Hermoso: "Cercherò di dare il massimo per far crescere la storia della Roma". VIDEO!

03.09.2024 14:45 di  Luca d'Alessandro   vedi letture
Hermoso: "Cercherò di dare il massimo per far crescere la storia della Roma". VIDEO!
© foto di Marco Campanella

Questa la prima intervista del nuovo difensore della Roma, Mario Hermoso, rilasciata ai canali del club:

Ti aspettavi di venire alla Roma? 
"La verità è che è successo tutto abbastanza rapidamente. Devo dire che quando si è presentata l'opportunità e la Roma si è interessata a me e c'è stata la possiblità di far parte di questo club dalla grande storia ho voluto ascoltare la proposta, valutare le mie sensazioni e il feedback dell'allenatore e da parte della squadra. Volevo capire come potevo aiutare al meglio la Roma". 

Cosa ti ha convinto? 
"Molte cose. Si tratta di un grandissimo club, con una storia grandissima. Ho percepito passione e grande entusiasmo da parte dei tifosi verso la squadra. Qualcosa di simile all'Atletico Madrid: è come una grande famiglia all'interno della città, una città importantissima e stupenda. Per me è stato un cambiamento di vita semplice, anche pensando alla vita che facevo a Madrid con la mia famiglia. Era quello che volevo a livello sportivo, di competizione. Venire alla Roma sarebbe stato molto semplice, visto che avrei continuato a giocare ad alto livello, in un campionato importante e in una città come Roma". 

Differenze Liga e Serie A?
"Penso che le differenze non siano molte come tipologia di campionato, ci sono tante squadre forti. Questa è la filosofia di come percepiamo la Serie A in Spagna. Siamo due popoli latini e viviamo la passione allo stesso modo". 

Sei arrivato a campionato iniziato, idee su Juventus-Roma? 
"Il fatto che la squadra abbia lottato e che la squadra è andata vicino a vincere la partita. Se non ricordo male l'ultima occasione l'ha avuta Angelino col tiro da fuori area finito a lato. Questo rispecchia la differenza tra vincere e perdere, perché costruendo dalle buone azioni si può andare più vicini a vincere. Mi è piaciuta la solidità difensiva vista. La squadra ha lavorato molto bene, grazie ai cambi. Penso a Paulo Dybala che è entrato nel secondo tempo e la dice molto sul livello di competitività della squadra per competere ai massimi livelli". 

Sei contento di essere allenato da De Rossi? 
"Penso che ci troveremo bene. Da calciatore ha rappresentato il cuore, la voglia di lottare, la capacità di mantenere sempre la fiamma accesa. Come allenatore basta vedere il suo modo di vivere le partite in maniera passionale e soprattutto le sue conoscenze. In definitiva, quello che vuole è costruire una squadra importante, una squadra solida. Io e i nuovi arrivati cercheremo di dare il massimo per far crescere la storia della Roma". 

Come ti collochi? 
"Ho giocato in una formazione che ha giocato con la difesa a 3, ma ciò non toglie che possa adattarmi a qualsiasi tipo di altro modulo o a qualsiasi posizione che il mister pensa ideale per me o in quella che posso aiutare la squadra. Se penso a come vedo il gioco e a come posso aiutare la squadra è cercare di fare il massimo". 

Simeone? 
"È una persona importante di cui ho una grandissima stima e penso che anche lui ne abbia di me. Ovviamente ho parlato molto con lui. Ho avuto difficoltà ad adattarmi all'Atletico, allo stile di gioco suo e come intende il football. Poi ci sono riuscito, cercando di mettere insieme questi due modi di pensare, cercando di trarre il massimo vantaggio per contribuire alla crescita della squadra. Forse più da parte mia, ma c'è un forte sentimento di affetto che ci lega visto tutto il tempo che abbiamo trascorso insieme. Mi ha fatto crescere come giocatore e come persona per cui avrò sempre un buon rapporto con Diego". 

Incontri in questa rosa un altro spagnolo: Angeliño. Ci sono anche giocatori latini, questo potrà aiutarti nell’inserimento?
"Sì, ci sono molti giocatori latini, per cui l’adattamento, chiaramente, può essere più semplice. È vero che al momento ho ancora qualche difficoltà a capire la lingua, ma a poco a poco cercherò di impararla al meglio, e col loro aiuto credo sarà tutto molto più facile". 

