La Roma rifiuta la sconfitta: un punto e morale alto

02.02.2025 23:00 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
La Roma rifiuta la sconfitta: un punto e morale alto
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Quattordici punti in sei partite è un bottino da Champions League e questo aveva raccolto la Roma nelle ultime settimane; più che a queste, nello scrivere la formazione da mandare in campo contro il Napoli capolista, Ranieri ha però pensato più alle sedici precedenti, che sono il motivo per cui questa media è così alta quanto inutile, visto la quasi insostenibile zavorra della prima parte dell’annata in campionato. Si arrivava da una dispendiosa - e positiva - partita di Europa League e alle porte c’è un quarto di finale secco di Coppa Italia, vale a dire i due motivi per cui questa stagione ha ancora da dire qualcosa; la somma ha portato a questa decisione, che a primo acchito poteva sembrare eccessivamente rinunciataria, ma che è la semplice messa in pratica della teoria che tanti, se non tutti, hanno sviluppato nelle ultime settimane: il campionato ormai è andato, tantovale mettere tutto sulle coppe.

Naturale, quindi, che, date queste premesse e avendo di fronte un avversario come la squadra di Conte, oltretutto ulteriormente motivata dal risultato del derby di Milano, si potesse mettere in conto una sconfitta: la notizia è che chi è sceso in campo ha comunque rifiutato questa ipotesi, con un’applicazione che non è apparsa poi così diversa da quella del Napoli, che fa appunto del rispettare le consegne dell’allenatore la sua forza. In una gara comunque di livello abbastanza standard, con pochi picchi da ambo i lati, la Roma si è specchiata col Napoli anche nel modulo, quel 4-3-3 con cui la stagione era cominciata e per cui era stata costruita questa squadra. E, indubbiamente, c’è chi ne ha beneficiato, come Soulé, che non ha giocato una grande partita e neanche una gara discreta, ma che dopo mesi di naftalina e adattamenti ha mostrato le sue caratteristiche, peccando un paio di volte (quindi, un paio di volte di troppo) nelle scelte, che se meglio prese avrebbero potuto addirittura dare alla sfida una direzione diversa, ripresa grazie a un Angelino che si conferma un’arma in più se messo nelle condizioni di offendere.

Se sia una gara del rimpianto o un seme piantato per il futuro è comunque difficile chiederselo: la notizia è che anche con queste rotazioni la squadra ha mantenuto il suo spirito e la sua ritrovata salute mentale, una conferma dopo la gara di Udine, vinta in modo non certo brillante ma con una squadra anch’essa piena di seconde linee, che oggi hanno permesso ai titolari di risparmiare minuti in vista di mercoledì, quando tornerà a esserci effettivamente qualcosa in palio. C’era poco di meglio da chiedere.