BOSTON - Florenzi: "Lavoro anche per convincere chi pensa che non meriti questo rinnovo. Questa vicenda mi ha insegnato che non posso piacere a tutti. Ci vuole equilibrio per migliorare"
Direttamente da Boston, ha parlato Alessandro Florenzi, dopo l'ufficializzazione del rinnovo del contratto con la Roma fino al 2023. Ecco il suo intervento di ieri: "Oggi è un giorno felice per me, un giorno importante. Voglio abbracciare idealmente tutti i tifosi che sono contenti di questo rinnovo. Li abbraccio uno per uno. So che ci sono tifosi che pensano che io non meriti questo rinnovo per le prestazioni mie dello scorso anno, e sto lavorando per far cambiare loro idea. Poi ci sono persone che, a prescindere da come giochi, non vogliono che porti questa maglia. Sono state dette e fatte cose che mi hanno fatto male ma questa cosa mi ha insegnato tanto. Ho sempre cercato, nella mia vita, di piacere a tutti. Questa trattativa mi ha insegnato che non posso piacere a tutti e mi porterò questo insegnamento anche nella vita. Non ho le stesse qualità di Francesco, non mi viene riconosciuta giustamente la stessa passione di De Rossi per la Roma. Per alcuni loro sono un ingombro per me ma si sbagliano completamente. Loro sono amici anche fuori dal campo. Mi hanno insegnato cosa significhi essere romano e romanista, un giocatore di Roma nella Roma. Mi hanno insegnato che bisogna dare tutto per questa maglia e l'ho fatto e lo faccio. Ho sempre dato tutto, a volte troppo nel senso di aver messo il cuore oltre la ragione. A volte mi sarei dovuto fermare ma non l'ho mai fatto e questo mi ha danneggiato, a volte, non permettendomi poi di giocare per alcuni mesi. Sono felice di essere legato eternamente nella CIttà Eterna. Vorrei ringraziare pubblicamente il mio agente, Alessandro Lucci, mia moglie e le mie figlie che mi sono state vicine".
Che giocatore hai intenzione di essere per la Roma?
"Voglio essere un esempio per i giocatori che acquisteremo in futuro e che abbiamo preso quest'anno. Chi più di me e Daniele può farlo. Mi sento e vorrò sentirmi importante per tutti quanti, dal tifoso al magazziniere".
Quanto ti vedi diverso da quando militavi nel settore giovanile e quanto puoi ancora crescere?
"Non si finisce mai di imparare. Sono cresciuto tanto, ero un bambino con un sogno e sono diventato quel sogno che volevo essere, vestire la maglia della mia città. A parte l'anno di Crotone che, come uomo, mi ha fatto crescere più di tutte le giovanili. Ringrazio tutti gli allenatori che ho avuto".
Dove ti trovi meglio in campo?
"Non è più compito mio scegliere la posizione, gioco dove decide il mister. Oggi ancora di più, mi trovo bene da terzino, ala, centrocampista, portiere, magazziniere, se serve qualcuno in radio. Ds? No, è più difficile, quello no (ride ndr)".
C'è stato un momento in cui hai pensato di andare via?
"La trattativa è stata lunga, non lo nascondo. Non è mai facile quando ci sono queste situazioni, quando poi pesi le situazioni da una parte avevo una situazione dove avrei preso più soldi ma qui avrei trovato l'amore per la città, la maglia, quello che è Roma per me e la scelta poi è stata semplice".
Perché ad alcuni tifosi non piaci? Ti sei fatto un'idea?
"Sinceramente no. Non so se sia per quel Roma-Sampdoria dello scorso anno. Non si poteva andare sotto al settore dopo la partita, mi sarei potuto avvicinare di più alla curva per salutare i tifosi ma si rischiavano sanzioni. Poi non credo sia quello il motivo. Ognuno ha la sua idea e, finché si resta sul campo, le critiche le prendo tranquillamente. Ogni trattativa poi è a sé, vedremo da oggi come si comporteranno i tifosi, credo saranno dalla mia parte per quello che è la Roma per me".
Cosa è successo l'anno scorso quando c'è stata quella flessione?
"Abbiamo lo stesso allenatore, sappiamo cosa vuole. Partiamo da una base diversa. C'è stato un piccolo calo lo scorso anno e può succedere ma cerchiamo di ambire a qualcosa di importante. Non faccio promesse, vogliamo migliorare e superare i nostri limiti. Abbiamo un grande gruppo, ci vuole equilibrio per migliorare".
Raccontaci qualcosa dei nuovi arrivati
"Ci sono giovani e non giovani. Pastore, insieme a Marcano, ha un'esperienza importante. Poi tanti giovani bravi. L'unico problema è il tempo. Ci sono giovani a cui il tempo non serve. L'importante è non mettere una croce sopra a un giovane se sbaglia una partita, come non dire che Kluivert è Messi se fa una tripletta nella prima partita. Oltre a essere un giocatore o un ragazzo, è un uomo e può sbagliare come sbagliano tutti, anche voi. Può succedere di sbagliare. Abbiamo tanti giovani forti e speriamo che si ambientino velocemente".