Mario esiste un destino, non c’è dubbio. C’è un video che è diventato virale, che ha fatto il giro del mondo nel vero senso della parola: la tua esultanza nella rimonta contro l’Inter e dietro questa bandiera della Roma che sventola nel settore dei tifosi dell’Atletico. Un vincolo forte tra i tifosi della Roma e quelli dell’Atletico… Si può dire che è destino, forse?
"Sì, credo che c’entri anche un po’ il destino. Quell’immagine è di un po’ di tempo fa e chissà che non abbia anticipato un po’ il futuro. Per questo, credo che quell’immagine rappresenti un po’ tutto: la passione, la dedizione con cui vivo e sento il calcio. Quella bandiera alle mie spalle significa che, forse, i nostri cammini erano destinati a incrociarsi. Simboleggia la voglia di sentirsi ancora vivi, di continuare a divertirsi e sentire quella passione condivisa, quella dei tifosi della Roma e quella che sento io per il calcio, e di viverla insieme". 

Raccontiamo una piccola curiosità. Hai già preso tante maglie della Roma perché ci hai confidato che in famiglia piace tanto questo scudetto della Roma, questo stemma.
"Sì, entrambe le mie figlie sono, attualmente, appassionate della Roma. Ancora non capiscono bene, perché sono piccole, ma in questo momento sono entusiaste, perché sanno che hanno una casa a Madrid e ora avranno una casa anche a Roma, per cui vogliono venire a vivere in Italia. Sapevamo che prima o poi ci saremmo trasferiti in Italia, anche per quello che sentiamo io e mia moglie per questo Paese. Lei in passato è venuta a studiare in Italia, è molto affezionata a questo Paese. Dall’altra parte, c’era la mia voglia di mettermi alla prova in un campionato come la Serie A, per cui non c’era un posto migliore di Roma in cui poter venire. Ora mia moglie e le bambine sono entusiaste dello stemma, della lupa, e vogliono la maglia con il simbolo della lupa, per cui credo che uscirò di qui con un regalo: una maglia per loro. Saranno molto contente".

Proprio per questo ti chiedo: come ti immagini vivere a Roma città? Vivere a Roma, come te lo immagini?
"Credo che lo stile di vita sia abbastanza simile a Madrid. Credo che il clima sia molto simile. La città è molto grande, con molte persone. Poi è una città in cui si vive una rivalità calcistica, ed è bello assistere alla rivalità tra due club della stessa città. Poi, come ti dicevo, soprattutto a livello artistico, storico e monumentale, Roma ha una storia immensa, non solo in Italia ma anche in Europa e nel mondo. Penso che, come ti ho detto, sono qui da poco tempo, ma mi sembra una città impressionante, e spero di conoscerla bene e di poterci vivere a lungo".

Ti chiedo se hai già provato qualche piatto tipico di Roma, visto che tu sei un appassionato di cucina.
"Sì, la cucina è uno dei miei hobby al di fuori del terreno di gioco. Ovviamente sono un amante della carbonara, ma me la posso permettere solo qualche volta durante la settimana. Mi piace moltissimo, a casa cerchiamo di prepararla nel miglior modo possibile. Cerchiamo di farla come si deve: col parmigiano, col guanciale e con le uova. Proviamo sempre a preparare la pasta al dente, ovviamente. Cerchiamo di fare del nostro meglio, piace molto anche alle bambine. Per cui credo che ci adatteremo facilmente, anche dal punto di vista gastronomico, e ci innamoreremo di una città come Roma". 

Chi senti di dover ringraziare per essere qui?
"Devo ringraziare i Friedkin, la proprietà, la famiglia. So che rappresento una scommessa importante per la famiglia Friedkin. Ovviamente ringrazio anche tutta la direzione sportiva della Roma, Daniele che è stato fondamentale per me, perché mi ha spiegato quello che pensava e in che modo crede che possa aiutare la squadra a crescere. Spero di ricambiare la sua fiducia". 

Chiudiamo, come sempre, con un saluto ai tifosi della Roma.
"Voglio salutare da qui tutti i tifosi della Roma. Daje Roma daje".