dovbyk
"È un giocatore che ha alle spalle qualche stagione con tantissimi gol. Soprattutto l'ultima con tanti gol in un campionato di incredibile livello come quello spagnolo, con una squadra che non era creata e strutturata per arrivare così in alto. Lui è stato forse insieme a Savio l'artefice maggiore della cavalcata del Girona e credo che sia un giocatore importante dal punto di vista realizzativo, ma tanto importante anche dal punto di vista dello sbocco che ci dà in fase di profondità in fase di ricerca dello spazio alle spalle della difesa avversaria, perché può allungare gli avversari. Può aiutare noi a tenerci un po' più corti e soprattutto può farci salire e respirare quando succederà che ci metteranno un po' sotto".

Sangaré un ragazzo d'oro
"A me viene il sorriso in faccia quando parlo di lui. Ammetto che è stata una scelta più societaria che mia, io non lo conoscevo bene ma mi è stato garantito che era un buon giocatore. Ho guardato un video al volo e ho capito che è uno che in futuro diventerà un giocatore importante. Poi quando ci lavori ti accorgi che questo futuro potrebbe essere anche un po' più prossimo. È un giocatore di una qualità incredibile, molto dinamico, ma deve lavorare tantissimo tatticamente perché lo vedi che è istintivo, classe e talento puro e va a duemila. Però magari tenerlo in linea con il resto del reparto difensivo è un po' più difficile, quindi ci dobbiamo lavorare da quel punto di vista. Ma è un giocatore che giocherà a calcio ad occhi chiusi in Serie A, senza nessun dubbio. La qualità è incredibile, oltretutto il ragazzo ha sempre questo sorriso stampato in faccia e la voglia di giocare. Ha rubato il cuore un po' a tutti quanti noi".