Fonseca: "A Roma ero solo, ho vissuto il momento più difficile degli ultimi 15 anni della società. Avrei voluto Barella"
L'ex allenatore della Roma, Paulo Fonseca, ha concesso un'intervista a Repubblica. Di seguito, uno stralcio delle sue dichiarazioni.
Lei alla Roma si è sentito solo?
"Prima Petrachi e poi Pinto sono stati miei alleati. Ma ho vissuto il momento forse più difficile degli ultimi 15 anni della Roma, con la transizione societaria e sì, ero solo".
E di Roma cosa le resta?
"A mia figlia, che mi ha intervistato per la scuola, ho detto che è il posto più bello del mondo. Amavo girarla a piedi, vivere vicino al centro, vederne ogni angolo, respirarne l’atmosfera".
A Roma la prima cosa che si dice di lei è che è elegante.
"È vero, mi piace essere elegante, mi piace la moda, soprattutto quella italiana, e le scarpe di classe".
Mettendo la classe da parte: Italia-Portogallo, per chi tiferebbe?
"All’Italia sono legatissimo. Ma io sono portoghese…".
Crede che la mentalità conti più della qualità?
"L’Italia ha anche un livello tecnico molto elevato. Prendete Barella: lo avrei voluto alla Roma, ci ho anche parlato un paio di volte al telefono, per provare a convincerlo. Mancini ha saputo costruire su questa qualità un grande collettivo, una cosa che non riesce facilmente, altre hanno grandi talenti ma non sono squadra".
Che idea ha della Serie A?
"È al livello di Premier o Liga. In Inghilterra il ritmo è più alto, ma non è questione fisica: lì le partite sono più aperte e si corre di più. Quello italiano non è un campionato difensivo, ma è quello in cui si difende meglio. Ogni partita è diversa, ti obbliga a lavorare moltissimo sulla strategia".