Serie A, Simonelli: "Vorremmo chiudere il mercato prima dell'inizio del campionato, ma serve uniformità"

Serie A, Simonelli: "Vorremmo chiudere il mercato prima dell'inizio del campionato, ma serve uniformità"Vocegiallorossa.it
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di Redazione VG

Ezio Simonelli, presidente della Lega Serie A, ha analizzato in conferenza stampa l'assemblea dei club del massimo campionato. Ecco uno stralcio delle sue parole riprese da tuttomercatoweb.com:

Chiudere il mercato prima dell'inizio del campionato?
"C'è un tema che ci accomuna con alcune leghe, che è la chiusura del calciomercato. Ho incontrato i vertici di Premier e Liga: l'idea dell'Italia e dell'Inghilterra è di chiudere il mercato prima dell'inizio del campionato. Però serve unanimità almeno tra le principali leghe europee: la Spagna non vorrà sicuramente chiudere prima del 31 agosto, per una serie di motivi pratici. Così ci è sembrato di capire anche per Germania e Francia, se dovesse essere così anche noi ci dovremmo adeguare perché il mercato nelle grandi leghe deve chiudere allo stesso momento. Noi abbiamo quest'idea, ma serve unanimità e secondo me non sarà così semplice".

Il campionato inizierà effettivamente il 23 agosto?
"Settimana scorsa mi sono sbilanciato al 99% e credo sarà questa la decisione: non è una decisione del presidente, ma del consiglio, e credo che sarà questa la data più plausibile. Confermo che molto probabilmente sarà il 23-24 agosto".

I nomi delle squadre interessate alla seconda squadra?
"Io ho sondato disponibilità di molti club, ma devono essere loro a comunicarlo".

La Serie A può tornare la prima lega al mondo?
"Mi piacerebbe dirle di sì, al momento temo di dover rispondere di no. Il gap con la Premier è ormai incolmabile, se mi chiedete se possiamo raggiungere o superare le altre leghe, a partire dalla Spagna, secondo me è possibile. Però dire che possiamo raggiungere la Premier è complicato: dovremmo avere grandi campioni, fuoriclasse. Per poterli avere servirebbe un aiuto dal governo, che quando abbiamo avuto ha portato il calcio italiano al top. Abbiamo ottenuto grandi risultati con l'Inter in finale di Champions League, l'Atalanta che ha vinto l'Europa League e tanti piazzamenti. Risultati ne abbiamo avuti e hanno comportato un gettito molto importante per lo Stato, molto più importante del sacrificio che aveva fatto con il vecchio decreto crescita. Molti campioni arrivati grazie a quelle regole non sarebbero mai arrivati altrimenti. Tutto questo aveva comportato un sacrificio economico zero per lo Stato, perché altrimenti non sarebbero venuti, ma ha portato un gettito fiscale molto importante: anzitutto per gli stipendi di chi è arrivato ed è venuto qui a vivere, creando un moltiplicatore di spesa. Poi abbiamo avuto squadre che hanno avuto premi dalla UEFA, tifosi che si sono mossi per vedere la partita: abbiamo generato un flusso di imposte rilevanti per lo Stato. Il calcio versa un miliardo l'anno di imposte e genera un indotto 2-3 volte tanto. Provvedimenti come quello, che danno risalto al calcio italiano e ci consentono di vendere meglio i diritti, possono servire a noi ma anche allo Stato italiano per avere un ritorno economico. Abbiamo la diplomazia del calcio, che spesso agevola le altre cose".