Un vantaggio sprecato

Un vantaggio sprecato
© foto di Emiliano Tomasini
Oggi alle 15:00Primo piano
di Gabriele Chiocchio
fonte L'editoriale di Gabriele Chiocchio

Sono passati 126 giorni da quando è stata ufficializzata la nomina a nuovo allenatore e futuro “consulente senior” di Claudio Ranieri: in quel momento, la Roma cercava chi la potesse aiutare a tirarsi fuori dalle sabbie mobili, con la squadra in zona retrocessione e un futuro, non solo quello remoto, ma anche quello prossimo, tutto da decifrare. Adesso molte cose sono cambiate: i giallorossi sono addirittura di nuovo in corsa per un piazzamento europeo - pur con tutte le incognite del caso, vedi calendario e assenza di Paulo Dybala -, in coppa le cose sono andate male ma la stagione, mal che vada, assumerà i connotati di una “normale” annata negativa e non del disastro che qualcuno prefigurava a inizio inverno.

Dopo questa stagione, però, c’è la prossima, e per essa, paradossalmente, la Roma aveva un vantaggio inedito da sfruttare, vale a dire un enorme lasso di tempo in cui poter pensare al da farsi, soprattutto per quanto riguarda la futura guida tecnica. Di nomi, sui giornali, se ne sono fatti tanti, tutti più o meno smentiti da Ghisolfi nelle varie interviste prepartita. Il francese, di nome, in realtà ne ha fatto uno solo, ammettendo di voler convincere Ranieri, che nella prossima stagione avrà 74, a rimanere in panchina.

Pigrizia, poche idee o magari un bluff? Al momento non c’è risposta, ma essere arrivati negli ultimi giorni di marzo senza una linea precisa da seguire, se non significa essere in ritardo, significa quantomeno aver buttato gran parte di quel vantaggio che, suo malgrado, la Roma aveva in mano per pensare al futuro. Le attenuanti ci sono, perché, per quanto Ghisolfi dica diversamente, una Roma che partecipa a una coppa può avere un appeal diverso da una che in mezzo alla settimana si allenerà solamente: questo non può bastare a motivare un apparente stallo come quello a cui stiamo assistendo. Quattro anni fa José Mourinho fu annunciato totalmente all’improvviso: appendersi alla possibile sorpresa è però come giocare d’azzardo, quasi totalmente casuale e di scarsa affidabilità. Meglio parlare di ciò che è, o che, in questo caso, non è.